Mindhunter, la serie crime ideata da Joe Penhall e seguita in cabina di produzione esecutiva, tra gli altri, da David Fincher e Charlize Theron, è tra le serie che, indubbiamente, stanno tenendo molti fan con il fiato sospeso. E la ragione, come molti appassionati della produzione Netflix sapranno, è proprio l’incognita di una terza stagione, un prolungamento della storia atteso sin dal 2019, anno che potrebbe confermarsi come la chiusura della serie.
Negli ultimi giorni però qualcosa si è mosso, e a chiarire le idee sul progetto tratto dalla penna di John E. Douglas e Mark Olshaker ci ha pensato proprio uno tra gli showrunner del prodotto. È davvero arrivato il momento di chiudere il capitolo di una chicca del piccolo schermo come Mindhunter? Per scoprirlo, non dovrete far altro che seguirci in questo breve itinerario tra le ultime notizie sul tema.
Mindhunter 3 si farà?

Purtroppo dovremo metterci il cuore in pace: Mindhunter 3 non si farà. A dare la conferma definitiva è stato David Fincher, giusto qualche ora fa, ai microfoni della testata Le Journal de Dimanche. Chiacchierando, lo showrunner, oltre a dirsi “fiero” del lavoro svolto per le prime due stagioni, ha affermato che uno sviluppo dello show, ora come ora, presenterebbe una serie di svantaggi che non lo renderebbero più appetibile agli occhi del suo finanziatore numero uno. Il problema, come spesso accade, riguarda l’investimento.
Fincher, in breve, ha spiegato che i costi per la realizzazione della serie sarebbero troppo elevati, ma soprattutto che agli occhi del provider mancherebbero i numeri del pubblico, “non abbastanza alto” da giustificare un’ulteriore produzione. L’unione di questi due fattori hanno quindi fatto storcere il naso a un colosso come Netflix, che non investirà e, dunque, non procederà con la stesura di una terza stagione. Il regista di Sev7n, concludendo, ha aggiunto: “Non li biasimo. È una tale benedizione lavorare con persone capaci di tale audacia. Il giorno in cui i nostri obiettivi non coincideranno più, dovremo essere sinceri riguardo al separarci”.
La fine di un piccolo capolavoro

Di serie come Mindhunter se ne vedono poche, davvero. La cura dei dettagli, l’atmosfera anni Settanta che avvolge ogni fotogramma, quella buona dose di imprevedibilità e tensione, che solo una mano esperta come quella di David Fincher sa offrire, ne fanno una delle migliori prodotte negli ultimi anni da Netflix.
La trama, a modo suo, contribuisce a renderla tra le serie più accattivanti e insolite del catalogo. Protagonisti del racconto sono infatti due agenti dell’unità speciale investigazioni del FBI, Holden Ford (Groff) e Bill Tench (Mccallany), e Wendy Carr, una psicologa che assiste i due agenti attraverso gli Stati Uniti per profilare il prototipo del serial killer. E chi meglio di alcuni pluriomicidi può aiutarli nel loro scopo? i “ritratti” di Charles Manson, Richard Speck e tanti altri sono solo alcuni di quelli che si possono scoprire tra una puntata e l’altra. Qui ve ne proponiamo cinque.
Charles Manson
Charles Manson rappresenta probabilmente una delle “pedine” più oscure della storia statunitense, più che altro per il legame e la spaventosa organizzazione che riuscì a mettere in piedi con i propri seguaci: la famiglia Manson. Questo fatto è stato anche al centro dell’ultimo film di Tarantino, C’era una volta a…Hollywood, visti i suoi legami con il drammatico episodio che coinvolse Sharon Tate, ai tempi sposata con il regista Roman Polanski. Nella serie, Manson è interpretato da Damon Herriman.
Jerry Brudos
Attivo a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta nel Dakota del Sud, Brudos si distinte dagli altri serial killer per un particolare feticismo, quello delle scarpe, tanto da guadagnarsi il nome di “Il Killer fetiscista delle scarpe”. Di questo nella serie se ne fa ampia menzione. Brudos, in conclusione, è stato interpretato da Happy Anderson.
Ed Kemper
Kemper è un altro soggetto preso in esame da Ford e Tench nelle loro indagini, proprio perché decisamente attivo sul fronte omicidi. In particolare, Kemper ebbe modo di compierne parecchi a danni di donne, coinvolgendone prima alcune della sua famiglia e, in seguito, altre estranee, principalmente studentesse (le Co-eds). Il suo orientamento verso questo tipo di vittime gli valse il soprannome di Co-ed Killer. Nella serie, Cameron Britton riveste i panni di Ed Kemper.
David Berkowtiz
David Berkowtiz, meglio noto con il soprannome “Il Killer della Calibro 44”, è uno dei restanti criminali sottoposti a Ford e Tench. Particolarmente attivo nei tardi anni Settanta a New York, assunse questo particolare soprannome per via dell’arma con cui compiva i propri massacri. Le vittime tendenzialmente erano sempre di giovane età, sole o in coppia. Per Mindhunter, è Oliver Cooper a interpretarlo.
Richard Speck
Richard Speck si colloca di diritto tra i serial killer statunitensi più efferati degli ultimi decenni. Più che altro attivo nella zona di Chicago, agiva verso le sue vittime con un coltello a serramanico, riuscendo senza troppi scrupoli a mietere vittime a distanza di poco tempo. Per la serie, gli presta il volto Jack Erdie, un attore tendenzialmente più attivo sul fronte cinematografico che televisivo.
Abbiamo stuzzicato la vostra attenzione con questo piccolo recap su Mindhunter? Siete pronti a guardarla ancora una volta su Netflix? Noi l’abbiamo amata e ve la consigliamo caldamente, e intanto vi lasciamo al trailer della seconda stagione.