People’s Choice Award: i 23 migliori vincitori, una lista di capolavori

A settembre Toronto è invasa dal cinema, l'International Film Festival come ogni anno propone film da ogni nazione. Grande interesse c'è per il People's Choice Award, il premio del pubblico che più di una volta ha anticipato gli Oscar. Ecco quindi i 23 migliori film che hanno ottenuto questo riconoscimento profetico.
People's Choice Award: i 23 migliori vincitori, una lista di capolavori

Con l’arrivo dei primi festival comincia ufficialmente anche il toto-Oscar e c’è un riconoscimento tra tutti che è indicatore della prossima stagione dei premi. Il People’s Choice Award sancisce tramite voto del pubblico il film più popolare presentato al Toronto International Film Festival. Giunto alla sua 48a edizione, la manifestazione ha preso il via come di consueto il giorno successivo al Labour Day statunitense, festeggio il primo lunedì del mese di settembre.

In occasione della nuova edizione abbiamo deciso di omaggiare alcuni dei titoli che si sono aggiudicati il simbolico e anticipatorio premio, spesso lanciando la carriera di noti cineasti. Al Festival partecipano centinaia di film prodotti da oltre cinquanta paesi e sono proiettati in 23 sale cinematografiche. Non mancano grandi esclusi ma ecco quali sono i titoli vincenti con cui riempiremmo il multisala diffuso per la città canadese in rigoroso ordine cronologico.

Momenti di Gloria: il primo People’s Choice Award che ha anticipato l’Oscar

Momenti di Gloria, dai People's Choice Award agli Oscar
Momenti di Gloria, dai People’s Choice Award agli Oscar

Presentato in concorso al 34° Festival Cannes, Momenti di Gloria, intitolato Chariots of Fire in originale, inaugura il dono di preveggenza del People’ Choice Award. Aggiudicata la preferenza del pubblico a Toronto, il film diretto da Hugh Hudson ha conquistato il premio come miglior film ai BAFTA, come miglior film straniero ai Golden Globe e ben quattro statuette agli Oscar tra cui la più ambita. Momenti di Gloria segue le vicende realmente accadute di alcuni studenti del college di Cambridge che affrontano 

Il Grande Freddo

Una scena de Il Grande Freddo
Una scena de Il Grande Freddo

Passano due anni e nel 1983 passa agli onori del pubblico e di parte della critica un film candidato ai maggiori riconoscimenti cinematografici, soprattutto per la sua sceneggiatura originale. Nessun successo ma Il Grande Freddo di Lawrence Kasdan rientra tra i cult della settima arte. A spiccare è un cast di volti a noi ormai noti come Glenn Close, Jeff Goldblum e William Hurt. Il film racconta di un gruppo di amici che si ritrova dopo anni in occasione del funerale di uno di loro. 

La Storia Ufficiale

Norma Aleandro protagonista di La Storia Ufficiale
Norma Aleandro protagonista di La Storia Ufficiale

Pochi film per il regista e produttore argentino Luis Penzo ma il 1985 segna l’anno in cui il suo nome è stato riconosciuto a livello internazionale. La Storia Ufficiale è un dramma ambientato durante gli ultimi strascichi della dittatura nel quale Alicia, insegnante del liceo, insegue scomode verità dietro l’adozione della figlia e connesse agli organo militari del paese. Un film scomodo valso l’Oscar per il miglior film straniero e diverse onorificenze per la protagonista interpretata da Norma Aleandro.

La Storia Fantastica, il fantasy al People’s Choice Award

La Storia Fantastica, Westley e Bottondoro
La Storia Fantastica, Westley e Bottondoro

Una curiosa coincidenza ma passano sempre due anni da un altro grande film proiettato a Toronto e che ha incantato il pubblico votante del People’s Choice Award. Da una storia ufficiale si passa ad una Fantastica grazie a The Princess Bride di Rob Reiner che sbaraglia la concorrenza e, seppur presente agli Oscar solo per la miglior canzone, pone le basi per il genere fantasy moderno. Un leggendario racconto narrato da un nonno al nipote prende vita, per una grande storia d’amore che inneggia all’immaginazione.

