Le pubblicità, stando a quanto riportato da un comunicato ufficiale da parte di Netflix, potrebbero diventare il punto di forza dei prossimi abbonamenti alla piattaforma, scaricando così alcuni costi e offrendo un servizio più economico.
Come avevano già annunciato alcuni rumors nelle scorse settimane, la giusta direzione per risanare questo periodo difficile, in breve, sarebbe quella di introdurre degli annunci pubblicitari. Dopo il grande guadagno avuto negli scorsi anni, soprattutto con il boom degli abbonamenti nel periodo del lockdown, la curva percentuale di Netflix (su costi e ricavi), nell’ultimo trimestre, è passata da 221,84 a 221,64 milioni.
A far considerare questa nuova politica, sarebbero i poco entusiasti risultati ottenuti dalla stessa piattaforma in questi ultimi mesi: secondo il report ufficiale infatti, l’andamento o trend del servizio di streaming starebbe volgendo verso il peggio; tra i dati più allarmanti, ad esempio, ci sarebbe una perdita, con una differenza di 200.000 abbonati (su scala mondiale) rispetto allo stesso periodo del 2021.
E le cause, secondo lo stesso report, sarebbero ben quattro. In primis, il servizio avrebbe subito alcune influenze che di per sé lo stesso Netflix non è in grado di controllare, come l’ampia diffusione della banda larga. In secondo luogo, sarebbe intervenuta la delicata situazione geopolitica tra Ucraina e Russia, che recentemente ha portato la piattaforma a chiudersi al mercato Russo; a questo si è aggiunto, come terzo elemento, la notevole competizione presente sul mercato televisivo/ di streaming americano tra le varie piattaforme. E in quarto luogo, si elenca la ragione più nota tra i consumatori: la condivisione della password e l’aumento dei prezzi per il proprio account (scorso gennaio)
Ed ecco le parole del CEO Netflix Reed Hastings:
“Coloro che hanno seguito Netflix sanno che sono stato contrario alla complessità della pubblicità e sono un grande fan della semplicità dell’abbonamento, ma per quanto io sia fan di questa realtà, sono più legato alla scelta dei consumatori”.
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