A volte ritornano, e non sempre è un bene. Questo è il pensiero che spesso tormenta milioni di appassionati quando viene annunciato dopo anni un reboot o un sequel del loro titolo preferito. Se poi c’è di mezzo anche quel mattacchione di Netflix, beh, le preoccupazioni trovano facilmente giustificazioni. Fortunatamente Scott Pilgrim: La serie non rientra in quella palude di prodotti dimenticabili del colosso dello streaming.
Questa volta non troviamo Wright alla regia, il quale risulta come produttore, bensì Abel Gongora. L’animatore e regista fa parte dello studio d’animazione giapponese Science SARU, lo stesso di opere di rara bellezza come Devilman Crybaby. Anche questa volta Netflix fa centro con un anime confezionato ad hoc, non solo nell’animazione e nello stile grafico, ma anche nella trama innovativa alla quale ha lavorato lo stesso O’Malley.
Il ritorno di Scott Pilgrim non è infatti ciò che vi aspettate, o meglio, potrebbe sembrarlo all’inizio ma ad un certo punto sterza improvvisamente rimescolando le carte in tavola. Non è ciò che vi aspetta, ed è solo che un bene.
Scott Pilgrim Takes Off
Il titolo originale della serie ci suggerisce in anticipo come la storia che tutti conosciamo viene modificata. Se il primo episodio è praticamente identico all’inizio del film, dal secondo in poi Scott Pilgrim lascia il posto ai suoi comprimari che da quel momento in poi dirigeranno le danze fino alla fine. Sarà Ramona Flowers a diventare la nuova protagonista, impegnata con la ricerca di Scott: dove è finito? Chi l’ha rapito?
Togliere dalla scena il protagonista principale permette alla serie di sviluppare non solo nuovi incastri narrativi, ma di concentrarsi su personaggi come i 7 ex malvagi. Anche loro diventano protagonisti, ognuno con la propria sottotrama che andrà poi a coincidere con quella degli altri nelle battute finali. Non dovendo condensare tutta la narrazione in due ore, la serie si prende i suoi tempi con ritmi sempre diversi. Si percepisce un ottimo equilibrio tra i momenti più action a quelli più lenti e riflessivi, il tutto scandito ovviamente da una comicità tipica del racconto.
Purtroppo se cercate la stessa concentrazione di botte e arti marziali presenti nel lungometraggio resterete delusi, ma fidatevi se chi scrive dice che ne varrà la pena. A rendere il tutto ancora più piacevole è la scelta del cast. Tornano infatti tutti i volti iconici del film, compreso quello sfigatello ormai icona di Michael Cera. Se si vuole cercare necessariamente un difetto al racconto lo si può riscontrare nella sua semplicità. Purtroppo alcuni passaggi, tra cui il twist finale, risultano un po’ banalotti e scontati. Il punto di forza però è proprio l’originalità dell’intreccio, collegato direttamente anche con il film.
Scintille d’amore in un anime picchiaduro

La serie si difende molto bene sia per l’animazione che lo stile. Nonostante in entrambi i casi non faccia strabuzzare gli occhi, la serie vanta comunque un comparto tecnico e una scelta stilistica unici e propri dell’opera, inserendosi bene nell’ecosistema del racconto e calzando a pennello con la natura stravagante del personaggio di Scott Pilgrim e dei suoi amici. Come non notare inoltre le numerose citazioni al cinema, al mondo dell’animazione nipponica e soprattutto ai picchiaduro 2D anni ‘80/’90 che già contaminavano il lungometraggio di Wright.
A proposito del regista della trilogia del cornetto, la serie riesce a prendere in giro non solo se stessa ma anche il film che l’ha preceduto, ma su questo non ci dilunghiamo per evitarvi spoiler. Fate solo attenzione ai dettagli, e lì che si annidano le citazioni e le gag più divertenti. Per concludere questa recensione vale la pena fare una piccola riflessione. Guardando la serie si può subito notare una cosa, siamo molto lontani dalla meraviglia del film. Questo in realtà per un motivo banale.
Nonostante ci sia della qualità, e sicuramente l’intenzione di mandare avanti questo racconto con almeno un’altra stagione, il suo essere una serie animata non le permette di spiccare come il film. Infatti tutto lo stupore nel guardare quei folli combattenti in live-action, con sezioni che alternano normali inquadrature a quelle che simulano le vignette di un fumetto, manca completamente nell’anime. Purtroppo per questo la serie, nonostante una storia completamente inedita che conserva una fedeltà all’anima originale del racconto, non riesce ad avvicinarsi alla spettacolarità del live-action.
Nonostante ciò noi vi consigliamo comunque di recuperarla e godervela a pieno, fra risate e scontri avvincenti in nome dell’amore. Se una volta finita la serie non sapete cosa recuperare qui trovate tutte le uscite di Novembre su Netflix. E voi? Avete visto Scott Pilgrim: La serie? Diteci cosa ne pensate con un commento!