Donne sull’orlo di una crisi di nervi

Una scena di Donne sull'orlo di una crisi di nervi
Una scena di Donne sull’orlo di una crisi di nervi

Il suo stesso autore citerà questo titoli nei successivi lavori. Non è l’opera prima di Pedro Almodovar ma sicuramente Donne sull’orlo di una crisi di nervi risulta seminale nella sua filmografia nonché un passaggio fondamentale per la sua carriera. Presentato a Cannes, il film vince il premio a Toronto nell’88, facendo incetta di premi e candidature ai Goya, arrivando nella shortlist per il miglior film straniero agli Oscar. Un Intrigo amoroso tra una doppiatrice, il suo compagno, l’ex moglie ed un’amante che prende la piega sbagliata.

Roger & Me, anche al People’s Choice Award è tempo di documentari

Michael Moore regista di Roger & me
Michael Moore regista di Roger & me

Il 1989 è importante per i People’s Choice Award perché ad aggiudicarsi il favore del pubblico è un documentario. Michael Moore si presenta con la sua prima sferzante critica al sistema americano, svelando le conseguenze della chiusura di una fabbrica delle General Motors. Roger & Me è il primo grande investimento del regista che compie il suo ingresso in televisione, ottenendo molti apprezzamenti ma anche molte critiche.

Cyrano de Bergerac

Cyrano de Bergerac, vincitore del People's Choice Award nel 1990
Cyrano de Bergerac, vincitore del People’s Choice Award nel 1990

L’opera di Edmond Rostand è nota a molti. Cyrano, dal lungo naso, è innamorato della bella Rossana ma deve aiutarla a conquistare il giovane Cristiano. Nella trasposizione del 1990 ad interpretare il nobile Cyrano è Gérard Depardieu, affiancato da Anne Brochet e da Vincent Perez. Il film diretto da Jean-Paul Rappeneau è mattatore in terra francese, vince come miglior film straniero ai Golden Globe e, a fronte di cinque candidature agli Oscar, conquista la statuetta per i migliori costumi.

La leggenda del re pescatore

Robin Williams e Jeff Bridges
Robin Williams e Jeff Bridges

Una regia prestigiosa come quella di Terry Gilliam, una coppia di attori blasonati come Jeff Bridges e Robin Williams e la sceneggiatura non originale da premio Oscar a firma di Richard LaGravenese. La leggenda del re pescatore attinge dal ciclo arturiano, catapultando la leggenda del Sacro Graal nella città che non dorme mai, New York, coinvolgendo un deejay radiofonico ed un senzatetto. Il film vince l’edizione il riconoscimento del Festival di Toronto nel 1991.

Shine, brilla la stella di Geoffrey Rush

Geoffrey Rush in una scena del film
Geoffrey Rush in una scena del film

La storia vera di David Helfgott, pianista australiano di origine ebrea, dal grande talento ma affetto da un’infermità mentale che incide sulla sua carriera, superata parzialmente attraverso una dolorosa terapia. Nei panni dell’artista c’è Geoffrey Rush che, oltre a condurre Shine alla vittoria candese nel 1996, vince nonostante gli agguerriti avversari il premio come miglior attore protagonista agli Oscar ed ai Golden Globe. Il film, diretto da Scott Hicks, riceve anche altre sei candidature senza però primeggiare nelle categorie.

La vita è bella, il People’s Choice Award è tricolore

La vita è bella, unico italiano a vincere i People's Choice Award
La vita è bella, unico italiano a vincere i People’s Choice Award

Per la prima affermazione italiana al People’s Choice Award bisogna aspettare il 1998 e, ovviamente, il film in questione non può che essere La vita è bella. Il film di e con Roberto Benigni rilancia la bandiera tricolore nel panorama del cinema internazionale. Miglior film in lingua straniera, miglior attore protagonista e miglior colonna sonora agli Oscar. Il coraggio e il buon spirito di un papà che, per amore del figlio tenta, di trasformare in gioco l’incubo della guerra.

American beauty

American Beauty di Sam Mendes
American Beauty di Sam Mendes

L’anno seguente è il turno di American Beauty di Sam Mendes. Diretto da Sam Mendes il film è stata in grado di ribaltare tutte le previsioni ed il consenso generale e, come spesso accade, il premio canadese ha anticipato il suo destino. Sono 159 in tutto le nomination raccolte in tutte le diverse competizioni cinematografiche, portando a casa 86 premi, tra cui cinque Academy Award. Kevin Spacey è Lester Burnham e rappresenta appieno la figura patriarcale dell’americano medio, in un’opera che tratta di sessualità e pulsioni umane.

