Steven Spielberg, tutti i film dal peggiore al migliore: sì, proprio tutti!

Steven Spielberg, tutti i film dal peggiore al migliore: sì, proprio tutti!

Ma chi ce l’ha fatto fare… Chi ce l’ha fatto fare di stilare una classifica del genere, una classifica su Steven Spielberg. Una classifica che, come un po’ tutte le classifiche – ma questa volta un po’ di più – suonerà inevitabilmente fallibile, ovviamente soggettiva, sicuramente ingiusta per alcuni posizionamenti rispetto ad altri. Ma tant’è. Sarà che le classifiche “sono uno spasso da leggere e da scrivere“, diceva qualcuno in un film, non di Spielberg. E quindi eccoci qui.

Ecco tutta la redazione di CiakClub che si è riunita, redattore per redattrice, a stilare ciascuno le proprie classifiche, di modo che il risultato fosse quanto più possibile estensivo. Quanto più possibile rappresentativo di tutte le diverse sensibilità, gusti, preferenze che caratterizzano una redazione. E dunque, per estensione, si spera, la comunità degli spettatori. Le classifiche singolari sono state poi raccolte, incrociate, in una classifica collettiva in cui ciascuno, per ciascun film, ha dato il proprio contributo, ha reso la propria narrazione. Persino Spielberg, visto che proprio di recente ha finalmente rivelato quale considera essere il suo film “praticamente perfetto” (curiosi di sapere dove lo abbiamo posizionato noi?).

Alcuni si sono affidati banalmente al proprio gusto personale, perché una classifica “oggettiva” si Spielberg proprio non aveva senso di esistere. Altri al peso storico che ciascuno di questi film ha avuto nella filmografia di Spielberg o nel panorama cinematografico successivo. Perché indipendentemente dal fatto che si possa concordare o meno su queste posizioni, una cosa ci accomuna tutti (o dovrebbe): il riconoscere in Steven Spielberg uno dei registi, produttori, cineasti a tutto tondo, che più ha influenzato gli ultimi 50 anni del nostro cinema. Una filmografia, la sua, in cui il concetto stesso di “peggiore” diventa improvvisamente relativo.

34. Always – Per sempre (1989)

Always - Per sempre
Always – Per sempre

Richard Dreyfuss – il futuro Dick Cheney di W. di Oliver Stone – è qui, ancora giovanissimo, un pilota di aerei antincendio che perde la vita durante una missione. Oltreché pilota, è stato l’amato di Dorinda (Holly Hunter). Ma la sua anima, pronta a tornare sulla terra, comprenderà il suo nuovo ruolo. Quello di angelo custode, nei cieli come nel cuore di Dorinda. Consolerà lei e veglierà su colui che ha preso il suo posto, sia dietro i comandi che al fianco dell’amata: il giovane pilota interpretato da Brad Johnson. Forse il più dimenticato dei film di Spielberg, nonostante ricalchi quella sua ossessione ricorrente per il volo. Più nell’intreccio, che negli effettivi risultati.

Paragrafo a cura di Marcello Becca

33. 1941 – Allarme a Hollywood (1979)

John Belushi in 1941 - Allarme a Hollywood
John Belushi in 1941 – Allarme a Hollywood

1941, Seconda Guerra Mondiale. Alle Hawaii, presso Pearl Harbor, si è appena tenuto l’attacco giapponese che trascinerà gli Stati Uniti in guerra contro le forze dell’Asse. La psicosi è alle stelle in ognuno dei 50 Stati. Soprattutto per chi si affaccia sul Pacifico, inerme agli attacchi del Sol Levante. Quindi, quando un sottomarino giapponese viene avvistato al largo di Hollywood, si scatena il panico. 1941 sembra più un film di John Landis che di Steven Spielberg. Un caposaldo delle commedie demenziali che si prende gioco di entrambe le fazioni da un lato all’altro della barricata. Dall’atteggiamento kamikaze dei giapponesi, all’overreaction americana.

