Indiana Jones 5 è meglio del Regno del Teschio di Cristallo?

Con l’uscita di Indiana Jones e il quadrante del destino non poteva ovviamente mancare il confronto tra l’ultimo capitolo ed i suoi predecessori, in particolare con il quarto film da molti detestato. Tentiamo quindi di confrontare Indy 5 con Il teschio di cristallo per scoprire se il film di Mangold è riuscito a fare di meglio.
Indiana Jones 5 è meglio del Regno del Teschio di Cristallo?

Se il confronto ai botteghini sta risultando un’amara disfatta, almeno ai voti Indiana Jones 5 sembra in vantaggio sul capitolo precedente. Considerato infatti il peggiore della saga, Indiana Jones e il teschio di cristallo sperava infatti di lasciare l’ultimo posto, ma Il quadrante del destino sembra essere riuscito a convincere soprattutto gli estimatori più storici dell’archeologo più famoso di sempre.

Indiana a confronto

Harrison Ford in una scena di Indiana Jones 5
Harrison Ford in una scena di Indiana Jones 5

La prima grande differenza evidente durante lo svolgimento della pellicola è proprio l’utilizzo di Indiana, come viene mostrato su schermo. Se da una parte infatti Henry Jones Jr. appare sempre goffo ma inarrestabile, dall’altra invece viene evidenziata la sua apparente vecchiaia. Un confronto evidenziabile grazie a due sequenze differenti ma significative. Nel quarto film infatti come dimenticare l’esplosione nucleare dal quale Jones scampa nascondendosi in un frigorifero, lanciato a chilometri di distanza. Una dimostrazione di resistenza o quasi invulnerabilità eccessiva pur inserita nel contesto talvolta soprannaturale della saga.

Nel quinto film invece, come mostrato sin dai trailer e commentato dallo stesso Harrison Ford, assistiamo ad un Jones attempato, dal fisico flaccido e completamente disorientato in un mondo sempre più avanzato. Una chiave di lettura assai più interessante che pone il personaggio, nato nel 1981, contro un nemico imbattibile: il tempo. Ecco che, nonostante alcuni folli inseguimenti, Indiana si mostra per quel che è, senza perdere però la sua ironia ancora più marcata, a differenza di una versione troppo sopra le righe presente ne Il teschio di cristallo.

Indiana Jones 5 vs 4 è anche Spielberg vs Mangold

Steven Spielberg e James Mangold registi di Indiana Jones
Steven Spielberg e James Mangold registi di Indiana Jones

Certamente molta curiosità c’era nell’assistere al primo film senza colui che ha plasmato il personaggio, ovvero Steven Spielberg. Al suo posto è subentrata una mano comunque esperta come quella di James Mangold che possiamo dire non abbia sfigurato. La sua regia è pulita, ben calibrata, mantiene un ritmo abbastanza costante e tenta, senza strafare, di emulare le gesta del suo maestro. Il risultato è magari un compitino senza troppo spirito di iniziativa ma che porta comunque a casa il risultato.

Continuando il confronto tra i film, non possiamo ovviamente esimerci dal riconoscere che, nonostante alcune stramberie e forzature, il quarto film conserva comunque la regia di Spielberg, in particolare durante alcune avvincenti sequenze. A scricchiolare in questo capitolo è proprio l’amalgama di diversi sviluppi narrativi, che denotano una maggior confusione rispetto alla consueta linearità delle sfide affrontate fino a quel momento dall’archeologo.

Quale il MacGuffin più azzeccato?

Il meccanismo di Antikythera
Il meccanismo di Antikythera

Se c’è una caratteristica costante all’interno della saga, è la presenza di un MacGuffin a scatenare la narrazione. In principio è stata l’Arca dell’Alleanza, poi delle pietre mistiche ed il Santo Graal. Il teschio di cristallo inserisce invece un tema caro a Spielberg che pone Indiana sulle tracce di un manufatto in grado di conferire una conoscenza smisurata, ma di origine aliena. Una trovata poco apprezzata dai fan per quanto comprensibile nella filmografia del regista ma che si allontana troppo dal canovaccio dei titoli precedenti, sfociando troppo nel fantascientifico.

Più consono e in linea con il personaggio, anche se molto rischioso, è l’espediente attorno cui ruota Il quadrante del destino. Il meccanismo di Antikythera ideato da Archimede prevale sulla famosa Lancia di Longino che trafisse Gesù, ed alimenta la costruzione del film sul tema del tempo. Un oggetto forse in grado di aprire fessure temporali proprio nel periodo in cui Jones è testimone dello sbarco sulla luna, di un’impresa che pare annichilire tutte quelle da lui compiute, rendendo Indiana fuori dal tempo e appartenente ad un passato che non tornerà più.

Potremmo proseguire analizzando la comparsa di nuove spalle al fianco di Indy, ma forse sia Mutt di Shia LaBeouf ed Helena di Phoebe Waller-Bridge si equivalgono nell’essere dimenticabili. Quello delineato attraverso alcuni spunti è un duello che non designa un vero vincitore ma, per le difficili premesse di partenza, Indiana Jones 5 può certamente ritagliarsi un suo spazio all’interno della saga, fungendo da conclusione alle avventure dell’archeologo. E voi cosa ne pensate? Quali tra i due capitoli avete preferito? E se avete già recuperato Indiana Jones e il quadrante del destino non perdetevi la nostra recensione direttamente da Cannes.

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