La fantastica signora Maisel 5 ritorna finalmente con la quinta ed ultima stagione. I primi tre episodi debutteranno su Prime Video il 14 aprile, ma vi proponiamo intanto la recensione in anteprima (ovviamente no spoiler). La serie di successo nata dalla penna brillante di Amy Sherman Palladino e di Daniel Palladino si basa sull’ascesa nel mondo della stand-up comedy di Midge Maisel (Rachel Brosnahan). Percorso intriso di non poche difficoltà, dato che l’ambientazione è quella della New York degli anni ‘50-’60.
Nelle quattro stagioni precedenti abbiamo osservato Midge fronteggiare con successo il divorzio con Joel, (altrettanto complesso per l’epoca), diversi arresti e i palchi tanto, troppo maschili, calcati dai comedian. I due coniugi creatori ci avevano lasciati con un avvertimento per la protagonista: gioca bene le tue carte, fallo senza più voltarti indietro. L’avvertimento veniva da parte di Lenny Bruce, che sostiene che i comici non dovrebbero esistere come dio e il cancro. Ma che afferma anche di non voler fare altro al mondo, (raffigurazione del reale sfrontato cabarettista).
La transizione di stagione in stagione è sempre avvenuta in modo lineare. Anche nei primi tre episodi di quest’ultima, riusciamo a rientrare con estrema facilità in quel mondo fatto di colori sgargianti ed esteticamente piacevoli, gonne a ruota e cappelli assurdi. Quasi come se tutti i personaggi fossero usciti da un gruppo di hostess della vecchia Pan Am.
La Fantastica Signora Maisel 5: “Go Forward”
Il primo dei tre episodi, “Go Forward”, vai avanti, riprende quindi il cartello presente davanti all’innevata Carnegie Hall nel finale della quarta stagione. Un primo anello di congiunzione con il discorso di Lenny Bruce. Lo stacco iniziale su Maisel riporta però immediatamente alla realtà, con le conseguenze di aver tentato di cercare la chiave di volta della carriera proprio nel pieno di una bufera di neve. Rivediamo immediatamente in scena anche la sua talent manager, Susie Mayerson, (Alex Borstein), come al solito in cerca di una soluzione.
Torna anche l’intera, gigante, famiglia della protagonista, sia dal lato di Maisel che di Joel, ognuno immerso in una diversa, nuova problematica. Come è tipico nella scrittura dei due sceneggiatori, ogni passo avanti ne porta uno indietro. Ogni momento più rilassato, porta al successivo momento di isteria generale. Tratto che contraddistingue anche le due protagoniste dell’altro figlio dei Palladino, Gilmore Girls, da cui probabilmente Maisel riprende l’inconfondibile parlata da sincope di Lorelai Gilmore.
It’s a Man, Man, Man, Man World

Sarà anche un mondo di uomini, e sarà pur vero che ognuno deve riportare su schermo la propria verità, scrivere di ciò che si conosce. Ma il secondo episodio è stato scritto e diretto solamente da Daniel Palladino, ed è riuscito perfettamente nel compito. Forse perché pur trovandoci nel 2023, la comicità, nei suoi interpreti maschili o femminili che sia, non se la passa benissimo. E lui lo ha saputo riflettere nelle difficoltà dei personaggi degli anni ’60.
La puntata entra nel vivo della stand-up comedy con sketch figli dell’epoca: Clark Gable, Eisenhower, Buster Keaton, Kennedy e cattolicesimo riproposti nei modi più disparati. Il tutto non si distanzia poi molto dallo stile dei primi Late Night, come quello di David Letterman (di cui vi riproponiamo qui i 10 momenti più iconici). Scrivere una commedia, (e non solo quella), senza imbattersi nel politically correct è oggi una corsa ad ostacoli. Chi riesce ad arrivare al traguardo lo fa spesso cadendo su paletti che quella comicità, la stronca sul nascere. Un tratto riflesso sugli stessi siparietti da Oscar, e ancor di più, forse, con l’introduzione degli ultimi regolamenti.
Nonostante ciò, i personaggi di Maisel riescono ancora una volta ad aggirarli tutti, forse con la barriera temporale che piazza spesso un velo. Forse perché le origini ebraiche di Midge riportano su schermo quel tipo di umorismo già di per sé dissacrante. O perché si sa, più le cose vengono proibite e più assumono un gusto diverso quando esplodono. Si alternano le scene sul palco a quelle quotidiane (e in questo episodio anche con una prospettiva sul futuro e sulla carriera stessa della protagonista: “fake until you make it”, afferma Susie). E fallo in perfetto stile Seinfeld.
Tutti muoiono

Tutti muoiono e quindi puoi pure dormire tranquillamente nel tuo letto; i figli nascono per colpa dei genitori che creano un ambiente confortevole; ho creato un sistema di ricompensa con dei biscotti, ma ho mangiato i biscotti e quindi impara da sola, parafrasando. Il terzo episodio procede forse con un ritmo meno serrato. Utilizza ancora il sarcasmo per ricordare quanto indipendenti siano tutti i suoi protagonisti, ma lo fa in modo consapevole, in previsione di importanti sorprese ancora da svelare. Gli episodi debutteranno ogni venerdì su cadenza settimanale e ogni passo, di cui vorremmo potervi dire di più, sembra essere stato accuratamente studiato in previsione della fine.
L’addio a La fantastica signora Maisel 5 dunque si avvicina, ma per ora, abbiamo ancora l’attesa degli episodi finali per scoprire se finalmente la carriera di Midge decollerà. Per restare aggiornati continuate a seguirci su CiakClub.it.