Heath Ledger ha preso spunto da Marlon Brando per il ruolo di Joker?

Ognuno di noi utilizza il canale dell’arte, considerata in toto, come meglio preferisce, adattandolo alle proprie esigenze e spesso vedendoci espressioni puramente personali. Per qualcuno immergersi in un quadro ha un potere protrettico non indifferente: si guarda, si osserva, ci si entra dentro e si diventa un tutt’uno con la vita e con le emozioni di chi lo ha dipinto o di colui che è rappresentato. Alla fine dei conti l’arte è esattamente questo, il mezzo più dannatamente potente per evadere e per entrare nell’esistenza altrui. Ecco, questo è quello che capita a noi cinefili con un film. Un’evasione totale di circa due ore che ci consente di sognare ad occhi aperti, di essere un’altra persona, di sentire profumi diversi e magari lontani, di immaginare cose che probabilmente non faremmo mai nella nostra vita. E quando venne a mancare Bernardo Bertolucci, uno dei più grandi maestri del cinema, fu un lutto a tutti gli effetti. Chi meglio di lui, infatti, riusciva a farci evadere, catapultaci in realtà e menzogne inavvicinabili e stuzzicare fantasie inenarrabili? Il suo cinema, le “nuove ondate” degli anni ‘60, si è imposto all’occhio attento della critica e del pubblico per la sua innovazione. Il poeta per eccellenza, nato nel 1941, esordisce con La commare secca nel 1962, dopo un periodo al fianco di Pasolini, portandosi dietro notevoli influenze del maestro, in commistione con elementi originali e personali. Ma fra le numerose opere del patrimonio di Bertolucci, Ultimo tango a Parigi (1972) è probabilmente quella più ricordata, più discussa, più amata e (semplicemente) più celebre. Ed oggi che il cineasta avrebbe compiuto 79 anni, lo vogliamo ricordare così, parlandovi un po’ di questa gigantesca e potente opera e stimolando la vostra attenzione verso una particolare somiglianza recitativa fra il personaggio di Paul interpretato da Marlon Brando ed un altro molto amato: Joker di Heath Ledger.

La potenza e la distruzione di Ultimo tango a Parigi

marlon brando

Pauline Kael del New Yorker disse a proposito di Ultimo tango a Parigi: “Questo è il più potente film erotico mai fatto, può rivelarsi il più liberatorio mai realizzato”. E lo è, lo è davvero.

Un uomo di nome Paul (Marlon Brando) ed una donna, Jeanne (Maria Schneider) si incontrano all’interno di un appartamento sfitto e lì consumano le loro passioni, in un rituale di liberazione che si apre senza molte premesse, ricercando la propria identità perduta nell’abisso della vita e trovando il sesso come unico appiglio. Ultimo tango a Parigi nasce da una fantasia stessa di Bertolucci, il quale sognò di consumare un rapporto all’interno di un’abitazione con una sconosciuta incontrata per caso, unita al soggetto di Un giorno e una notte, e un giorno e una notte, nato dallo stesso regista nel ‘70, la sera prima della presentazione de Il Conformista al Festival di New York. Dopo numerose revisioni e riscritture, viene alla luce Ultimo tango a Parigi, destinato ad essere un capolavoro anche per l’indimenticabile fotografia di Vittorio Storaro e la musica di Gato Barbieri. La pellicola si porta a casa un David di Donatello ed un Nastro d’Argento, perdendo agli Oscar nella gara con La stangata di Geroge Roy Hill e la performance si Jack Lemmon in Salvate la tigre. Ma poco importa dei premi: Ultimo tango a Parigi rimane comunque una pietra miliare della storia della settima arte ed il film più dibattuto del cinema italiano, in grado di scaldare gli animi dell’opinione.

Non fu solo la “scena del burro” accompagnata dal monologo dissacrante di Marlon Brando sulla famiglia a destare scalpore, ma tutto quello che Ultimo tango a Parigi simboleggiava, rappresentava ed esponeva con i suoi dialoghi ed immagini. Ma chi ci ha visto solo del sesso, della sodomizzazione e del godimento puro, non ha mai visto Ultimo tango a Parigi, che prima di tutto è una perdita ed una ricerca di se stessi, immergendosi e nascondendosi in un continuo primo incontro dei corpi senza sapere neanche i propri nomi e lasciando da parte quella solitudine, quella sofferenza e quel vuoto che caratterizza i personaggi nel profondo e li differenzia dal resto del mondo.

