Fleabag siamo noi, imperfetti inadeguati alla Phoebe Waller-Bridge

Phoebe Waller-Bridge è diventata celebre per aver ideato scritto e interpretato il personaggio di Fleabag nell’omonima serie, andata in onda dal 2016 al 2019. In occasione del suo compleanno, dalla psicologia alla sua visione di femminismo, parliamo delle analogie tra persona e personaggio e delle caratteristiche che hanno reso così celebre Fleabag.
Fleabag siamo noi, imperfetti, inadeguati alla Phoebe Waller-Bridge

Phoebe Waller-Bridge, nata a Londra il 14 luglio 1985, è un’attrice, scrittrice e drammaturga, nota principalmente per la serie televisiva Fleabag. Nel 2019, con la seconda stagione di quest’ultima, ha vinto il premio Emmy per la miglior attrice in una serie commedia e per la miglior sceneggiatura nella stessa, diventando la seconda persona, dopo Tina Fey nel 2008, ad aver vinto in entrambe le categorie nella stessa edizione. 

Con Fleabag, Phoebe Waller-Bridge esce fuori dagli schemi, creando una delle serie più apprezzate di questo secolo. Tanto ironica, pregna di british humour, quanto incredibilmente drammatica e profonda, questa serie riesce a comunicare con il pubblico tramite il linguaggio dell’empatia e della verità. Di Waller-Bridge si apprezza anche l’incredibile talento comunicativo della sua espressività, un tratto di comicità evidente che accomuna la persona al personaggio. 

Phoebe Waller-Bridge è Fleabag: com’è nata l’idea

Phoebe Waller-Bridge al Saturday Night Live
Phoebe Waller-Bridge al Saturday Night Live

Le persone spesso danno per scontato che sia come Fleabag semplicemente perché ho scritto io il suo personaggio; quindi depravata, volgare e pericolosa. E ogni volta mi trovo costretta a dir loro: “Sì! Avete assolutamente ragione.” Infatti, ogni cosa che scrivo ha uno sfondo di verità. (Phoebe Waller-Bridge al SNL, il 5 ottobre 2019)

Facciamo un passo indietro. Phoebe Waller-Bridge ha frequentato la Royal Academy of Dramatic Art, una delle accademie di teatro più importanti della Gran Bretagna. Da subito ha capito come la sua personalità non le permetesse di seguire un copione su personaggi standard. Fin da piccola infatti si divertiva a scioccare ed essere irriverente, ma soprattutto a far ridere il suo pubblico. Ha così deciso di iniziare a scriversi da sola i personaggi che avrebbe voluto interpretare, portandola poi a scrivere per sé quello più noto, Fleabag.

A cambiarle la vita però è stato l’incontro con l’ormai inseparabile amica Vicky Jones. Insieme fondano la compagnia teatrale DryWrite, con cui si esibisce in piccoli sketch di successo, dall’ironia tagliente. Tra questi ce n’è uno di stand up comedy di dieci minuti, creato da Waller-Bridge per una scommessa e diventato poi nel 2013 uno spettacolo teatrale, vincitore del primo premio al Fringe di Edimburgo. Si tratta proprio di quello che, nel 2016, si è trasformato nella prima stagione di Fleabag.

Fleabag, letteralmente “sacco di pulci” 

Phoebe Waller-Bridge è Fleabag
Phoebe Waller-Bridge è Fleabag

Per tutta la durata della serie non viene mai reso noto il nome di battesimo della protagonista. Lei è Fleabag, letteralmente “sacco di pulci”. Ma perché questa scelta? 

A caratterizzare maggiormente un essere umano è proprio il suo nome, che sottende una serie di costrutti che lo rendono singolare. Fleabag però, anche se in apparenza non sembra, vuole comunicare tutto tranne che singolarità. Se c’è infatti una ragione, che spiega il perché del grande successo della serie, è che la scrittura e l’interpretazione del personaggio centrale sono così reali da accomunare la maggioranza delle persone. La sua umanità, soprattutto nella franchezza con cui vengono raccontati gli sbagli, i vizi, le debolezze, è ciò che permette di empatizzare e amare un personaggio così scomodo.