Paragrafo a cura di Marcello Becca

32. Amistad (1997) di Steven Spielberg

Amistad di Steven Spielberg
Amistad di Steven Spielberg

La vera storia, non senza inaccuratezze storiche, dell’ammutinamento di una nave di schiavi ed il conseguente processo all’uomo che lo ha capeggiato. Spielberg lascia il mondo giurassico e riapproda su terre conosciute con un film d’impegno politico e civile. Se però la prima parte girata in mare aperto dimostra una regia curata, assieme ad un ottima fotografia, nella seconda il film perde d’intensità per colpa di una sceneggiatura appesantita e a tratti retorica. Rispetto ad altri lavori, Amistad manca di quella forte presa di posizione nei confronti di un paese che ancora oggi è segnato da indelebili macchie del passato.

Paragrafo a cura di Andrea Diamante

31. War Horse (2011) di Steven Spielberg

Steven Spielberg sul set di War Horse
Steven Spielberg sul set di War Horse

Una favola fatta di eroismo e legami indissolubili ambientata nella Prima Guerra Mondiale: questo è War Horse. Il film racconta la guerra dalla prospettiva di un cavallo, il quale viene separato dal padrone Albert, che decide di arruolarsi per non perdere il suo amato compagno. Quest’ultimo, nei campi di battaglia, si rivelerà essere un grande eroe. Una storia drammatica e che non lascia indifferente lo spettatore, ma lo coinvolge nel tornado di emozioni della Grande Guerra. Attraverso il cavallo Joey, Spielberg racconta – non senza eccessi retorici – storie di speranza, dolore e amicizia, ispirate a una tragica storia vera.

Paragrafo a cura di Andrea Coghe

30. L’impero del sole (1987)

Christian Bale giovanissimo ne L'impero del sole
Christian Bale giovanissimo ne L’impero del sole

Il primo grande ruolo di un ancora giovanissimo Christian Bale. Perché Steven Spielberg è stato un gigante a tutto tondo: genio della regia, mago della direzione attori, ma anche scopritore di talenti. Qui si rifà a un romanzo di James G. Ballard, scrittore di fantascienza che però si prende una pausa dal fantascientifico scegliendo un distopico maledettamente reale: i campi di concentramento giapponesi per i coloni anglosassoni durante la Seconda Guerra Mondiale. Bale è uno di loro, l’undicenne di famiglia agiata Jim, che separato dai suoi genitori si ritrova segregato alla stregua di un adulto. Costretto a fare i conti con una prigiona dura come poche.

Paragrafo a cura di Marcello Becca

29. Sugarland Express (1974) di Steven Spielberg

Sugarland Express di Steven Spielberg
Sugarland Express

Cosa scegliere tra soli quattro mesi di prigione rimasti e rivedere il proprio figlio in anticipo a Sugarland? Lou, la madre, li voleva tutti quei quattro mesi. Il marito, non proprio. Ma la segue, evadendo di prigione, sequestrando macchina della polizia e poliziotto annesso, iniziando un malinconico e spettacolare inseguimento sulla sconfinata strada americana (qualcosa alla O.J. Simpson). Road movie successivo a Duel: lo si dimentica spesso, ma Sugarland Express fu fondamentale per il regista (il primo destinato direttamente al grande schermo) ed essenziale per il cinema, con l’utilizzo di una nuova camera compatta per le scene in auto.

Paragrafo a cura di Micaela Di Nicola

28. Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno (2011)

Le avventure di Tintin - Il segreto dell'Unicorno
Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno

Nella sua carriera, Steven Spielberg si è messo alla prova anche con il genere dell’animazione grazie al film Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno. La pellicola adatta su schermo le avventure raccontate nei fumetti con protagonisti il reporter Tintin e il suo cane Milú. È un film che ha consentito a Spielberg di raccontare una grande avventura, fatta di misteri, enigmi e valori, attingendo dal suo stesso cult I predatori dell’arca perduta. Una pellicola che ha conquistato pubblico e critica, vincendo anche il Golden Globe nel 2012 come Miglior Film d’Animazione, ennesimo riconoscimento al talento del celebre regista.  