Dopo poco, infatti, arriva la censura. Il 30 Ottobre 1972 venne vietata la proiezione in pubblico, dopo due mesi, il 30 Dicembre, Ultimo tango a Parigi venne sequestrato con la motivazione di “esasperato pansessualismo fino a se stesso” e nel 1976, dopo un iter giudiziario, la Cassazione ordinò la distruzione del negativo a cui seguì anche la privazione del diritto di voto di Bernardo Bertolucci ed alcuni mesi di galera con l’accusa di oscenità. Fino al 1987, quando venne dichiarato non osceno ed il film venne dissequestrato, per poi essere proiettato in chiaro nel 1988.

Joker calcato su Paul?

marlon brando

Breve premessa

Le considerazioni che seguiranno riguardano esclusivamente l’aspetto recitativo e non è certo nostra intenzione (anche perché non avrebbe alcun senso) cercare di fare paragoni o trovare nessi forzati tra le pellicole stesse. Riguardando per l’ennesima volta Ultimo tango a Parigi è possibile notare delle piccole, ma grandi, similitudini fra i due personaggi da un punto di vista attoriale. E allora la domanda è sorta spontanea: è possibile che il personaggio di Joker interpretato da Heath Ledger ne Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan sia per certi versi calcato su quello di Paul?

Partiamo questa breve trattazione con gli elementi più chiari e che si possono notare senza dover mettere in campo uno sguardo troppo attento: entrambi i personaggi presentano la medesima capigliatura, lunghi quasi fino alle spalle e particolarmente scapigliati, quasi selvaggi e la fronte increspata. Ma questione estetica a parte, l’elemento che senza dubbio sconvolge maggiormente è l’utilizzo della lingua. Quella modalità malvagia di bagnarsi le labbra fugacemente, la quale ricorre spesso, come un tratto peculiare e che tanto ci aveva colpito in Heath Ledger e che, osservando con attenzione, si nota ancor più nel personaggio di Marlon Brando. Per non parlare poi di come Paul si tocchi i capelli, gesti che ricordano molto quelli riproposti nella pellicola del 2008 di Nolan. Altro elemento è la camminata: per questo punto probabilmente serve porre maggiore attenzione, in quanto, mentre in Joker è piuttosto palese, in Marlon Brando è più nascosto, considerando anche i differenti spazi in cui le scene sono girate. Ma soprattutto quando il set è all’aperto e Paul è libero di muoversi, allora l’occhio cade sulle quelle spalle crucciate, quella camminata lenta, che quasi ondeggia. Dunque si ritrovano diversi, per così dire, manierismi, che determinano caratteristiche uniche a questi due personaggi, rendendoli inconfondibili e iconici. Penultimo aspetto fondamentale è l’atteggiamento: entrambi i nostri protagonisti, a prescindere dalle motivazioni sottese, vivono nella follia. Una follia che comporta agiti intelligenti, studiati, gentili ed estremamente brutali, ma pur sempre all’insegna della pazzia. Lo stesso sguardo, la stessa rincorsa di Heath Ledger quando tenta di braccare Batman nella scena finale, si riscontra nella corsa di Marlon Brando per le scale, quando la Schneider tenta di ripararsi e fuggire da lui. Infine, elemento chiave è la voce, acuta, tagliante ed un modo di parlare piuttosto discorsivo.

marlon brando

Concludendo, Ultimo tango a Parigi rimane un capolavoro assoluto di bellezza, che racchiude dentro di sé la disperazione, la follia e il vuoto dell’essenza umana, mescolata all’eros che inevitabilmente termina con l’altra faccia della medaglia, il thanatos. E la splendida performance attoriale di Heath Legder in un Joker unico nel suo genere, si conferma ogni volta un gioiello della settima arte. Due enormi personaggi, due attori unici e due icone che per alcuni aspetti si incontrano e possono essere comparati.

Che cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!

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