M3GAN, recensione: bambola assassina tra Chucky e Terminator

James Wan e Jason Blum riesumano con M3GAN il concept della bambola assassina, in una versione che predilige AI e titanio agli spiriti demoniaci. Horror, comedy e thriller sci-fi per una pellicola che coinvolge e fa riflettere, ma che non spinge abbastanza l’acceleratore sulla sua vena gore.
M3GAN, recensione: bambola assassina tra Chucky e Terminator

M3GAN è il film horror per i non amanti dell’horror. Perché forse proprio horror non è. Quindi se come chi scrive non impazzite per gli horror più strong, da emozioni forti, quelli in cui sono coinvolti demoni e possessioni, potete tranquillamente concedervi la visione di questo film e godervi qualche momento thrilling senza troppa paura.

E se non lo avete fatto in sala questo gennaio avete ora l’occasione di recuperare. M3GAN sarà infatti da oggi, 14 agosto 2023, disponibile su Sky e NOW (qui il palinsesto completo di agosto). La pellicola targata Blumhouse (e come poteva essere altrimenti) si è congedata con un bottino superiore ai 100 milioni di dollari. Più che discreto, a fronte dei 12 che è costato. E ancora una volta la massima di Blum e Wan, qui all’ennesima e fruttuosa collaborazione, “minima spesa, massima resa” è stata pienamente onorata.

M3GAN, tra horror e thriller sci-fi

M3GAN fonde l’orrore al fantascientifico, riportando la nostra attenzione, in modo non originale ma coinvolgente, alla tematica etica del limite che la tecnologia deve e dovrà avere nelle nostre vite. Non è di certo il primo film che cattura su schermo le angosce generate da una intelligenza artificiale che sfugge al controllo dell’umanità creatrice e che ne prende il sopravvento. Ma di questi tempi è un fenomeno attuale più che mai e su cui è ancora bene riflettere.

Il soggetto della nostra storia unisce quindi abilmente l’AI, con tutto ciò che ne comporta, al topos della bambola assassina. Inquietante e glaciale, in perfetto stile Annabelle o Chucky. Nel nostro caso, però, ripetiamo, le forze soprannaturali non sono contemplate. Anzi il film stesso, con la sua M3gan, si ripropone di prendersi gioco di quei modelli, che sono di fatto i suoi illustri antenati. Ma un pizzico di autoironia, almeno da parte mia, è sempre apprezzata nell’horror. Anche nei quasi horror. Vedasi M3gan intenta a cantare Titanium (sì, proprio quella di David Guetta) come ninna nanna. Come darle torto. Del resto, il suo corpo è effettivamente realizzato in titanio.

Quando l’AI sfugge al controllo

M3gan pronta a mietere vittime
M3gan pronta a mietere vittime

M3gan sta per Model 3 Generative Android ed è un supercostoso nuovo prototipo ideato da Gemma e team, senza l’autorizzazione dell’azienda per cui lavora. Date le potenzialità dell’evolutissimo giocattolo e i lauti guadagni in vista, scrupoli e mancanza di test e controlli sono passati in cavalleria. Il funzionamento della rivoluzionaria bambola, per quanto complesso, è reso intuitivo per noi spettatori. Ogni esemplare di M3gan dovrà essere abbinato ad un bambino specifico, dalla cui voce può ricevere input mirati, e le sue abilità si accrescono attraverso la convivenza con gli umani.

Sarà Cady, la nipote di Gemma, che ha appena perso i genitori in un incidente stradale, la prima a testare il prototipo. Come non è troppo difficile immaginare, la bambina svilupperà un legame patologico con la bambola, capace di darle, ai suoi occhi, maggiore supporto di una zia più algida e anaffettiva di un’intelligenza artificiale. Ora, M3gan, vuoi un contatto troppo ravvicinato con un cane o vuoi delle istruzioni prese un po’ troppo alla lettera, mostrerà alcune anomalie nel comportamento, arrivando a sviluppare una vera e propria autocoscienza.

M3GAN, si poteva osare di più

M3gan che gioca con Cady
M3gan che gioca con Cady

Data la natura non paranormale della bambola si sarebbe però potuta calcare maggiormente la mano sull’elemento slasher, un po’ troppo risicato. Anche i vari jumpscares non fanno saltare sulla sedia quanto dovrebbero e l’azione tarda ad innescarsi. Menzione speciale va invece ad Amie Donald che dà vita e corpo a M3gan. La giovane ballerina fa un incredibile lavoro nello studio delle movenze della bambola, rendendola umana e robotica al tempo stesso, terrificante e magnetica.

La sensazione di una tecnologia invadente e pervasiva si percepisce poi anche all’interno della casa di Gemma, riflesso della personalità della sua proprietaria, così funzionale e così ostile ad accogliere la nuova arrivata Cady. Gli oggetti che la occupano però nel momento decisivo si riveleranno di aiuto alle due eroine. Perché, in fondo, la tecnologia, quando non è troppa, non è affatto un male. Forse. Ce lo dirà il sequel di M3GAN in arrivo nel 2025.

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