Harrison Ford è senza dubbio un’icona del cinema. Ford si è spesso autodefinito un attore “a sboccio ritardato”, avendo iniziato tardi la sua carriera da attore. Il primo vero successo arriva nel 1973 con American Graffiti di George Lucas, nostalgico sguardo alla gioventù bruciata del regista. Come tutti sanno, però, fu un’altra la collaborazione tra Lucas e Ford destinata a imprimersi nella memoria degli spettatori. La carriera di Harrison Ford è ricca di ruoli straordinari, come quella di molti grandi attori, ma non è da tutti prestare il volto ad un personaggio destinato a lasciare il segno nella cultura pop. Figuriamoci tre!
Nell’arco di cinque anni, tra il 1977 e il 1982, Harrison Ford ottiene i tre ruoli più iconici della sua carriera: Han Solo, Indiana Jones e Rick Deckard, protagonista di Blade Runner. Parliamo di veri e propri miti del grande schermo che hanno trasceso la loro generazione e che, ancora oggi, portano in sala vecchi e nuovi fan di saghe iniziate ormai quarant’anni fa. Oggi, 13 luglio, Harrison Ford compie 81 anni. È ancora nelle sale di tutto il mondo grazie all’ultimo Indiana Jones (qui la nostra recensione!), prendendo a cazzotti a nazisti e disarmandoli con l’aiuto della fidata frusta. Noi di CiackClub vogliamo ricordarlo con i tre volti che lo hanno reso immortale.
Star Wars: in una galassia lontana lontana…

Dopo un travaglio durato quasi sei anni, nel 1977 George Lucas riesce finalmente a dirigere il suo progetto del cuore: Star Wars, uscito all’epoca in Italia col titolo di Guerre Stellari. Nonostante Lucas avesse esplicitamente dichiarato di non voler lavorare a Star Wars con nessuno degli attori di American Graffiti, su consiglio dell’amico Steven Spielberg, Harrison Ford viene scelto per la parte di Han Solo. Come suggerito dal nome, Han è un lupo solitario, un cinico pilota-contrabbandiere che finisce per arruolarsi nella Resistenza contro l’Impero quasi per caso. Rispetto al volto angelico di Luke Skywalker, Solo può contare su un fascino da bello e dannato e un atteggiamento apparentemente strafottente, ma che nasconde un cuore d’oro.
Harrison Ford è il vero protagonista di Star Wars?

Sarà che alla fine è lui a conquistare la Principessa Leila o che i motori del Millennium Falcon attraggono più di una spada laser, ma per un’intera generazione è Han Solo il vero eroe di Star Wars. A testimonianza di ciò, la parodia di Mel Brooks Balle Spaziali elimina completamente Luke, rendendo Stella Solitaria, pilota di un Winnebago del ’86, l’eroe della storia.
Battuta pronta e blaster alla mano (Han shot first), Solo deve indubbiamente parte del suo successo al naturale carisma di Harrison Ford, forse più che alla scrittura di Lucas (fortemente criticata dallo stesso attore). Fu anzi proprio Ford a proporre che la risposta al “Ti amo” di Leila fosse il suo “Lo so”, invece dell’originale “Ti amo anch’io”. Circa dieci anni dopo, nel 1986, il mondo avrebbe perso la testa per Top Gun, e Top Gun: Maverick, del 2023, conferma che il fascino del pilota non è invecchiato di un giorno. Han Solo, però, resta l’unico ad aver percorso la rotta di Kessel in meno di 12 parsec.
Indiana Jones: Lucas colpisce ancora

Nel 1977, dopo lo straordinario successo di Star Wars, Lucas ha già pronta la prossima idea da un milione di dollari: un avventuriero, come quelli che dei film degli anni ’30, alla ricerca di tesori perduti. Il lavoro su L’Impero colpisce ancora costringe Lucas a rimandare il progetto, su cui aveva iniziato a lavorare con lo sceneggiatore Lawrence Kasdan (Star Wars, trilogia originale) e l’amico Steven Spielberg, che si propone per la regia. Come per Han Solo, anche in questo caso Ford non era il volto che Lucas aveva immaginato, ma Tom Selleck, primo candidato per il ruolo, dovette declinare a causa dell’impegno con Magnum P.I.
Nel 1981, con I predatori dell’arca perduta, il pubblico conosce Indiana Jones, archeologo bifronte: da un lato professore universitario in giacca di tweed e papillon, dall’altro ricercatore di tesori e antiche rarità. Fu amore a primo colpo di frusta.
Indiana Jones: oltre la frusta c’è di più

