Durante la scorsa settantacinquesima edizione del Festival di Cannes, precisamente il 18 maggio 2022, è stato presentato in anteprima il film drammatico di Pietro Marcello, intitolato Le vele scarlatte. Lo stesso regista casertano ha partorito il lungometraggio, partendo dal romanzo del 1923, praticamente un secolo prima, di Aleksandr Grin, conosciuto come Vele Scarlatte. Il film di produzione franco-italo-tedesca regala una fotografia realistica, ma un po’ sognante, del primo dopoguerra in Francia, raccontando il rapporto tra un padre e sua figlia. Il prodotto è da oggi, 29 settembre, disponibile su piccolo schermo nel catalogo Sky e in streaming sulla piattaforma NOW.
Le vele scarlatte, la trama

Siamo in Francia. Nella parte settentrionale. È il primo dopoguerra. Un periodo senza dubbio difficile e di carestia. Un periodo in cui sembra difficile sognare, poiché i desideri non hanno il potere di saziare la fame. Juliette è una piccola bambina rimasta orfana di madre, che vive con suo padre, ormai vedovo, Raphael, da poco reduce di guerra e dal carattere introverso e scontroso. Loro vivono con Adeline, anche lei vedova, che ha aiutato a crescere la fanciulla. Raphael lotta con tutte le sue forze per cercare un lavoro che possa sostenerlo economicamente insieme alla figlia, ma non è facile.
Ottenendo un lavoro da falegname, l’uomo scopre di avere un talento. Così, diventa il migliore della zona. Ma questo non basta. Infatti, a seguito di un omissione di soccorso, non è visto di buon occhio dalla comunità, che lo esclude da tutto. Anche la piccola Juliette è presa di mira, prima dai suoi coetanei, che la definiscono una strega, e poi dagli uomini del villaggio, una volta cresciuta poiché, per via della sua anima sognatrice, tende ad isolarsi. È difficile comprendere chi coltiva i sogni in un terreno che non sembra fertile. Ma l’arrivo di un aviatore cambia le cose.
La fiaba de Le vele scarlatte

Il film di Pietro Marcello racconta una storia drammatica in modo semplice e lineare, limitandosi a raccontare i fatti. La struttura narrativa sembra porgere la mano a quella della fiaba, ma verosimile. Infatti, è tipico di questo genere di racconto che ci siano elementi fantastici, che qui mancano, o che comunque sono mascherati da “normalità”. Per fare un esempio, Raphael può apparire come una sorta di orco buono, dalla possente struttura ossea e dalle mani giganti. Così come la protagonista speranzosa e la profezia di una maga. E poi la caratteristica fondamentale ed imprescindibile di ogni fiaba: il lieto fine.
Una messa a fuoco a tratti debole

Il prodotto si affaccia anche al genere del “musical”. All’interno dell’intreccio, Pietro Marcello inserisce alcuni momenti cantati, che tentano di enfatizzare la speranza vissuta da Juliette. Tuttavia, il tentativo di ibridazione non aiuta a far decollare in modo convincente il film. Non come l’aeroplano di Jean. Nemmeno nella parte più intima della trama, quando i due finalmente si incontrano. Non prende il volo. Forse non era nemmeno l’obiettivo del regista, che insieme a Maurizio Braucci – con cui aveva già scritto i film Bella e perduta e Martin Eden (qui la recensione) – e Maud Ameline, ha scritto la sceneggiatura del lungometraggio.
Il cineasta campano gira un film di emancipazione femminile. Ma senza renderlo un film puramente femminista. Sono quasi più le difficoltà degli uomini ad essere evidenziate. Uomini che sembrano privi di identità. Dall’altra parte, la protagonista è delicatamente descritta nella sua leggerezza, ottimismo e portando con sé la bellezza, stabilendo un ossimoro visivo, visto il contesto in cui si muove. Anche la fotografia del film dimostra questo. Immagini e paesaggi scarni di cui, soprattutto in alcuni punti, il regista sembra voler catturare la luce come fossero quadri. Ma questa scelta stilistica rende il film spesso poco a fuoco. Un appannamento.
In quanti di voi hanno visto Le vele scarlatte? Vi è piaciuto? Magari non ve lo ricordate così bene. Beh siete fortunati, perché Sky e NOW vi concedono di recuperarlo o di guardarlo ancora. Quindi non ci resta che augurarvi una buona visione.