The Boys

In un panorama dell’intrattenimento in cui i cinecomic e i supereroi la fanno da padrona, rappresentandoci gli eroi il più delle volte come soldatini patriottici e votati alla salvezza dell’umanità, The Boys parte dalla premessa opposta. Crediamo davvero che, nel mezzo della società capitalista, violenta e alienata degli Stati Uniti (e non solo), essere dotati di poteri semi-divini sfrutterebbero effettivamente le loro capacità per fare del bene. Non è più probabile che vengano colpiti da un delirio di onnipotenza?

The Boys opta per questo secondo scenario: i supereroi, individui dalla dubbia morale con poteri sovrumani, vengono riconosciuti come “eroi” dal grande pubblico solo grazie al lavoro di una società miliardaria: la Vought International. Quest’ultima commercializza e monetizza ogni loro singola azione, spacciando i Sette – consiglio superiore degli eroi, pura operazione di marketing – come paladini della giustizia.

Tuttavia, dietro i sorrisi smaglianti e la loro straordinaria forza, si celano azioni tutt’altro che nobili. Ecco perché un piccolo gruppo di combattenti, i Boys, cercherà in tutti i modi di smascherare e distruggere i “Sette” della Vought. E più di tutti il loro capo, il sociopatico Patriota, responsabile di un’infinità di crimini e omicidi fra cui lo stupro dell’ex moglie di un agente federale, Billy Butcher.

Tutto comincia dall’incontro tra il commesso Hughie e Butcher che, memore degli insegnamenti del suo mentore Grace Mallory, riunisce una squadra per combattere contro i sette superumani. Il team è composto da Frenchie e LM “Latte di madre” (Mother Milk) e, per l’appunto, il giovane Hughie la cui vita cambierà per sempre…