La tigre e il dragone

La tigre e il dragone premiato ai People's Choice Award
La tigre e il dragone premiato ai People’s Choice Award

Dopo lo sbarco in Europa, il People’s Choice Award premia per la prima volta anche un titolo asiatico. Ang Lee mostra al pubblico La tigre e il dragone ed è subito un successo soprattutto al botteghino statunitense, divenendo il film straniero con il più alto incasso, superando il sopracitato La vita è bella. La sua presenza agli Oscar permette al regista di Taiwan di ottenere quattro riconoscimenti, succedendo come eccellenza asiatica ad una leggenda come Akira Kurosawa.

Il favoloso mondo di Amélie, niente Oscar ma successo ai People’s Choice Award

Un'iconica scena de Il favoloso mondo di Amélie
Un’iconica scena de Il favoloso mondo di Amélie

In questa classifica come detto ci sono film che da Toronto sono arrivati agli Oscar e che spesso hanno ottenuto una statuetta o più, altri no ma hanno ottenuto un posto di rilievo nel cinema tutto. Il favoloso mondo di Amélie ha guadagnato con il tempo, secondo classifiche e note riviste, la portata del capolavoro. L’ambientazione parigina, la fotografia curata e una protagonista che parla a tu per tu con il pubblico.

Zatoichi

Zatoichi di Takeshi Kitano
Zatoichi di Takeshi Kitano

L’Oriente ci prende gusto e nel giro di un paio d’anni bissa il successo di La tigre e il dragone, con un film di stampo storico che per la sua regia vince il leone d’argento al Festival di Venezia del 2003. Zatoichi di Takeshi Kitano offre la firma splatter del regista raccontando le gesta del personaggio letterario ideato da Kan Shimozawa, nella sua più celebre rappresentazione cinematografica.

Hotel Rwanda

Don Cheadle in una scena di Hotel Rwanda
Don Cheadle in una scena di Hotel Rwanda

Anche il titolo vincitore del premio nel 2004 non è effettivamente stato protagonista nella notte più attesa del cinema hollywoodiano, però Hotel Rwanda conserva un valore storico per quel che racconta. Don Cheadle interpreta Paul Rusesabagina, imprenditore del ruanda che durante il genocidio del Ruanda ha contribuito a salvare 1200 persone di etinia Tutsi. Una tragedia che ad appena dieci anni dagli avvenimenti narrati ha portato a riflettere il pubblico su una delle tragedie del recente passato.

La promessa dell’assassino, Cronenberg al People’s Choice Award

La promessa dell'assassino vincitore del People's Choice Award nel 2007
La promessa dell’assassino vincitore del People’s Choice Award nel 2007

Questa votazione del pubblico non può che trovare l’appoggio di ogni appassionato. Com’è possibile che David Cronenberg non abbia mai vinto un premio prestigioso? La promessa dell’assassino si discosta dal cronenberg degli inizi ma colpisce sempre con la medesima violenza. La vittoria di Toronto manda un messaggio verso un sistema che non l’ha mai apprezzato abbastanza, fatta eccezione per il leone d’oro alla carriera. Torna Viggo Mortensen in un film del regista, questa volta coinvolto in un thriller dove la vita di un infante è messa in pericolo dagli intrighi della mafia russa.

The Millionaire

Dev Patel protagonista di The Millionaire
Dev Patel protagonista di The Millionaire

Danny Boyle dietro la macchina da presa, Dev Patel nel ruolo del diciottenne Jamal Malik. The Millionaire diventa un vero e proprio caso mediatico sin dalla distribuzione in sala e poi in seguito alla stagione dei premi. L’incredibile scalata al milione è stata in grado di raccogliere otto statuette su dieci candidature, di conquistare i Golden Globe ed anche i BAFTA. Anche in questo caso lo sguardo degli spettatori nel settembre 2008 è stato lungimirante.