Paragrafo a cura di Andrea Coghe

27. Il colore viola (1985)

Il colore viola
Il colore viola

Non penso che avrei potuto fare L’impero del sole o Schindler’s List senza Il colore viola, che per me è stato un grandissimo trampolino di lancio”: parola di Spielberg. Dall’omonimo premio Pulitzer, il film racconta di violenze familiari e ingiustizie sociali. Temi impegnativi, che hanno spaventato il regista e poi dato spazio alla sua maestria, esulando da fantascienza e avventura. Spielberg sonda con sensibilità un terreno distante dal proprio, quello delle donne discriminate in un contesto sessista e razzista, negli USA del Sud di primo ‘900. Nonostante questo e le 11 nomination: nessuna statuetta, e la nostra classifica sembra d’accordo.

Paragrafo a cura di Noemi Iacoponi

26. La guerra dei mondi (2005)

La guerra dei mondi
La guerra dei mondi

Non uno dei più riusciti di Spielberg, accolto tiepidamente dalla critica che lo recensì all’uscita. Eppure c’erano tutte le premesse per un grande film del maestro. Pellicola di fantascienza, pellicola su un’invasione aliena, pellicola tratta dall’ennesimo gigante della letteratura, in questo caso H.G. Wells. Ma ciò che ha di interessante questo nuovo adattamento – ben diverso dal classico del ’53 – è la sua modernità, il fatto di essere collocato (e pensato) molto vicino a un evento che sconvolse il popolo americano. Spielberg infatti, con La guerra dei mondi, risponde agli attacchi dell’11 settembre alle Torri Gemelle, tracciando un chiaro parallelismo con il drammatico attentato.

Paragrafo a cura di Marcello Becca

25. Il GGG – Il grande gigante gentile (2016)

Il GGG - Il grande gigante gentile
Il GGG – Il grande gigante gentile

Roald Dahl, Spielberg e Disney tutti insieme in un film d’animazione. In cantiere da anni, sfiorato persino da Robin Williams. Premesse entusiasmanti che hanno stuzzicato il palato dei cinefili molti dei quali, abituati al livello del maestro, hanno visto deluse le proprie aspettative. Piuttosto che la narrazione, a fare la differenza sono la scenografia e gli effetti speciali, che tengono insieme sullo schermo attori in live-action e animazioni fantastiche. Una tecnica mista per le avventure di Sofia e del suo amico gigante. Ottimo come film per famiglie, ma ci si aspettava di più da un film di Spielberg: diciamo così.

Paragrafo a cura di Noemi Iacoponi

24. A.I. – Intelligenza Artificiale (2001)

A.I. - Intelligenza Artificiale
A.I. – Intelligenza Artificiale

A.I. – Intelligenza artificiale nasce da un’idea di Stanley Kubrick, che voleva Spielberg a dirigere l’opera ispirata al racconto di Brian Aldiss. L’attesa di migliorie nella tecnologia digitale ha infranto questa unione con la morte del regista. In un mondo in cui i robot sono normalità, viene creato uno bambino in grado di provare amore. Spielberg ci regala un mondo futuristico visivamente incredibile. L’epopea del piccolo Mecha ricalca quella del Pinocchio di Collodi, nel suo intento di “diventare un bambino vero“. Divenire umano quando l’umano stesso dimostra disumanità. Un paradosso che non vanifica il desiderio dello spettatore di vedere realizzato questo sogno.

