Revoir Paris

Mia è una traduttrice di lingua russa. Lavora a Parigi dove vive con il compagno, medico. Veniamo introdotti in quella che è una sua giornata lavorativa tipo. Le ore passano e arriviamo alla cena dove lei e il fidanzato si raggiungono in un ristorante. Lui riceve una chiamata e torna in ospedale.

Mia si ritrova così sola, ma prima di tornare a casa, fa tappa in un altro locale. Qui vediamo che un gruppo di amici sta festeggiando un compleanno. Si vedono due turiste cinesi scherzare con un’escargot. E ancora altri volti. Proprio quando Mia si alza dal suo posto, due persone davanti a lei cadono improvvisamente, colpite da uno sparo alla testa. Sono due delle tante vittime di un attentato terroristico che sconvolgerà la vita delle persone presenti quella sera all’Etoile d’or.

Mia rientra nel gruppo dei pochi fortunati che quella notte sopravvissero, ma che da quel momento dovrà affrontare la vita di tutti i giorni in una Parigi che vede in modo diverso, in una quotidianità nella quale non si ritrova più. Decide quindi di prendere una pausa da tutto per concentrarsi sui pochi dettagli di quella notte che le sono rimasti impressi nella mente. Mia sente sempre più la necessità di ripercorrere la vita e le storie delle persone che con lei hanno condiviso quell’esperienza. La necessità di tornare con la mente e con il corpo in quel ristorante dove la sua vita si è interrotta.

Mia farà poi la conoscenza di Thomas, anche lui superstite, che la accompagnerà nel percorso di rielaborazione del trauma verso una nuova versione di sè. Infine riuscirà inoltre a mettersi in contatto con Assane, con la persona che le aveva stretto la mano, nascosti nelle cucine del ristorante, per quelle due interminabili ore. E sarà l’incontro dei loro sguardi e la consapevolezza di essere sopravvissuti a segnare un’evoluzione nel cammino emotivo di Mia.