La passione di Cristo

La notte della sua cattura Gesù si trova presso il giardino dei Getsemani, accompagnato dai suoi discepoli più vicini, Pietro, Giovanni e Giacomo che non riescono a rimanere svegli a pregare in sua assenza. Nel giardino Gesù vede apparire Satana che lo tenta e lo invita a tirarsi indietro. Sofferente e stremato, il Messia reagisce convinto ancora di più a portare a termine il suo proposito divino.

Nel frattempo Giuda Iscariota decide di tradire il suo Maestro consegnandolo nelle mani dei romani per trenta sicli d’argento. Durante la cattura di Gesù scoppia una rissa e Pietro viene fermato prima di compiere omicidio. Gesù viene quindi condotto al sinedrio, picchiato duramente durante il viaggio, provocando così il rimorso in Giuda che restituisce il denaro, scappa dalla città e si toglie la vita per impiccagione.

Nel frattempo, nonostante l’intervento di alcuni sacerdoti per allontanare ogni accusa e tentativo dei testimoni di infangare Gesù, la decisione è presa. Il sommo sacerdote Caifa lo condanna a morte per blasfemia. Pietro intanto viene riconosciuto come uno dei suoi discepoli ma per ben tre volte, come Gesù aveva predetto durante l’Ultima Cena, lo rinnega.

Per confermare la condanna Gesù viene condotto dinanzi a Ponzio Pilato che, non trovando in lui alcuna colpa, lo trasferisce alla corte di Erode. Umiliato e maltrattato ulteriormente, Gesù torna davanti a Pilato che prima permette al popolo di scegliere chi liberare tra il Giudeo e il brigante zelota Barabba, poi, sollecitato dai sacerdoti del sinedrio e dalla folla, pur riconoscendo l’innocenza, lo condanna definitivamente alla crocifissione.