Paragrafo a cura di Francesco Alfi

23. Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008)

Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo
Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo

Non lo abbiamo posizionato sicuramente in cima, né in questa classifica, né all’interno della filmografia di Indiana Jones. Stigmatizzato da molti, persino da Spielberg e Shia Lebeouf, (new entry in qualità di figlio di Indiana). Ma la verità è che far tornare un personaggio del genere dopo diciannove anni, e in un fandom così differente, anche a livello generazionale, non è facile. E alla luce di ciò, forse l’idea di un archeologo che si scontra con alieni, russi (la più classica dinamica americana), Area 51, ritrova l’Arca dell’Alleanza e persino un figlio un po’ Rambo, non è poi così male.

Paragrafo a cura di Micaela Di Nicola – Mentre Indiana Jones 5 è atteso a Cannes 2023.

22. Minority Report (2002) di Steven Spielberg

Tom Cruise in Minority Report
Tom Cruise in Minority Report

In un futuro prossimo, la giustizia e l’ordine sono determinati da una polizia temporale in grado di prevedere il possibile colpevole di un crimine. Tratto da un romanzo di Philip K. Dick, ribaltandone però lo svolgimento, Minority Report colpisce per la messa in scena di un futuro credibile e radicato nella memoria. Spielberg sfrutta la fantascienza non solo per trattare del libero arbitrio ma per ragionare sulla società dello sguardo e sulla macchina cinema. A non convincere, per quanto la mano dietro la cinepresa sia impeccabile, è la componente action incarnata in Tom Cruise che sfocia in un semplicistico romanticismo.

Paragrafo a cura di Andrea Diamante

21. Lincoln (2012) di Steven Spielberg

Daniel Day-Lewis è Lincoln
Daniel Day-Lewis è Lincoln

Uscito nel 2012 e candidato a 12 premi Oscar, Lincoln prosegue con successo la narrazione storica di Steven Spielberg. Il film racconta l’ultima parte della guerra di secessione americana, con un occhio particolarmente attento alle vicende che vedono protagonista il presidente Lincoln (interpretato da un gigantesco Daniel Day-Lewis, che per questo ruolo ha vinto il suo terzo Oscar), impegnato nel convincere i membri del congresso a votare per l’abolizione della schiavitù. Alle vicende politiche, il film di Spielberg unisce quelle personali del Presidente. Film certamente imponente, Lincoln racconta con buon successo una delle figure più importanti della storia americana.

Paragrafo a cura di Francesco Diozzi

20. Il ponte delle spie (2015)

Il ponte delle spie
Il ponte delle spie

Il film racconta con precisione e interesse una storia realmente accaduta in piena Guerra Fredda. L’avvocato di Brooklyn James Donovan (Tom Hanks) è chiamato a difendere Rudol’f Abel (Mark Rylance, vincitore dell’Oscar per il film), spia russa in America. La sua lealtà alla professione e la sua determinazione porteranno l’avvocato fino nella Berlino divisa, per uno scambio di prigionieri. Film quadrato e profondamente fedele alla realtà del tempo, Il ponte delle spie registra la seconda ottima collaborazione tra Tom Hanks e Steven Spielberg, nonché un altro buon (seppur non, a nostro avviso, tra i migliori) tassello alla carriera del regista.

Paragrafo a cura di Francesco Diozzi

19. Munich (2005) di Steven Spielberg

Munich di Steven Spielberg
Munich di Steven Spielberg

In una filmografia contraddistinta da blockbuster e film di culto, nel 2005 Spielberg porta sul grande schermo Munich. Dopo l’attentato terroristico alle Olimpiadi di Monaco nel 1972, il Mossad organizza una missione sottotraccia che si trasforma in una crociata contro la Palestina. Munich è forse il film più politico di Spielberg, dove i protagonisti si ritrovano ad essere delle mere pedine all’interno di un gioco di potere quasi incomprensibile, mettendo a dura prova la propria moralità. Un paragrafo crudo e violento. Perché a volte è necessario che il potere delle immagini non sia soltanto quello di meravigliare.