Il discorso del re

Colin Firth e Geoffrey Rush ne Il discorso del re, vincitore del People's Choice Award
Colin Firth e Geoffrey Rush ne Il discorso del re, vincitore del People’s Choice Award

Nella nostra ipotetica rassegna ritroviamo nuovamente Geoffrey Rush, questa volta in sostegno di Colin Firth nell’elegante Il discorso del re. Anche in questo caso il titolo del 2010 viene gradualmente accompagnato alla vittoria come miglior film agli Oscar. Film britannico che tratta di storia britannica, del re Giorgio VI e del suo problema di balbuzia, corretto grazie all’aiuto del logopedista Lionel Logue. Spiccano ovviamente le interpretazioni di un cast meticolosamente scelto e perfettamente amalgamato.

Il People’s Choice Award l’aveva detto: l’Oscar era di La La Land

Una scena di La La Land
Una scena di La La Land

Ammettiamolo. Tutti, o quasi, abbiamo gridato allo scandalo durante l’edizione 89 degli Academy Award. Miglior regia, miglior attrice protagonista, miglior fotografia, miglior scenografia, miglior colonna sonora, miglior canzone originale. Mancava giusto il fiore all’occhiello ma il famoso scambio delle buste ha cambiato le carte in tavola. La La Land rimane per tutti l’unico vincitore di quella serata e, ci teniamo a ribadirlo, a Toronto l’avevano già capito. Quello sguardo silenzioso tra Ryan Gosling ed Emma Stone parla più di ogni parola.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Tre manifesti a Ebbing,Missouri si aggiudica il People's Choice Award
Tre manifesti a Ebbing,Missouri si aggiudica il People’s Choice Award

Percorso simile a molti altri film menzionati fino a questo momento. Tre manifesti a Ebbing, Missouri si presenta al grande ballo forte di tutti gli onori ma, di nuovo, rimane quasi a bocca asciutta eccetto per il doppio premio assegnato ai suoi attori, Frances McDormand e Sam Rockwell. Alla regia Martin McDonagh che dà voce alle proteste di una madre che reclama giustizia dopo la brutale morte della figlia.

JoJo Rabbit

A sinistra Taika Waititi nei panni di Hitler
A sinistra Taika Waititi nei panni di Hitler

Forse in molti sono abituati a conoscere Taika Waititi per la sua frizzantezza e spesso eccessiva comicità, ma Jojo Rabbit mette in scena tutta la sua capacità di satira trattando un tema delicato. Il nazismo visto con lo sguardo di un bambino che come amico immaginario ha proprio Adolf Hitler, interpretato dal regista. È per la scrittura che il film viene premiato sia agli Oscar che ai Bafta, ispirandosi al romanzo Il cielo in gabbia.

Nomadland

Uno scatto di Nomadland
Uno scatto di Nomadland

Significativo il 2020 per l’affermazione di Chloé Zhao in un duello al People’s Choice Award tutto al femminile. Frances McDormand è ancora mattatrice in un film che perlustra il deserto americano, in cerca di sé stessi e di luoghi sempre nuovi da chiamare casa. A incorniciare gli incontri e le dinamiche di questi nomadi contemporanei è lo sguardo documentaristico della regia che immortala la natura sconfinata. Il riconoscimento a Nomadland come miglior film era preventivato, anche se in una cornice priva della magia degli Oscar nella prima edizione post pandemica.

E per finire, nel 2022…The Fabelmans

The Fabelmans, l'ultimo vincitore del People's Choice Award
The Fabelmans, l’ultimo vincitore del People’s Choice Award

Arriviamo alla scorsa, ricchissima, edizione con il film semi autobiografico di uno dei registi più importanti di sempre: The Fabelmans di Steven Spielberg. Un racconto di formazione, una storia di famiglia che imprime su pellicola, come scritto nella nostra recensione, il motivo per cui amiamo il cinema. Un film che purtroppo nonostante le attese è stato eccessivamente snobbato dalla giuria votante agli ultimi Academy Awards e che ha dovuto fronteggiare anche il deludente riscontro di pubblico in sala. Ma un’opera del genere merita di essere vista, soprattutto nel luogo per cui è stata creata.

Si completa così la nostra rassegna a tema People’s Choice Award, tra titoli osannati ancora oggi ed altri passati fin troppo in sordina. Un invito questo non solo a recuperare i film citati ma anche a tenere d’occhio il Toronto International Film Festival perché chissà, forse un prossimo premio Oscar è stato già annunciato.

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