A primo acchito, Indiana Jones non sembra così diverso da Han Solo: c’è la battuta pronta, la fortuna col gentil sesso, il faccione sorridente di Harrison Ford. Ma Spielberg e Ford stesso sembrano trattare Indy con maggiore delicatezza. Indiana Jones è un eroe imperfetto e profondamente autoironico. Nei primi dieci minuti de I predatori dell’arca perduta, lo vediamo fallire miseramente contro Belloq, la sua nemesi, il volto avido dell’archeologia che rifornisce le collezioni private invece dei musei. Indy è costantemente vittima degli imprevisti, inseguito da intere armate di popolazioni indigene o eserciti di nazisti, costretto a fare affidamento più spesso su ingegno e fortuna che sulla potenza dei suoi pugni.
Nonostante molte discussioni siano sorte negli anni sull’eticità di recuperare artefatti indiani per esporli in musei statunitensi, Indy gioca per i buoni, anche quando i cattivi pagherebbero meglio. E poi c’è quella sottile vena autobiografica che attraversa tutti i film di Spielberg a contribuire al realismo di Indiana, soprattutto nel rapporto col padre (interpretato, ne L’ultima Crociata, da Sean Connery, l’eroe mito di una generazione passata). In Indiana convivono l’avventuriero carismatico e affascinante che “tutte le donne vogliono e tutti gli uomini vogliono essere” e l’uomo che trema davanti ai serpenti e incassa più pugni di quelli che tira. Il segreto sta in un sano equilibrio.
Blade Runner: ritorno al futuro

Mentre Ford accumulava un trionfo dopo l’altro con le saghe di Star Wars e Indiana Jones, Blade Runner attraversava una complessa fase di lavorazione, piena di riscritture e recasting. Dustin Hoffman, Jack Nicholson e Al Pacino sono solo alcuni dei nomi proposti per il ruolo di Rick Deckard, cacciatore di taglie nella distopica Los Angeles del 2019, all’epoca quasi quarant’anni nel futuro. Gli elogi di Steven Spielberg e l’aver già lavorato a film di fantascienza come Star Wars fecero sì che Ford, alla ricerca di ruoli più drammatici, ottenesse la parte.
Ambientazione futuristica a parte, Rick Deckard ha ben poco da spartire con Han Solo. La fantascienza di Star Wars era poco più di una patina che ricopriva un intreccio sostanzialmente epico e addirittura a tratti fantasy. Quella di Blade Runner, invece, si mescola sapientemente al neo-noir, portando sul grande schermo un’atmosfera cyberpunk quasi sconosciuta al pubblico dell’epoca. Harrison Ford è costretto a uscire dal sentiero battuto, mostrando al pubblico un volto diverso da quello dell’eroe un po’ sfrontato, ma sempre dal lato buono della Forza: No More Mr. Nice Guy.
Rick Deckard: l’altra faccia di Harrison Ford

Mentre Han Solo e Indiana Jones sono stati praticamente cuciti su Ford, Rick Deckard è un personaggio i cui panni non sono facili da vestire. Se non bastasse la dicotomia libro/film (la pellicola è infatti basata su un romanzo di Philip K. Dick), la sceneggiatura di Blade Runner è andata in corso a numerose riscritture. Alcune delle sette versioni del film realizzate presentano addirittura finali differenti, cambiando la nostra percezione delle vicende e delle azioni di Deckard. Per finire, la vexata quaestio: Deckard è un umano o un replicante? Neanche regista e sceneggiatore sembrano concordare sulla risposta.
In lui riscontriamo i tratti archetipici del detective noir: cinico, taciturno, solitario. Il suo perno è il dubbio: se sia giusto o sbagliato uccidere i replicanti, se quelli che uccide siano davvero replicanti o il test Voight-Kampff, utilizzato per distinguere umani e androidi, sia fallace, quale sia il tratto distintivo dell’umanità e della sua presunta superiorità. Tuttavia, da solo Deckard è un personaggio incompleto: necessita della controparte del replicante Roy Batty, futuristico Spartaco, per mostrare la sua vera natura. Nulla come quell’inseguimento sul tetto fa domandare: chi è l’eroe della storia? Lo schiavo che chiede di vivere un giorno in più o il mercenario che gli punta contro la pistola? È il ribaltamento di prospettiva a svelarci il volto di Deckard: forse umano, ma brutale.
Qual è il vostro personaggio preferito interpretato da Harrison Ford? Ditecelo nei commenti!