Paragrafo a cura di Filippo Bacchi

18. The Post (2017)

The Post di Steven Spielberg
The Post

Il battere incessante sulle macchine da scrivere, le corse tra scrivanie e la consapevolezza che l’integrità di un’amministrazione si scontrerà sempre con la libertà di stampa. Due candidature agli Oscar per The Post, racconto del coraggio di una (allorapiccola redazione nel pubblicare lo scandalo Pentagon Papers, i documenti trafugati sulla realtà dietro la guerra nel Vietnam. Ma soprattutto, è Steven Spielberg che riporta sullo schermo quei valori americani che hanno sempre pervaso il suo cinema, narrati, come suo solito, attraverso una lente differente, qui quella del giornalismo: È legale? Secondo te qui che cosa facciamo di mestiere?”.

Paragrafo a cura di Micaela Di Nicola

17. West Side Story (2021), quello di Steven Spielberg

West Side Story
West Side Story

Remake del leggendario musical del 1961 ispirato alla tragedia di Romeo & Giulietta, narra lo scontro tra due gang rivali di etnia diversa messo in discussione dall’amore di due giovani. Il film di Spielberg è una dedica al cinema della sua infanzia ma anche un commosso ricongiungimento con la figura paterna, un omaggio all’originale intriso di una grande unicità. Le battaglie al ritmo di jazz e sonorità latine trascinano lo spettatore, ammaliato dalla bravura e chimica trasmessa dalla coppia Ansel Elgort (Tony) e Rachel Zegler (Maria), sorretti da un incredibile cast ma soprattutto dalla direzione di un regista transgenerazionale.

Paragrafo a cura di Andrea Diamante

16. Indiana Jones e il tempio maledetto (1984)

Indiana Jones e il tempio maledetto
Indiana Jones e il tempio maledetto

Secondo capitolo del franchise, Indiana Jones e il tempio maledetto è la conferma del talento di Spielberg nel raccontare storie avvincenti. In questa pellicola, il coraggioso archeologo cerca di recuperare una pietra dai poteri miracolosi, per salvare gli abitanti di un villaggio, i cui figli sono destinati alla schiavitù infantile. Pur essendo il film della saga meno apprezzato dal suo stesso regista, la pellicola unisce ironia, avventura e azione, dosando gli ingredienti in un mix efficace. Accanto ad Harrison Ford, compare il piccolo prodigio Ke Huy Quan, allora ignaro che quasi quarant’anni dopo avrebbe vinto un Premio Oscar.

Paragrafo a cura di Andrea Coghe

15. The Terminal (2004)

The Terminal
The Terminal

Un film sui nonluoghi di Marc Augè, ambientato in un aeroporto in cui un Tom Hanks proveniente da una nazione immaginaria (simile alla Russia o all’Unione Sovietica), è costretto a restare per mesi. La storia è ispirata ai diciotto anni che un rifugiato iraniano ha trascorso nell’aeroporto di Parigi. Il risultato? Un film intorno alla figura del padre (tanto cara allo Spielberg di quegli anni), con la giusta dose di denuncia provocatoria agli Stati Uniti. Il protagonista, più gentile del Grande Gigante, ci conquista il cuore e il film si assicura un posto nella prima metà della nostra classifica.

Paragrafo a cura di Noemi Iacoponi

14. Ready Player One (2018)

Ready Player One
Ready Player One

Voglia di evasione, di una vita mai vissuta o impossibile da vivere, lontano dal decadimento quotidiano e dal logorio di un’esistenza insoddisfacente: questo è Ready Player One. Nell’anno 2045 è possibile ottenere tutto ciò rifugiandosi in OASIS, mondo virtuale, sotto forma di avatar. Spielberg torna a calcare il palco fantascientifico che tanto ama, alzando nuovamente l’asticella. Lo spettatore è catapultato in un universo in cui la cultura pop degli anni ’80 fatta di videogame, cartoon, film ed anime, prende vita. Un sogno ad occhi aperti, incorniciato da un’avventura mozzafiato ed effetti speciali straordinari, che risulta essere la quintessenza dell’evasione cinematografica.

Paragrafo a cura di Francesco Alfi – Leggete qui la nostra recensione dell’epoca.

