Interstellar torna al cinema, recensione: il tempo non lo scalfisce

Il 31 luglio, dopo quasi nove anni, Interstellar torna sul grande schermo. Il capolavoro diretto da Christopher Nolan ha conquistato il pubblico e la critica nel 2014, tanto da ricevere anche diverse candidature agli Oscar 2015. Siamo contenti di poter rivedere un simile film dove merita. Questa è la nostra recensione.
Interstellar torna al cinema, recensione: il tempo non lo scalfisce

Affascinanti lo spazio e il tempo! È affascinante, quanto difficile, tentare di razionalizzare qualcosa di infinito. E il tempo, beh… è ugualmente affascinante. Sia quando questo sembra non passare mai, sia quando dopo un battito di ciglia è ormai sfuggito. Un esempio è Interstellar, che sembra uscito ieri. Un po’ perché non sembrano essere passati quasi nove anni, un po’ perché non è, in modo assoluto, qualitativamente inferiore ai film usciti quasi un decennio dopo.

Al film non servono presentazioni particolari. Anzi, non ne servono affatto. Non serve nemmeno un tappeto rosso per accogliere un film che sembra essere in grado di volare, elevandosi sugli altri. Nonostante non sia sempre garanzia di effettiva qualità, a testimoniarlo sono anche le cinque candidature agli Oscar nell’edizione del “lontano” 2015, di cui una ha anche conquistato l’ambita statuetta per i migliori effetti speciali. Il regista Christopher Nolan è stato in grado di regalarci un racconto particolarmente apprezzato sia dal pubblico che dalla critica, con una sceneggiatura da lui curata insieme al fratello Jonathan.

Interstellar, la trama

Matthew Maconaughey e Anne Hathaway in Interstellar
Matthew Maconaughey e Anne Hathaway in Interstellar

Siamo nel 2067. Joseph Cooper è un ex pilota della NASA. Adesso si dedica all’agricoltura. Non per scelta però. Infatti, c’è una grave carestia causata da alcuni parassiti che danneggiano il raccolto in modo drastico, e questo rischia di ripercuotersi sulla società in modo irreversibile. Come può essere evitato tutto ciò? Forse non può. Eppure, un modo sembra esistere. Bisogna emigrare altrove. Non in un altro stato. Non basterebbe nemmeno un altro continente. Bisogna andare su un altro pianeta, magari di un’altra galassia. Questo è quanto va fatto: trovare un pianeta in grado di ospitare la vita, per potervici fuggire.

Dunque, la NASA convincerà Cooper, interpretato da un ispirato Mattehw McConaughey, a partire per una missione esplorativa nella galassia. Insieme a lui, nella navicella spaziale, voleranno anche Amelia, la brillante scienziata interpretata da Anne Hathaway, con Romilly e Doyle. Se le cose in un primo momento vanno discretamente, lo sappiamo, queste poi cambiano. Gli astronauti dovranno affrontare minacciosi imprevisti e le forze dell’universo, tra cui l’imprevedibile scorrere del tempo, che nella terra passa molto più velocemente rispetto ad ovunque si trovi il protagonista. Qualcosa che lo corroderà da dentro, poiché non ritroverà mai le cose uguali a come le aveva lasciate.

Interstellar, un film nolaniano

Joseph Cooper con sua figlia Murph
Joseph Cooper con sua figlia Murph

Interstellar è un film nolaniano, poiché presenta le esatte caratteristiche che un film del regista in questione deve avere per essere considerato tale. Un po’ un paradosso, se ci pensate. Ma è proprio così. Ci sono tutti gli ingredienti. C’è un protagonista in un certo qual modo instabile, ossessionato dal voler trovare una chiave per poter salvare le piantagioni. C’è un rapporto familiare ed affettivo messo a dura prova dalle circostanze. Infine, c’è l’inevitabile disorientamento dello spettatore, in questo caso dovuto allo spazio e al tempo di cui, nel racconto, perdiamo ogni riferimento possibile.

Oltre alla quasi inevitabile emotività  di Cooper, che dà il via ai momenti più toccanti, nei quali si innesca un contatto tra il protagonista nello spazio e la famiglia sulla Terra, il film non presenta una particolare profondità contenutistica e psicologica.  Questo, però, non era nemmeno richiesto dalla trama. Dopotutto, Nolan non è un maestro nello scrivere dialoghi di cui è l’originalità a fare da padrona.

Tuttavia, il film era ed è rimasto un capolavoro. Perché sì, il modo in cui il regista riesce a costruire alcuni meccanismi narrativi è un qualcosa più unico che raro. In conclusione, è forse uno dei film più nolaniani per quanto riguarda l’aspetto percettivo, in quanto riesce a costruire la complessità della trama a livello fisico, e non solo in una dimensione onirica, come aveva fatto con Inception. Dall’altro lato, il film è più “commovente” rispetto agli altri a cui Nolan ci aveva abituati. Forse l’unico aspetto che lo rende “poco suo”, insieme alla presunta assenza di un vero villain.

Chi o cosa è il villain nel film?

Matt Damon è il Dottor Mann
Matt Damon è il Dottor Mann

Abbiamo discusso, fino ad ora, di quanto il film rispetti effettivamente i canoni narrativi del regista. Secondo noi, a parte qualche leggera eccezione, è assolutamente in linea. Secondo molti, però, il film ha una mancanza, ossia un villain come si deve. Lo pensate anche voi? Secondo gli stessi, Nolan avrebbe introdotto il personaggio di Matt Damon, il Dottor Mann, per avere un antagonista. Ma sarà davvero così?

Per quanto ci riguarda, la sua introduzione non necessariamente sarebbe dovuta alla volontà di inserire un semplice espediente di conflitto nella storia. Il Dottor Mann era solo un superstite da una precedente missione spaziale. Nulla di più. Che poi, nel giro di poco, diventi anche un problema, allora questo è indiscutibile. Ma non serviva per forza. Non quando nel racconto hai un nemico molto più grosso. Un nemico che fa della relatività la sua vera minaccia. Il tempo. Il vero, imbattibile, o forse no, antagonista di questo film.

Hans Zimmer, grazie!

Mattehw McConaughy è Joseph Cooper in Interstellar
Mattehw McConaughy è Joseph Cooper in Interstellar

Cosa sarebbe un film senza la sua colonna sonora? Probabilmente, molti direbbero che è un po’ come un quadro senza una bella cornice. Oppure come un fiore senza petali. Ma è davvero sempre così? Non per forza. O meglio, molto spesso sì, ma questa non è di certo una regola. Nel caso del film di Nolan è senza dubbio così.

Candidata agli Oscar 2015, la colonna sonora di Hans Zimmer è uno spettacolo. Spettacolo che accompagna quasi l’intera narrazione, rendendo ancor più maestose le immagini monumentali a cui il regista ha dato vita. E per questo noi lo ringrazieremo sempre. Quell’anno vinse Alexandre Desplat nel film Grand Budapest Hotel, nonostante per molti – anche se dire questo può essere considerato inutile – la vittoria sarebbe dovuta andare proprio al compositore tedesco, che da sempre domina nel suo campo, avendo addirittura vinto un disco di platino per la colonna sonora de Il gladiatore.

Detto questo, noi non vediamo nemmeno un motivo valido per non andare a rivedere Interstellar sul grande schermo, nel nostro posto sicuro, il cinema. Un film del genere lo merita. Noi lo meritiamo. Dunque, chi ci ferma? Non il caldo. Non un altro film. Nemmeno il tempo e lo spazio.

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