Quello che non ti uccide

Roy Pulver, veterano della Delta Force ad Atlanta, è bloccato da lungo tempo in un loop temporale. La sua giornata inizia alle sette, evitando attentati alla sua vita di ogni genere, e si conclude sempre alle 12:47, con l’unico attacco che Roy non riesce mai a sopravvivere. Ogni volta che “muore”, si risveglia nel suo letto.

Roy non sa bene come si sia trovato nel loop, ma sa che c’entra qualcosa il progetto a cui lavorava la sua ex moglie ai laboratori Dynow e il colonnello Clive Ventor, capo dell’operazione. Il giorno prima che Roy venisse intrappolato nel loop, aveva infatti rivisto l’ex moglie Jemma, da cui si era allontanato. I due avevano litigato a cause del figlio Joe, ignaro che Roy sia il suo vero padre.

Qui entra in scena il colonnello Ventor, che scaccia subito Roy dai laboratori appena lo vede accanto la progetti di Jemma, ma non prima che la donna possa segretamente ottenere un campione dei capelli di Roy. Questi gli unici indizi a disposizione dell’ex militare, che cerca invano di contattare Jemma. Ma dall’altro capo del telefono è Ventor a rispondere, dicendogli che Jemma è morta in un incidente di laboratorio.

Roy non si fida di Ventor e sfrutta l’opportunità di trovarsi in loop per esplorare il mondo in cui è bloccato. Trova così suo figlio Joe che ha marinato la scuola per andare ad Underground Atlanta, dove si svolge un torneo di videogiochi. Joe decide di passare finalmente del tempo con suo figlio, ma senza rivelargli della morte della madre.