La macchina da presa come autocoscienza

La protagonista insieme alla migliore amica Boo
La protagonista insieme alla migliore amica Boo

Come detto sopra, la puntualità con cui Waller-Bridge sviluppa la complessità e profondità del suo personaggio, la sua natura intima, è ciò che la rende onesta con lo spettatore, che, di conseguenza, ci si rivede ed empatizza. Osservare Fleabag è come guardarsi allo specchio senza convenzioni e maschere, prestando attenzione soprattutto a tutti i lati fastidiosi, oscuri che ci caratterizzano. Lo spettatore attento può sentire dentro di lei, come dentro di sé, l’eco di quei pensieri che non si ha il coraggio di dire ad alta voce. 

Tutta la serie può essere letta come un’espressione dell’inconscio della protagonista, della sua psicologia. Vediamo Boo, l’amica defunta, come una persona buona, leale, onesta, la migliore amica perfetta per Fleabag. Questo non è altro che il modo in cui l’inconscio di quest’ultima cerca di esprimere il senso di colpa che lei prova per aver tradito Boo, poco prima della sua morte.

La rottura della quarta parete

Fleabag in una delle scene in cui rompe la quarta parete
Fleabag in una delle scene in cui rompe la quarta parete

Uno dei tratti caratterizzanti della serie è il rapporto di Fleabag con la macchina da presa. La protagonista infatti rompe in continuazione la quarta parete, chiamando direttamente in causa gli spettatori. Quante volte capita di comportarci e rispondere alle persone in un modo, quando nel frattempo la voce nella nostra testa dice altro? Ecco che tutto questo viene esplicitamente rappresentato in Fleabag. Nel racconto di ogni sua avventura si instaura così una sorta di dualità; contemporaneamente ci confrontiamo con la sua facciata pubblica e con quella segreta della sua interiorità. 

Quindi, quando Fleabag si rivolge alla macchina da presa, sta in realtà dialogando con la nostra voce interiore. Ecco perché, alla fine della serie, ci sembra di conoscere intimamente la protagonista e il distacco risulta ancora più forte. Noi rimaniamo alla fermata dell’autobus mentre la vediamo allontanarsi, pronta a proseguire la sua vita con la giusta consapevolezza di sé. 

Fleabag è una “cattiva femminista”

Senza dubbio, Waller-Bridge costruisce un modello antieroico della figura femminile, risultando più femminista di tutti quei prodotti dichiaratamente tali. La contemporaneità è quel periodo in cui, in opposizione (giustamente e finalmente) alla visione patriarcale e stereotipata della donna, iniziano a svilupparsi modelli opposti di donne forti, combattive, indipendenti, alla maniera di June in The Handmaid’s Tale. Così però si rischia di costruire un altro modello, troppo stereotipato e caratterizzante, di perfezione femminile, di aspettative che non corrispondono alla realtà. 

Ecco che invece Fleabag si autodefinisce una “bad feminist”, una cattiva femminista, perché spesso non riesce a essere così corretta come ci si aspetterebbe. La vediamo ammettere pensieri tipo: “Sarei lo stesso così femminista se avessi le tette più grandi?” oppure alzare la mano alla domanda “Chi di voi ha mai pensato di rinunciare a cinque anni di vita per avere il cosiddetto, corpo perfetto?”

Fleabag normalizza il fatto che tuttora apparteniamo a generazioni figlie di costrutti culturali patriarcali che sono difficili da scardinare. L’importante dovrebbe essere condividere i valori e avere chiara la direzione, ma il femminismo è frutto di un percorso ed è giusto concedersi momenti di debolezza in cui, sbagliare, è umano. 

Se Fleabag sembra essere giunta per sempre a una conclusione, consacrandosi come un gioiellino da vedere e rivedere (qui un ulteriore interessante approfondimento sulla serie) possiamo trovare Phoebe Waller-Bridge coinvolta in altri progetti. Nel 2021 ha contribuito alla sceneggiatura del film di James Bond No Time to Die e, dopo essere uscita dal progetto di Mr & Mrs Smith per Amazon Prime, l’abbiamo vista di recente recitare al fianco di Harrison Ford nel film Indiana Jones e il quadrante del destino. Per altri approfondimenti e novità, continua a leggere CiakClub.it

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