Il genere true crime è sempre più in voga e negli ultimi anni c’è una serie che ne decostruisce gli stilemi e sfrutta quell’insaziabile coinvolgimento. Continuano gli intrighi ed i colpi di scena con Only Murders in the Building 3, l’attesissima nuova stagione della comedy-drama ideata da Steve Martin e da John Hoffman, dall’8 agosto su Disney+. Le aspettative dopo le prime due season sono elevate ma le premesse del nuovo misterioso caso da investigare lasciano ben sperare.
Only Murders in the Building 3: si alza il sipario!
Già, perché se nelle precedenti due stagioni l’azione prende luogo prevalentemente all’interno dell’Arconia Building, in questo caso tutto parte dal palcoscenico, proprio dove eravamo rimasti. L’ultimo episodio rilasciato lo scorso 23 agosto ha visto il trio di protagonisti composto da Charles, Oliver e Mabel (interpretati da Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez) risolvere l’intricato omicidio di Bunny, l’amministratrice del lussuoso palazzo, e dare una speranzosa sterzata verso il proprio futuro.
Il debutto a Broadway del nuovo spettacolo di Oliver intitolato Death Rattle assume però sin dall’apertura del sipario una piega inattesa. Come nei migliori gialli, il sangue e gli omicidi inseguono i protagonisti che non possono trovare una via di fuga. Il protagonista dello spettacolo, Ben Glenroy, crolla a terra tra lo stupore del teatro che diventa scena del delitto. E la terza stagione si apre così, con un nuovo crimine ed un nuovo caso che non tarda a sorprendere.
Stesso copione, o forse no

Come abituati finora la serie mantiene uno schema ben definito che come i classici del genere non tramonta mai, riuscendo comunque a mantenere alto l’interesse. Il momento di quiete viene ancora una volta sconvolto e, di nuovo, non solo il trio è testimone ma anche direttamente coinvolto, per il consueto gioco degli equivoci. Ritroviamo perciò fin da subito quelle dinamiche che ci hanno fatto innamorare dello show. Non manca quindi la consueta eleganza della messa in scena, una regia pronta a sorprendere con i suoi guizzi e la consolidata chimica tra i personaggi.
A stravolgere lo scenario è però innanzitutto l’ingresso di un duo d’alto livello che rischia di attirare su di sé tutti i riflettori. La vittima Ben Glenroy è infatti Paul Rudd (Ant-Man), un famoso attore hollywoodiano, mentre Loretta Durkin, attrice attempata in cerca di una svolta, è l’immensa Meryl Streep. La loro semplice presenza riempie ogni inquadratura ma la loro bravura, che di certo non sorprende, li rende parte di un copione coeso e ben strutturato.
Only murders in the building 3: il giallo si fa musical

Subentra poi l’elemento musicale donata dall’apporto di Justin Paul e Benj Pasek, compositori dei brani di La La Land. Una componente di rischio che potrebbe conferire maggiore freschezza e dinamismo. Nei primi due episodi abbiamo avuto un primo assaggio, in chiave onirica, con l’anticipazione di un utilizzo sempre più massiccio di brani e musiche che certamente può valorizzare il personaggio di Selena Gomez, grazie ai suoi trascorsi disneyani ed alla sua carriera da cantante.
Nel mezzo di una crisi

A cambiare è il rapporto interno, in particolare quello tra gli “anziani” (Charles ed Oliver) e la giovane Mabel. Per la prima volta viene messa in dubbio l’armonia della bizzarra squadra, infatti ognuno è orientato verso la propria realizzazione. Nelle prime battute il trio appare più lontano che mai, comparendo raramente in scena al completo. Fatto sottolineato dall’iniziale mancanza del podcast che ha permesso il loro incontro e fortificato il loro rapporto.
A risentirne maggiormente è proprio la ragazza che, alla soglia dei trent’anni, è nel pieno di una crisi esistenziale ed alla ricerca di un modo per rientrare nella zona comfort, tanto da sperare in nuovo caso sul quale indagare. Un nuovo sviluppo per un personaggio che sempre più rappresenta la generazione millennials. Il tutto ovviamente avviene con leggerezza ed ironia, ma è l’ennesima riprova della scrittura attenta e pungente di uno show in grado di intingersi sempre di un retrogusto amaro.
In ogni caso e come si suol dire, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia, e lo stesso vale per Only Murders in the Building 3. Gli elementi di criticità che potevano mettere in dubbio la resa della terza stagione risultano per il momento scommesse ponderate. La serie, composta sempre da dieci episodi con cadenza settimanale, mantiene tutti i suoi punti di forza ma accoglie anche qualche variazione sul tema. Pronti a farci sorprendere dalla nuova indagine, non ci aspetta che attendere il prossimo episodio!