Oppenheimer, la triste storia vera di Jean Tatlock

Con la recente uscita nelle sale italiane di Oppenheimer, cogliamo l’occasione per fare luce su uno dei personaggi più affascinanti della pellicola, al quale avremmo voluto vedere riservate più scene. Stiamo parlando di Jean Tatlock, giovane psichiatra, amica, amante e compagna del fisico del Progetto Manhattan.
Oppenheimer, la triste storia vera di Jean Tatlock

Oppenheimer, ultima fatica da 180 minuti di Christopher Nolan è finalmente arrivata anche nelle sale italiane. Tra le tante opinioni e recensioni più che positive fa capolino però qualche voce che accusa la pellicola di peccare di profondità nello sviluppo dei personaggi che orbitano attorno al fisico statunitense. Tra questi non possiamo che ritrovare Jean Tatlock.

Chi era Jean Tatlock, il vero amore di Oppenheimer

Pugh e Murphy in una scena di Oppenheimer
Pugh e Murphy in una scena di Oppenheimer

Jean Tatlock, insieme alla Mrs. Oppenheimer di Emily Blunt, rappresenta uno dei personaggi femminili, e non solo, più cruciali nello svolgimento della pellicola e nella vita del fisico. Eppure Nolan sceglie di non dare luce a tutte quelle sfumature che una figura enigmatica ed emblematica come quella del primo e tormentato amore di Oppenheimer avrebbe potuto portare con sè. Il personaggio di Florence Pugh è delineato sulla scena attraverso la mente di Cillian Murphy e i segni che su di lui ha lasciato.

Ma Jean Tatlock non è stata solo questo. Considerando che fu anche a causa dei legami che Oppenheimer ebbe con lei che nel 1954 gli fu revocato l’accesso alle informazioni confidenziali sulla sicurezza nazionale. Tatlock nacque nel 1914, in Michigan da genitori noti e letterati, il che influì chiaramente sulla sua formazione. Conseguì la laurea in psichiatria a Stanford, nel 1941, tre anni prima della sua prematura morte. Si occupò però anche di letteratura inglese e si avvicinò al mondo del giornalismo. Curò infatti diversi reportage e inchieste per il  Western Worker, giornale noto per i suoi legami con il partito comunista.

Jean e Oppenheimer si conobbero nel 1936, a Berkeley, dove lui insegnava fisica all’università. “Vedere una donna in un’aula universitaria era ancora considerato insolito, a maggior ragione se era una donna con la brillantezza accademica, la storia di vita di Tatlock e il suo bell’aspetto. Nonostante i dieci anni di differenza che li separavano, tutti gli amici intimi di Oppenheimer sostengono che lui si innamorò di lei come non si era mai innamorato prima”. Questo quanto riportato sul loro incontro dalla biografia Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica. Il trionfo e la tragedia di uno scienziato.

La fine di Jean Tatlock nel film Oppenheimer…

Florence Pugh come Jean Tatlock
Florence Pugh come Jean Tatlock

AAA piccolo spoiler alert

La morte di Jean Tatlock segna un punto di crisi nella vita di Oppenheimer, che dovette affrontare la perdita di uno dei suoi affetti più sinceri e significativi in uno dei momenti più critici della sua carriera. Le circostanze attorno alla morte della giovane psichiatra, che all’epoca aveva solo 29 anni, non furono mai del tutto chiarite e Nolan (vedi qui tutti i suoi cameo nel film) ha voluto utilizzare nel suo film un approccio alla questione altrettanto nebuloso.

Vuoi per evitare di prendere posizione, o, al contrario, per abbracciare le ipotesi di cospirazione, o magari ancora semplicemente per amplificare la sensazione opprimente di responsabilità del suo protagonista. Il regista opta infatti per un montaggio che mette in scena un suicidio-omicidio, in cui lo spettatore vede Tatlock assumere dei farmaci e lasciarsi affogare nella vasca, ma al tempo stesso le mani di qualcuno che la forza a rimanere sott’acqua.

… e nella realtà

Un frame di Oppenheimer
Un frame di Oppenheimer

Quello che è certo è che Jean fu ritrovata morta da suo padre, con il capo parzialmente immerso in una vasca da bagno e con un biglietto di addio che recitava: “Sono disgustata da tutto. A chi mi ha amata e mi ha aiutata, mando tutto il mio amore e coraggio. Volevo vivere e contribuire, ma per qualche ragione sono rimasta paralizzata. Ho provato come una matta a capire e non ci sono riuscita.

Ci furono però diversi elementi che tolsero credibilità all’ipotesi di suicidio, in favore di una volontà di eliminare la Tatlock per le sue posizioni politiche e per la sua vicinanza ad Oppenheimer. Il padre aspettò infatti diverse ore prima di allertare i soccorsi e si dice che, prima del loro arrivo, abbia bruciato lettere e fotografie della figlia.

 

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