Nour, una storia vera ha ispirato il film?

Questa sera in TV andrà in onda su Rai 3 Nour, film del 2019, ma dall’anima più attuale che mai. Accompagniamo Nour e il medico Pietro in una storia di accoglienza e sensibilità, che ricorda e rappresenta il destino dei molti migranti che ogni giorno abbandonano il paese d’origine con l’Italia al centro delle loro speranze.
Nour, una storia vera ha ispirato il film?

Rai 3 propone questa sera alle 21:30 il film Nour, pellicola del 2019. Alla regia Maurizio Zaccaro, che si ispira al libro autobiografico di Pietro Bartolo, Lacrime di sale. Nel cast Sergio Castellitto nel ruolo di Pietro, medico di Lampedusa.

La trama

Una scena del film
Una scena del film

Pietro, interpretato da Sergio Castellitto (vedi qui la recensione dell’ultimo film del figlio Pietro), lavora in un centro accoglienza migranti nell’isola siciliana. Qui incontrerà Nour, ragazzina di non più di dieci anni che ha raggiunto le coste italiane attraverso quell’epopea nel Mar Mediterraneo che ancora oggi accomuna il destino di molti. La bambina ha lasciato il suo paese, la Siria, verso un futuro senza guerre e povertà, venendo separata però dalla madre Fatima. Pietro, una volta venuto a conoscenza del fatto che la bambina si trovi da sola in Italia, prende a cuore la sua storia e la accompagnerà nel viaggio verso l’incontro con la mamma.

Nour, cosa c’è di vero

Un altro frame di Nour
Un altro frame di Nour

Il personaggio di Nour simboleggia il dramma di una realtà attuale più che mai e il volto dei molti bambini che affrontano simili vicende. Il medico Pietro però esiste davvero e ha prestato servizio nell’isola di Lampedusa per un lungo periodo, dal 1992 al 2019, anno in cui è divenuto Europarlamentare. Il libro su citato Lacrime di Sale narra infatti la sua storia e le storie di chi ha incontrato e soccorso. Ha inoltre collaborato alla produzione del film e al delineare il soggetto di Nour come protagonista del film.

Queste le parole del regista di Nour Zaccaro su Pietro e il tempo trascorso insieme: “Stare con Pietro Bartolo a Lampedusa e fare con lui i sopralluoghi, è stata un’esperienza che ha indiscutibilmente lasciato in me un segno importante. Lontano dai riflettori e dai palchi dei suoi interventi pubblici, ho scoperto un uomo forte e tenace. Abbiamo parlato a lungo di tutto e alla fine sono tornato a casa ancora più convinto che il nostro mondo ha bisogno di persone come lui: esseri umani che insegnino ad altri esseri umani la compassione e il rispetto per chi è in difficoltà come i migranti che, per guerre o carestie, decidono di attraversare il Mediterraneo a rischio della loro stessa vita“.

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