Secret Invasion ha fatto il suo esordio su Disney Plus la scorsa settimana, con un primo episodio che, per larga parte della sua durata, ha avuto chiaramente lo scopo di mostrare le carte in tavola, presentare i nuovi personaggi e, soprattutto, gettare le basi per quella che potrebbe diventare una delle più grandi minacce del MCU. Nonostante il suo carattere introduttivo, l’inaspettato finale ha saputo però dimostrare che, finalmente, la nuova serie Marvel sembra avere il coraggio di osare. Adesso, con il secondo episodio, Secret Invasion svela la propria natura, come uno Skrull con la sua reale forma.
Secret Invasion: Promesse

Promesse, così si intitola il secondo episodio, si apre con un ritorno al passato. Precisamente al 1997 quando, poco dopo gli eventi di Captain Marvel, Nick Fury aveva appunto promesso al popolo Skrull che avrebbe trovato per loro una nuova casa, un nuovo pianeta dove abitare. Talos e gli altri erano infatti fuggiti da Skrullos, il loro pianeta natale, in seguito alla guerra con i Kree, e avevano trovato nella Terra un posto sicuro dove rifugiarsi. L’impegno preso da Fury prevedeva così che, nell’attesa, si tramutassero in esseri umani, confondendosi con il resto degli abitanti.
Ma perché ci viene riportato alla mente quel momento? Perché tra gli Skrull che avevano riposto la propria fiducia in Fury, c’era anche Gravik, ancora bambino, nonché orfano dei propri genitori. In un certo senso ci viene mostrata la sua genesi, e soprattutto il perché, dopo anni di promesse non mantenute, e la “fuga” di Fury sulla stazione spaziale SABRE dopo il Blip, abbia deciso di mettere in atto una vera e propria invasione alla conquista della Terra.
Le premesse che ci erano state presentate nel primo episodio, con quell’attentato a Mosca, primo tassello di un piano infinitamente più grande, trovano così un’inquietante prosecuzione. Gravik e il suo esercito di Skrull sono pronti alla guerra.
Segreti e intrecci politici

Sembrava piuttosto evidente fin dall’uscita del trailer, ma se il primo episodio ci aveva dato soltanto un assaggio di quella che potesse essere la direzione intrapresa dalla Marvel con Secret Invasion, grazie al secondo abbiamo invece un’assoluta conferma. La nuova serie TV del MCU cavalca quel filone spy-action percorso già, nel corso della Fase 3, con progetti come Captain America: Winter Soldier e Captain America: Civil War. A farsi spazio prepotentemente nella narrazione è inoltre la politica, vero fulcro intorno al quale ruota questo secondo episodio.
Fin dal momento in cui Talos rivela a Fury come sulla Terra ci siano all’incirca un milione di Skrull, perfettamente integrati nella società, comprendiamo come la portata di un’eventuale guerra possa essere veramente catastrofica per l’umanità. Ad aggravare ulteriormente la situazione, Promesse ci mostra come gli Skrull ricoprano inoltre ruoli di straordinaria importanza, senza che nessuno sospetti della loro natura. È qui che iniziano gli intrecci politici, ed è qui che l’episodio trova il suo indiscutibile punto di forza.
Mentre Gravik, in quella splendida sequenza in cui si svolge il Consiglio, accresce ulteriormente il proprio potere diventando Generale Skrull, Fury si trova in balia degli eventi. La Russia pensa che dietro l’attentato a Mosca ci siano gli Stati Uniti, e la sua presenza sul luogo dell’accaduto porterà anche Rhodes (War Machine) a dubitare della sua buona fede. Un’altrettanta inattesa scena finale getta inoltre ombra su una delicata questione personale.
I pregi di Secret Invasion

Che Secret Invasion potesse essere uno dei prodotti più interessanti partoriti dalla Marvel negli ultimi anni, era parso eclatante fin dal suo annuncio. D’altronde già la presenza di due new entry come Emilia Clarke e Olivia Colman faceva ben sperare riguardo la qualità del progetto. In effetti proprio quest’ultima, nonostante il poco tempo sullo schermo, è in grado di elevare il proprio personaggio a uno dei più interessanti tra quelli presentati fino ad ora, dimostrandosi ancora una volta un’attrice di livello assoluto. Soprattutto in questo secondo episodio la sua Sonya è protagonista di una delle sequenze più riuscite e inquietanti.
In generale comunque le performance attoriali sembrano un grande punto di forza di Secret Invasion, insieme alla capacità di mantenere alta la suspense per tutta la durata degli episodi. In questo senso Promesse è un grande esempio di come una scrittura dei dialoghi particolarmente brillante – cosa che in casa Marvel non si verificava da tempo, eccezion fatta per Guardiani della Galassia Vol. 3 – e un’atmosfera tetra, siano incredibilmente funzionali a creare quella tensione che caratterizza questi primi episodi. La strada imboccata sembra quella giusta, adesso non ci resta che sperare in un prosieguo in crescendo.
Avete già visto il secondo episodio di Secret Invasion? Fatecelo sapere qui sotto nei commenti. E se ancora non avete letto la recensione del primo, la potete trovare qui. L’appuntamento è per la prossima settimana.