Mayor of Kingstown 2×03, la recensione: puntata aggiuntiva?

Siamo quindi arrivati al terzo episodio della seconda stagione di Mayor of Kingstown, dal titolo Five at Five. Ancora una volta, in linea col resto della serie e con la precedente stagione, si ha l’impressione che lo show voglia solo dilatare i tempi. Ma i terzi episodi sono spesso così e forse l’intento è far crescere la tensione.
Mayor of Kingstown 2x03, la recensione puntata aggiuntiva?

E così siamo arrivati a quel giorno della settimana. Quello in cui, sapendo Jeremy Renner nel pieno del suo recupero dopo il terribile incidente che l’ha coinvolto a inizio d’anno, possiamo rivederlo però al massimo della sua forma in Mayor of Kingstown, di cui rimane – soprattutto in questa stagione, soprattutto per tutta l’apprensione – protagonista indiscusso.

Mike McLusky è il centro, il nucleo, la miccia della polveriera. Forse troppo. Forse vorremmo vederlo girovagare meno e dover far fronte a sviluppi ben più esplosivi. Come la precedente, anche questa seconda stagione di serie rallenta un po’ troppo

Mayor of Kingstown è una maratoneta di carceriere

Un frame della serie Mayor of Kingstown
Un frame della serie Mayor of Kingstown

Forse vuole giocare sulla lunga distanza, ma ci si chiede se, di fronte a un progressivo disinteresse degli spettatori, le verrà concesso di farlo. Anche se dietro c’è uno dei più grandi nomi della serialità (e non solo) in circolazione, ideatore di storie sulla grande frontiera filo-spinata degli Stati Uniti d’America: Taylor Sheridan

Quel Sheridan che sempre su Paramount+ sta ottenendo ben altri risultati con il franchise in costante espansione di Yellowstone. E che, anni or sono, firmò le sceneggiature di quella interessantissima trilogia della frontiera americana costituita da Sicario di Denis Villeneuve (2015), Hell or High Water di David Mackenzie (2016) e I segreti di Wind River dello stesso Sheridan (2017). Lì le cose si sono fatte rapide, concitate, in soli tre anni. Qui, c’è ancora tutto da far succedere.

Povero terzo episodio

Mayor of Kingstown: Bunny e Mike McLusky

Certo, Five at Five (Cinque alle cinque) vuole chiaramente essere un episodio preparatorio. Il tipico terzo episodio di qualunque nuova stagione che, dopo una première pensata per riprendere un discorso, attaccare in medias res o esplodere direttamente col botto, deve raccogliere i pensieri e gettare le basi per una narrazione più costante. Se si facesse una statistica di qualunque serie recensita, i terzi episodi ne uscirebbero perlopiù male.

In questo infatti, Mayor of Kingstown punta a una narrazione molto più contenuta e condensata (basti solo guardare al minutaggio ridotto). Però i problemi persistono. Il ruolo di Iris (Emma Laird) non trova ancora delle motivazioni solide all’interno dello sviluppo generale. Da chiave di volta, senza un adeguato sviluppo potrebbe dimostrarsi facilmente una sottotrama superflua. Fuori dal carcere poi, la situazione sembra del tutto statica. Due storyline, che si toccano poco nonostante vorrebbero tanto.

Si gioca di tensione in Mayor of Kingstown

Mayor of Kingstown, per ora, sembra giocare sulla tensione. Più le cose non succedono, più ci chiediamo perché non succedano e quando succederanno. Si spera, quanto prima, nei prossimi episodi. Ma per ora, questa rimane la strada: far montare l’ansia come in una rivolta carceraria pronta a esplodere da un momento all’altro. Il problema però, con l’eccesso di attesa, è che è tutta questione di tempismo. Anticipa troppo e perderai, la tensione sarà inesistente e mai creata. Ritarda, perdi il momento, l’attimo voluto dal giusto tempismo, e gli spettatori smetteranno di seguirti. Si sgonfieranno, come una rivolta che ha perso il momento del cambio turno di guardia.

Voi avete visto l’ultimo episodio di Mayor of Kingstown? E avete letto la recensione del precedente? Vi invitiamo a farlo e a condividerci i vostri pensieri su quanto visto finora, come sempre nei commenti.

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