13. Il mondo perduto – Jurassic Park (1997)

Il mondo perduto - Jurassic Park
Il mondo perduto – Jurassic Park

Ispirato all’omonimo romanzo di Michael Crichton, nel sequel di Jurassic Park vediamo il Dr. Malcolm visitare Isla Sorna, il Sito B del parco, per salvare la sua ex moglie, la dottoressa Harding (Julianne Moore). Spielberg in questo capitolo da vita a sequenze diventate iconiche nella storia del cinema. Ricordiamo quella in cui i superstiti stanno correndo nell’erba alta e alcuni, da questa, ne vengono risucchiati: ci sono i Raptor ma non li vediamo, percepiamo solo la continua minaccia della morte. Infine, il T-Rex che “ruggisce” nella città di San Diego, come dimenticarlo.

Paragrafo a cura di Marco Ascione

12. Indiana Jones e l’ultima crociata (1989)

Indiana Jones e l'ultima crociata
Indiana Jones e l’ultima crociata

Il terzo capitolo della saga di Indiana Jones ha un fascino epocale che lo porta a rivaleggiare con I predatori dell’arca perduta in molti cuori. Mix esplosivo del cinema di Spielberg più smaccatamente adrenalico, L’ultima crociata racchiude diversi tesori: da River Phoenix che presta il volto al protagonista in un flashback fino all’iconico Sean Connery nel ruolo del padre di Indy. In mezzo la ricerca del Santo Graal, Venezia, la Giordania e tantissimo senso di avventura tipicamente spielberghiana. Il finale, con padre e figlio che galoppano al tramonto, è ancora oggi un’ immagine che racchiude tutto il cinema del regista.

Paragrafo a cura di Marco D’Agostino

11. Duel (1971), l’opera prima di Steven Spielberg

Duel di Steven Spielberg
Duel di Steven Spielberg

Se vi chiedessero qual è il miglior film di Steven Spielberg, a quale titolo pensereste? Probabilmente, non a Duel. Eppure questo mix di semplicità, adrenalina e mistero compone la formula perfetta per un piccolo capolavoro che troppo spesso viene sottovalutato. La trama è facile: un automobilista viene inspiegabilmente perseguitato da un camion lungo una highway statunitense. Spielberg mette già tutto se stesso raccontandoci un folle inseguimento senza bisogno di dialoghi: gli bastano le immagini. La sua abilità nel costruire un thriller partendo da queste poche premesse vi terrà incollati alla sedia fino alla fine.

Paragrafo a cura di Marcello Becca

10. Prova a prendermi (2002)

Prova a prendermi
Prova a prendermi

Eccoci dunque alla Top 10 della nostra classifica. In decima posizione troviamo Prova a prendermi del 2002. Attraverso il suo linguaggio sognante e avventuroso, Steven Spielberg racconta le mille vite del truffatore Frank Abagnale (Leonardo DiCaprio) attraverso l’America. E la caccia che vede coinvolto l’FBI, e in particolare Carl Hanratty (Tom Hanks), che “prova a prendere” più volte il falsario, senza riuscirci. Sostenuto da un cast di supporto di primo piano (Amy Adams e Christopher Walken su tutti), il film è un’efficace e divertente lettura della vita di uno dei criminali più famosi della storia americana. “Provate a vederlo”.

Paragrafo a cura di Francesco Diozzi – Scopri la storia vera dietro Prova a prendermi.

9. Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977)

Incontri ravvicinati del terzo tipo
Incontri ravvicinati del terzo tipo

Incontri Ravvicinati del terzo tipo è un film costruito sul senso di meraviglia che tanto permea i film del regista, anticipatore di una visione della fantascienza pacifista e riconciliatoria su cui Spielberg tornerà con E.T.. Un’opera che è un atto d’amore di Spielberg, concepita anni prima guardando le stelle insieme al padre, filtrata da quello sguardo infantile (rappresentato nel film dal piccolo Barry) che rende tutto magico e incredibile. Con un inedito François Truffaut nei panni dello scienziato Lacombe, Incontri ravvicinati è un film che ha tutta la forza di un giovane che (parafrasando The Fabelmans) cercava l’orizzonte in alto.

