Lana Del Rey e il cinema: la TOP 5 colonne sonore (e non solo)

Su Lana Del Rey si può dire e si è detto di tutto: diva vintage e dannata, cantautrice impegnata, voce angelica e personaggio divisivo. Quello che è certo è che l’impronta che sta lasciando nel mondo musicale e cinematografico di questi anni è da ammirare ed approfondire. Proviamo a farlo stilando una classifica.
Lana Del Rey e il cinema: TOP 5 delle colonne sonore (e non solo)

Diva maledetta, cantautrice, poetessa, con una passione spiccata non solo per la musica che pubblica copiosamente da ormai una buona dozzina d’anni, ma anche per la Settima Arte. Lana Del Rey, al secolo Elizabeth Woolridge Grant, è una delle artiste più amate, stimate e celebrate del nuovo millennio. 

Nata il 21 giugno 1985 (compie oggi 38 anni), Lana muove i primi passi nel mondo della musica e dello showbiz già a vent’anni, ma la svolta arriva ad inizio 2012, con la pubblicazione del suo primo album ufficiale, destinato a rimanere nella storia. Born To Die, ad oggi, ha trascorso 488 settimane nella Billboard 200, la classifica americana degli album: si tratta della seconda permanenza più lunga della storia all’interno della suddetta chart per una donna.

Con 15 milioni di copie vendute e hit intramontabili come Video Games, Born To Die e Summertime Sadness, Lana si impone all’attenzione del pubblico e dei media. In un periodo storico in cui le popstar che comandavano il mondo dell’intrattenimento lo facevano con elettro-pop, dance e sempre più frequenti messaggi socio-politici progressisti e di self-acceptance, basti pensare a Lady Gaga, Katy Perry e Rihanna, Lana spariglia le carte.

Are We Born To Die? Lana Del Rey e la sua filosofia

La cover della "Paradise Edition" di Born To Die
La cover della “Paradise Edition” di Born To Die

Un titolo, un programma: “Born To Die”. Nata/Nati per morire. Canzoni tristi, introspettive, crepuscolari, profondamente americane, accompagnate da una voce angelica e al contempo sensuale, ed un immaginario visivo vintage da diva di metà secolo scorso. Tutto ciò rende Lana un’eccezione alle regole del gioco. Non è un caso che nelle sue canzoni vi siano riferimenti a pacchi a James Dean e Marilyn Monroe, che ben incarnano l’ideale di “belli, tristi e maledetti”.

La accusano di essere un personaggio costruito a tavolino, di avere scarse doti canore, di passare messaggi diseducativi. Lei ne soffre, ma va avanti per la sua strada. Una strada che la porta ad evolversi di album in album, spiazzando sempre e comunque.

Ne pubblica molti, 8 in 11 anni di carriera. Poco per volta si allontana sempre di più dall’immagine da diva maledetta con cui il pubblico disattento sovente ancora la identifica, per giungere, nell’ultimo, clamorosamente bello, capitolo discografico, Did you know that there’s a tunnel under Ocean Blvd, ad una dimensione intima di produzione musicale che mescola poesia, introspezione e spiritualità a qualche rimasuglio dei suoi anni più pop.

E andiamo ora a vedere quali sono stati i felici incontri tra Lana e il mondo del cinema, da lei tanto amato.

Lana Del Rey e il cinema

Lana Del Rey per Interview Magazine
Lana Del Rey per Interview Magazine

Con le premesse esposte poco fa, è stato inevitabile che il mondo del cinema si innamorasse di questa artista, un amore corrisposto che ha dato vita a molteplici collaborazioni. Sia con canzoni create ad hoc dall’artista americana per le colonne sonore dei suddetti film, sia con brani del suo repertorio utilizzati all’interno delle opere in cui i registi l’hanno voluta inserire.

La top 5 ovviamente è puramente indicativa, l’oggettività parlando di musica e cinema è una chimera. E per questioni di spazio, sono rimaste fuori chicche come Big Eyes, realizzata per l’omonimo film di Tim Burton, e Watercolor Eyes, realizzata per la serie HBO Euphoria.

5. Once Upon a Dream (Maleficent, 2014)

Il film Disney, uscito a metà 2014, diretto da Robert Stromberg e con Angelina Jolie protagonista assoluta, nei panni della villain Malefica, fu un successo clamoroso, con oltre 750 milioni di dollari incassati, quarto maggior incasso dell’anno. Remake – Spin Off in live action del classicone Disney La bella addormentata nel bosco, il film mette al centro della narrazione la fata cattiva dell’originale Disney, ribaltando la prospettiva del pubblico.

A Lana Del Rey venne chiesto di realizzare, per i titoli di coda, una cover della celebre Once Upon A Dream, presente nel cartone animato del 1959. In piena linea con lo stesso Maleficient, film a suo modo sovversivo per il capovolgimento di prospettiva, la cantante stravolge il brano: svaniti gli echi idilliaci e richiamanti il mondo del balletto, a cui la canzone si ispira, la versione di Lana è onirica e dark.

