Arrivato su Netflix il 23 dicembre del 2022, Glass Onion – Knives Out, seguito del fortunato film del 2019, ha scalato la classifica dei film più visti della piattaforma streaming e ha conquistato una candidatura agli Oscar. La storia vede nuovamente al centro della scena il detective Benoit Blanc, impersonato da Daniel Craig, alle prese con un mistero che coinvolge lo spettatore dall’inizio alla fine. L’impresa affrontata da Rian Johnson (sceneggiatore e regista) era ardua: dare all’investigatore Blanc un enigma che fosse nuovo e al tempo stesso all’altezza del precedente. Possiamo dire che la missione è riuscita!
Glass Onion è l’opposto di Knives Out
La scelta di sviluppare un sequel del primo film è maturata dopo il successo al botteghino, e con Glass Onion, Johnson ha voluto osare cambiando tono. In Cena con delitto, vediamo un omicidio ambientato in un’umida New England, con prevalenza di colori freddi e personaggi caratterizzati da un’ironia sottile. Tutta la pellicola è retta dal talento di Ana de Armas, il cui personaggio è su un piano superiore rispetto agli altri, che invece sono più un contorno.
In Glass Onion, invece, l’ambientazione è estiva, un’isola della Grecia dove i protagonisti sfuggono dalle limitazioni del primo lockdown, per partecipare ad un gioco che in sé prevede già un mistero. Johnson porta in scena meno personaggi, ma li rende tutti protagonisti: da subito li vediamo nei contesti che più si addicono alla loro personalità. L’ironia è un elemento più centrale, sia tramite dei personaggi prettamente comici (uno su tutti, la stilista Birdie Jay interpretata da Kate Hudson), sia da parte dello stesso Blanc.
Un cast di grandi star
Il cast è sempre stellare: accanto a Daniel Craig ci sono Edward Norton, Kathryn Hann, Leslie Odon Jr., Janelle Monae, Dave Bautista, Madelyn Cline, oltre alla già citata Kate Hudson (della quale trovate qui alcune sue dichiarazioni sul ruolo nel film). Grandi attori per grandi personaggi: il regista ce li fa conoscere, entriamo in empatia con loro, per poi capire che uno di loro morirà. Chi è l’assassino e chi la vittima? Questa è la domanda che perseguita lo spettatore e non lo distrae per tutta la durata del film.
La forza di Glass Onion è nella sceneggiatura

Il fatto che vi sia un mistero nel mistero, un gioco in cui si simula un omicidio, il cui omicidio viene effettivamente commesso, rende la storia molto intrigante. È un po’ come se anche noi giocassimo a questo enigma che oscilla tra realtà e finzione, il che è la dimostrazione che il film funziona.
È una storia fatta di segreti e bugie, dove nel sentire i discorsi dei protagonisti, lo spettatore si sente un po’ Benoit Blanc e guarda con diffidenza ai possibili colpevoli. Proprio la sceneggiatura è valsa a Glass Onion una candidatura agli Oscar. Miglior sceneggiatura non originale è la categoria per cui concorre il film, in cui il “non originale” è dovuto al fatto che sia un sequel.
Benoit Blanc: meno personaggio e più persona

Un altro cambio importante riguarda la figura del detective Blanc: questa volta ci vengono delineati diversi lati della sua personalità. Compare ancora una volta dopo aver già visto gli altri protagonisti, si fa attendere, e nella prima inquadratura lo troviamo nella vasca da bagno. Johnson vuole subito mettere in chiaro il fine del film: empatizzare e affezionarsi al personaggio di Daniel Craig per dare le basi ad una saga sotto il segno di Knives Out.
Vederlo nella quotidianità, lontano dalle vesti di detective, ci mostra un lato umano. In quella prima scena nella vasca, Blanc è impegnato in una videochiamata su Zoom con quattro amici, impersonati da attori legati al genere mistery (la più iconica è la Lansbury, volto del cult La signora in giallo).
L’umanizzazione di Benoit Blanc è percepibile anche dalla presenza, seppur in un cameo, del suo compagno, interpretato da Hugh Grant. Quello che può sembrare un dettaglio, in realtà è uno spiraglio sulla vita privata del detective, il che lo identifica anche come personaggio Queer (come Rian Johnson aveva anticipato).
Investigatori sempre più umani al cinema
Questa scelta di rendere il detective più persona e meno personaggio è la stessa che ha attuato Kenneth Branagh in Assassinio sul Nilo, dove rispetto al precedente Assassinio sull’Orient Express, l’investigatore Poiroit è mostrato come più vulnerabile.
La chiave vincente è il ritmo inusuale

Al di là delle numerose modifiche, un aspetto che Johnson ha reso ancor più rilevante è il ritmo inusuale del film. Anziché seguire un racconto lineare, a metà della storia si torna indietro con un lungo flashback che chiarisce parte del mistero e in cui si susseguono una serie di colpi di scena. In uno dei momenti di maggior tensione del film, in cui il ritmo diventa incalzante e il buio della Glass Onion (la cipolla di vetro) fa da protagonista, il racconto viene bruscamente spezzato da un flashback che porta con sé il plot twist principale.
Tra i film candidati agli Oscar, Glass Onion – Knives Out non è sicuramente tra i capolavori, ma riesce nel tentativo di intrattenere, alternando comicità e mistero. Era facile deludere dopo il grande successo di Cena con delitto, il rischio di un flop era dietro l’angolo, un flop che sarebbe stato particolarmente pesante se consideriamo che Netflix punta ad una lunga saga per Knives Out. Invece Rian Johnson è riuscito a confezionare un film godibile, per cui l’attesa del terzo film è già tanta.