Paragrafo a cura di Marco D’Agostino

8. Hook – Capitan Uncino (1991)

Hook - Capitan Uncino
Hook – Capitan Uncino

L’ottava posizione la guadagna il cult-movie che fa seguito alle vicende di Peter Pan: Hook – Capitan Uncino. Qui Spielberg è stato in grado di rivisitare la favola tanto amata dai bambini in chiave moderna, ponendo al centro un aspetto che da sempre predomina nella nostra società. Anche Peter Pan, una volta cresciuto, è diventato succube del lavoro e della società che impone costante produttività. A scapito però del vivere davvero la vita. Messaggio questo che già nel 1991 ha avuto molta efficacia presso il pubblico e che non potrebbe essere più attuale anche oggi.

Paragrafo a cura di Celeste Guerreschi

7. Salvate il soldato Ryan (1998)

Salvate il soldato Ryan
Salvate il soldato Ryan

1944, Normandia. Un’operazione di salvataggio si concentra su alcuni commilitoni: devono ritrovare il disperso soldato Ryan. Spielberg nel ’98 dirige Salvate il soldato Ryan, una storia di guerra con un protagonista presente nella sua assenza. Il regista per metà film non lo mostra. Vuole creare mistero o alimentare la speranza laddove non sembra esisterne? Una pellicola iperrealista che fornisce macabri dettagli sugli orrori bellici, allontanandosi dall’estetica del cinema classico. Basti pensare ai primi venti minuti sullo sbarco. Cerca il disgusto dello spettatore, discostandosi dalla classica pellicola propagandistica sul militarismo americano, rendendolo non un film di guerra, ma contro la guerra.

Paragrafo a cura di Samuele Lupi

6. I predatori dell’arca perduta (1981)

I predatori dell'arca perduta
I predatori dell’arca perduta

Cosa succede se metti insieme Steven Spielberg e George Lucas negli anni ’80? Ovviamente ottieni una delle saghe di più grande successo della storia del cinema, nonché uno dei migliori film di avventura che siano mai stati girati. Con I predatori dell’arca perduta la figura di Indiana Jones entra nell’immaginario collettivo per restarci fino ai giorni nostri o, più probabilmente, in eterno. Spielberg traccia la strada di un intero genere cinematografico, con un film che è puro divertissement. Una pellicola, e un’intera saga, dal sapore antico e nostalgico, come le reliquie che Indy trova, ma sempre tremendamente attuale.

Paragrafo a cura di Filippo Bacchi

5. The Fabelmans (2022) è l’ultimo film di Steven Spielberg

The Fabelmans, il capolavoro autobiografico di Steven Spielberg
The Fabelmans, il capolavoro autobiografico di Steven Spielberg

Sarà la meraviglia del nuovo ad avergli fatto scalare la classifica. Ma The Fabelmans rimane un racconto che sprigiona una grazia e un amore per il cinema come solo poche pellicole hanno saputo fare. Spielberg sceglie l’autobiografia, raccontando la sua storia e la sua famiglia. Un “testamento” artistico grazie al quale abbiamo potuto scoprire più a fondo il genio che ha creato alcuni dei film che più amiamo. Spielberg, come sempre, dirige il film con una maestria tale da rendere ogni fotogramma un quadro, ogni suono poesia e l’intera pellicola un piccolo capolavoro da vedere assolutamente. Certamente chiunque, guardando The Fabelmans, si innamorerà ancor di più del cinema.

Paragrafo a cura di Andrea Scroccaro – Leggete qui la recensione di The Fabelmans.

