Zombie contro zombie – One Cut of the Dead

Una troupe cinematografica decide di mettere in scena un film horror di zombie. Il regista sceglie, come ambientazione, una location isolata, nelle vicinanze di una cisterna d’acqua abbandonata. Nulla, però, sembra andare per il verso giusto: l’attrice protagonista del suo film non riesce a conferire la drammaticità richiesta dalla scena. Un altro attore, ubriaco per via del troppo sakè bevuto, non riesce a portare avanti nessuna scena.

All’improvviso, tuttavia, le cose si mettono bene, per il film, meno per il gruppo. Gli zombie arrivano per davvero sul set. Quelli veri. Il regista, però, invece di farsi prendere dal panico, decide di cogliere l’occasione per continuare a girare. Ottiene infatti, finalmente, la vera espressione di terrore che desiderava dall’attrice protagonista, perseguitata dai non morti. La protagonista, tuttavia, ha finalmente l’occasione per vendicarsi dell’insoddisfatto regista del film, contagiandolo.

Tramite un momento di flashback viene mostrata allo spettatore la genesi del film, che si chiamerà proprio One Cut of the Dead, un progetto particolare e rischioso basato su un attacco zombie che il regista accetta di girare come un unico piano sequenza in diretta live. Un piano sequenza della durata di 37 minuti e 27 secondi (nell’originale titolo giapponese, invece, il titolo è Kamera o tomeru na! – tradotto in italiano “Non fermare la cinepresa”, frase pronunciata dal regista fino alla fine). 

I produttori seguono il tutto a distanza, prima fiduciosi nell’abilità del regista esordiente di portare avanti il progetto, poi scioccati, ancora inconsci di ciò che stava avvenendo sul set ma consapevoli che quello, non era il copione che avevano prospettato al regista.