Interstellar: spiegazione definitiva del finale e del viaggio nel tempo

Interstellar, il film nolaniano per eccellenza, tratta il tema del viaggio nel tempo in una maniera rivoluzionaria, affidandosi alla fisica. Il finale lascia il pubblico interdetto, con una serie di domande a cui, forse, siamo riusciti a dare una risposta.
Interstellar: spiegazione definitiva del finale e del viaggio nel tempo

Interstellar, uno dei capolavori di Christopher Nolan, è il film che meglio racchiude il modo di fare cinema di uno dei registi contemporanei più elogiati dal pubblico. Oltre a essere una pellicola ottima a livello tecnico-estetico, Interstellar oltrepassa il campo cinematografico per addentrarsi in trattati scientifici che rendono il film tra i più complessi e apprezzati degli ultimi tempi.

Il finale di Interstellar è sicuramente uno degli aspetti più attenzionati del film: Cooper, staccatosi dall’Endurance perché troppo pesante per poter permettere a lui e Amelia di completare il viaggio e finito nel buco nero, si ritrova in un tesseratto a cinque dimensioni. Essendo sua figlia Murph la prescelta per salvare l’umanità, Cooper riesce ora a comunicarle i dati scientifici che le servono per risolvere l’equazione della gravità, portando gli esseri umani a fuggire dalla terra.

Che cos’è il Tesseratto?

Il tesseratto di Interstellar
Il tesseratto di Interstellar

Il tesseratto è un ipercubo pentadimensionale; nel film viene posto lì apposta per permettere a Cooper di comunicare con Murph e salvare l’umanità. A posizionare sia il Tesseratto che il Ponte di Einstein- Rosen, è stata una categoria di futuri umani con accesso a dimensioni superiori, in grado di controllare lo spazio e il tempo.

In questo caso, Interstellar si ricollega a un altro capolavoro della storia del cinema, 2001 Odissea nello spazio, di Stanley Kubrick. Il regista aveva già trattato il tema del tempo e dello spazio, attribuendo però il potere di controllarlo a una razza aliena con cui Bowman è entrato in contatto. Sono loro a creare uno spazio sicuro, la stanza del finale in stile vittoriano, in cui il protagonista possa capire senza che questo comporti uno shock culturale. La differenza tra i due film sta quindi nel fatto che Nolan attribuisca agli umani stessi le potenzialità per compiere un passo così sovrannaturale, mentre per Kubrick furono gli alieni a farlo.

I viaggi nel tempo nel film Interstellar

una scena di Interstellar
una scena di Interstellar

Per spiegare il finale scelto da Nolan dovremo addentrarci in teorie scientifiche; non essendo di nostra competenza, cercheremo di parlarne nella maniera più semplice e sintetica possibile da comprendere.

Uno dei temi centrali del film sono i viaggi nel tempo. Nolan, a differenza di come viene trattato il tema in altri film, riesce a risolverne il più grande paradosso usando una teoria fisica. Quest’ultimo si può spiegare come “il paradosso del nonno”: se una persona torna indietro nel tempo e uccide suo nonno, non potrà mai nascere suo padre e di conseguenza lui stesso. Tornando indietro nel tempo si può spostare anche una minima cosa che, tramite l’effetto farfalla, condizionerà tutto, anche la propria nascita.

Se molti lo risolvono tramite gli universi paralleli, Nolan lo fa usando la teoria fisica del principio di autoconsistenza di Novikov.

Il principio di autoconsistenza di Novikov è la base teorica di Interstellar

Suggerita dal fisico russo Igor’ Dmitrievič Novikov, è una soluzione ai paradossi del viaggio nel tempo, proposta verso la metà degli anni Ottanta. Il principio afferma l’immutabilità del passato. Risulta impossibile impedire un evento già avvenuto dal suo futuro; al massimo far sì che si verifichi.

Per ritornare al paradosso del nonno: se il nipote tenta di uccidere il nonno, lui sopravvivrà e in ospedale conoscerà la nonna, ricreando così la sua nascita. Prendendo Interstellar, Cooper invece di impedire la sua partenza, invia se stesso nel tesseratto per risolvere l’equazione e permettere a sua figlia di salvare il mondo. E, di fatto, per inviare il se stesso del passato nello spazio.

Il Ponte di Einstein-Rosen

Il Ponte di Einstein-Rosen, detto anche wormhole, rappresenta una sorta di galleria gravitazionale in grado di far comunicare le due estremità di una dimensione spazio-temporale, in cui la materia può passare attraverso.

Nel film di Nolan il wormhole, una sorta di scorciatoia per raggiungere punti distanti dell’universo, viene utilizzato dagli astronauti come aiuto per poter raggiungere più velocemente altre galassie, in cerca di nuovi mondi potenzialmente abitabili dagli essere umani.

E a voi è piaciuto il finale di Interstellar (qui la nostra recensione del film)? Sapevate delle teorie scientifiche dietro il capolavoro di Nolan? Scrivetecelo nei commenti. Questo e altro su CiakClub.it

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