4. Lo squalo (1975)

Lo Squalo di Steven Spielberg
Lo squalo di Steven Spielberg

Tutti ricorderanno la spiaggia dell’isola di Amity, minacciata dalla presenza di uno squalo bianco. Forse è il film dove Spielberg – solo al suo terzo lungometraggio, già capolavoro – rivela tutta la sua capacità registica nel riuscire a rendere presente qualcosa che non si vede mai sullo schermo: lo squalo. Lo sentiamo, lo percepiamo, sposiamo il suo punto di vista ma mai lo vediamo almeno fino alle sequenze finali. Anche se la scelta è dovuta dal poco budget disponibile è risultata vincente per trasmettere il terrore proveniente dagli abissi. Lo squalo è metafora della paura dell’uomo.

Paragrafo a cura di Marco Ascione – Trovate qui un approfondimento su Lo squalo.

3. E.T. l’extra-terrestre (1983), il Bronzo di Steven Spielberg

E.T. è al terzo posto dei migliori film di Steven Spielberg
E.T. è al terzo posto dei migliori film di Steven Spielberg

Poche pellicole trasudano di bellezza, tenerezza e magia come questa. Con E.T. – L’extraterrestre, Steven Spielberg ha regalato al pubblico un capolavoro senza tempo, che ha toccato i cuori di grandi e piccoli. La comparsa sulla terra di un extraterrestre e il suo inaspettato incontro con il piccolo Elliot danno vita ad una bellissima riflessione sull’amicizia, sulle difficoltà familiari e la scoperta “dell’altro”. Spielberg parla di questi importanti temi con una disarmante, ma profonda, semplicità. Forse in questo è racchiusa la bellezza di tutto il film: è nella semplicità, quella che si ha da piccoli, che possiamo trovare purezza.

Paragrafo a cura di Andrea Scroccaro – Trovate qui un’importante curiosità su E.T. l’extra-terrestre.

2. Schindler’s List – La lista di Schindler (1993), l’Argento di Steven Spielberg

Schindler's List è al secondo posto dei migliori film di Steven Spielberg
Schindler’s List è al secondo posto dei migliori film di Steven Spielberg

Di film sull’Olocausto ce ne sono tanti. Non tutti, però, sono girati da un monumento della regia come Steven Spielberg. Schindler’s List è senza dubbio tra i migliori di questi. La vera storia di Oscar Schindler, l’industriale tedesco che mise a repentaglio la propria vita per salvare migliaia di ebrei. Esiste un detto che dice “niente è tutto bianco o nero, ma in questo caso non sembra essere così. Nel ’93, Spielberg mette in piedi un film dove non è contemplato il dubbio su chi siano i buoni e i cattivi. Ed ecco, pertanto, un capolavoro in bianco e nero.

Paragrafo a cura di Samuele Lupi

1. Jurassic Park (1993), l’Oro di Steven Spielberg

Jurassic Park è al primo posto dei film di Steven Spielberg
Jurassic Park è al primo posto dei film di Steven Spielberg

E al vertice di questa classifica non poteva non esserci il film che più di altri ha contribuito in modo decisivo a cambiare la storia del cinema. Trent’anni fa ormai, Jurassic Park portava davanti al pubblico un film che per primo poneva al centro un uso predominante della computer grafica (cosiddetta CGI). Lo stupore delle persone verso questi realistici dinosauri era alle stelle, tanto che per gli anni a venire non si parlò d’altro. Uno stupore che forse non si percepiva dai tempi dei Lumière e che segnò sicuramente tutti gli effetti visivi del cinema a venire.

Paragrafo a cura di Celeste Guerreschi – Ecco quello che (forse) non sapevi su Jurassic Park.

Bene, se siete arrivati alla fine di questa immensa classifica, solo una domanda resta da fare: qual è la vostra Top 3, la vostra Top 5, la vostra Top 10 o addirittura la vostra Top 34, dei film di Steven Spielberg? Questa e molte altre classifiche, recensioni, approfondimenti e ultime dal mondo dello spettacolo, sempre su CiakClub.it.

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