Quentin Tarantino contro Netflix, poi passa a Ryan Reynolds: “I suoi film non esistono”

In occasione di un’intervista a Deadline per parlare del suo nuovo The Movie Critic, Quentin Tarantino ha aperto una parentesi sulla supremazia del cinema e della sala rispetto alla diffusione in streaming. Non ci è andato affatto leggero e ha scelto Ryan Reynolds e Netflix come capri espiatori per contestare un certo modo di fare film.
Quentin Tarantino contro Netflix, poi passa a Ryan Reynolds: "I suoi film non esistono"

Avete visto su Netflix 6 Underground, The Adam Project, o Red Notice con Ryan Reynolds e ne siete rimasti colpiti? Secondo Quentin Tarantino è impossibile: cinefilo e spettatore prima che regista, in linea con i temi del suo prossimo film in uscita (The Movie Critic), si lascia andare ad una critica pungente nei confronti dell’attore di Deadpool.

Quentin Tarantino VS lo streaming

Il regista Quentin Tarantino
Il regista Quentin Tarantino

Ancora non è arrivata sullo schermo la storia del critico americano che scrive recensioni su riviste (magari “pulp“) pornografiche; allora ci pensa Tarantino a non lasciarci, nell’attesa, senza critiche pungenti. “Era cinico come l’Inferno” ha dichiarato il regista in merito al personaggio del suo prossimo The Movie Critic, e lavorando alla sua storia sembra averne imparato qualche trucco del mestiere.

Intervistato da Deadline per parlare proprio del suo prossimo lungometraggio (l’ultimo), Tarantino si è concesso una deviazione contro lo streaming, con una stoccata specifica nei confronti dell’attore interprete, fra gli altri ruoli, di Deadpool.

Spiega, Tarantino, che The Movie Critic probabilmente uscirà con Sony, perché non è interessata alla diffusione in streaming. È molto chiaro nel contestare le reti di streaming, che penalizzano e rendono scadenti le esperienze in sala. Ho scelto Sony – dice – perché “giudicano il successo in base agli str***i sui sedili

La fine dello Zeitgeist: lo spirito del tempo

Proseguendo nel suo discorso, Quentin Tarantino associa l’assenza dei film dalle sale alla loro mancanza di un’influenza nello spirito del tempo. L’equazione pare essere: non arrivano al cinema = non lasciano qualcosa nella cultura contemporanea. Se si realizza “un film grande e costoso per poi metterlo sulla propria piattaforma di streaming” – dice Tarantino – “nessuno sa che è lì“. È ininfluente, non ne resta traccia, se non passa per il cinema: questo vuole dire in sostanza.

Proprio per questo discorso Quentin Tarantino chiama in causa Ryan Reynolds. Per Netflix, dice, ciò che conta è che i loro film con l’attore abbiano guadagnato 50 milioni di dollari. Poi la stoccata: “Io non so cosa siano quei film. Non li ho mai visti“. E conclude: “è un bene per lui che stia facendo così tanti soldi. Ma quei film non esistono nello Zeitgeist. È quasi come se non esistessero nemmeno“.

I film imputati da Quentin Tarantino

Ryan Reynolds in una scena di The Adam Project
Ryan Reynolds in una scena di The Adam Project

Non cita direttamente i titoli dei film di Ryan Reynolds che sono arrivati direttamente su Netflix senza passare per il cinema. Possiamo dedurre, però, che si tratta di 6 Underground, The Adam Project, e Red Notice. Siamo sicuri che si tratta di titoli inesistenti e che la cultura del nostro tempo non li ricorderà? Ciò che è certa, per ora, è la loro posizione nelle classifiche di streaming. Per tutti i tre possiamo parlare di top10 di film più visti in streaming di tutti i tempi.

Il pensiero di Quentin Tarantino è chiarissimo, a noi cosa resta da dire? “Ai posteri l’ardua sentenza”.

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