La melodia rimane dolce e sognante, la voce è delicata come sempre, ma note di malinconia e cupezza si aggiungono al racconto musicale, con un effetto ovattato e poetico. Ad oggi, la canzone conta oltre 120 milioni di ascolti su Spotify.

4. Don’t Call Me Angel (Charlie’s Angels, 2019)

Né il brano, né il film di Elizabeth Banks di cui ha fatto parte si possono annoverare tra i progetti qualitativamente migliori di Lana, ma nonostante ciò questa collaborazione tutta al femminile si merita un posto in questa lista. Se l’apporto di Ariana Grande vira su atmosfere pop-trap e quello di Miley Cyrus verso l’immagine rock che le appartiene da qualche anno a questa parte, Lana si limita a fare Lana.

Il brano, un interessante esperimento accolto in maniera mista da critica e pubblico, è abbastanza lineare, tra strofe e ritornelli, fino allo special, quando lei entra in scena: il ritmo rallenta, la produzione musicale si dilata e l’ascoltatore viene catapultato nell’universo Del Rey in men che non si dica. Una curiosità? Come Youtube stesso indica, il momento del videoclip maggiormente riprodotto è proprio l’ingresso in scena di una sensuale ed intrigante Lana Del Rey, avvolta da fuoco e luci calde. Per questa canzone, oltre 330 milioni di ascolti su Spotify.

3. Doin’ Time (Sublime, 2019)

Al Tribeca Film Festival 2019 viene presentato un documentario sui Sublime, gruppo musicale ska punk proveniente da Long Beach, in California. Per l’occasione, Lana realizza una cover della loro celebre Doin’ Time. Il brano, con le sue atmosfere estive e vintage, diventa una hit (quasi 500 milioni di ascolti su Spotify, ad oggi), e il videoclip richiama il celebre b-movie del 1958 Attack of the 50 Foot Woman.

2. Born To Die (Mommy, 2014) – Spoiler Warning

Xavier Dolan, l’enfant prodige del cinema canadese-francese dello scorso decennio, raggiunge, a detta di molti, il suo picco artistico con Mommy, del 2014. Un film estremamente drammatico e vitale, la storia di una madre, Diane (Anne Dorval) che tenta in tutti i modi di salvare suo figlio Steve (Antoine Oliver Pilon), adolescente psichicamente instabile con cui ha un rapporto strettissimo e a tratti angosciante.

Nella devastante scena conclusiva del film, Born To Die funge da transizione tra l’ultima, disperata fuga del protagonista e i titoli di coda. Xavier Dolan ama profondamente Lana Del Rey e questa sua splendida canzone (anch’essa molto ascoltata su Spotify), e la scelta appare tutt’altro che casuale: “Die” è il soprannome che il figlio dà alla madre per tutto il film. Nato per morire, dunque, ma allo stesso tempo Nato per Die, a testimonianza dell’amore viscerale che lega i due personaggi.

1. Young and Beautiful (The Great Gatsby, 2013)

Impossibile non collocare in vetta a questa lista Young and Beautiful. Scritta da Lana per The Great Gatsby, adattamento cinematografico del romanzo di Francis Scott Fitzgerald a cura di Baz Luhrmann, la canzone è già diventata un classico. Con 900 milioni di ascolti su Spotify, è una delle colonne sonore di maggior successo di sempre.

Con disincanto e nostalgia, la protagonista della canzone si interroga: “Mi amerai ancora quando non sarò più giovane e bellissima?”. Della canzone esiste una versione orchestrale, per la quale è stato realizzato anche il videoclip ufficiale, ed una più pop, che è la più conosciuta ed ascoltata sulle piattaforme. Il brano è stato scritto pensandolo dalla prospettiva di Daisy Buchanan, nel film interpretata da Carey Mulligan ed amante del Gatsby di Leonardo DiCaprio, ma è diventato ovviamente un testo universale e manifesto della poetica di Lana Del Rey.

Lana Del Rey nel 2023: riflettendo su futuro e passato

Una nota a margine merita di essere dedicata ad un’opera recente e profondamente significativa, per Lana. Il cinema è da sempre parte integrante dell’arte di questa straordinaria artista: ed eccola allora, nell’ultimo videoclip pubblicato il mese scorso, diretto da Rich Lee, riflettere sulla sua vita tramite la lente delle due attrici che interpreta in questo vero e proprio cortometraggio, Marylin Monroe e Black Dahlia, entrambe morte tragicamente. Le note ipnotizzanti e misteriose del pianoforte di Jon Batiste che si interseca con la voce della nostra diva accompagnano al meglio questo racconto.

E nel video di Candy Necklace, Lana Del Rey sembra più interessata a raccontare, anzi a svelare il dispositivo che sta dietro le quinte, dietro la camera da presa. “Queste donne hanno cambiato i loro capelli e i loro nomi, come me, e sono state inghiottite dai loro buchi neri. Quindi, il punto è: come si fa a non cadere in questi buchi?”. Born To Die, ma, forse, non necessariamente.

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