Judas and the Black Messiah

Nel 1967, a Chicago, il piccolo criminale afroamericano William O’Neal ruba un’auto fingendosi un agente dell’FBI. Catturato dalla polizia, sarebbe costretto a scontare una pensa carceraria di oltre sei anni, ma l’agente federale Roy Mitchell gli propone un’alternativa: diventare un infiltrato della polizia. Il compito di O’Neal sarà avvicinarsi a Fred Hampton, identificato dall’FBI come una minaccia.

Fred Hampton è il leader del partito delle Pantere Nere in Illinois, nonchè fondatore della Rainbow Coalition, organizzazione politica multiculturale che, raggruppando le Pantere Nere e altri gruppi come gli Young Patriots e  gli Young Lords, lotta per appianare le differenze socio-economiche degli Stati Uniti d’America. Hampton è anche vicino a posizioni socialiste e maoiste, il che fa sì che venga bollato come un radicale.

Ma a differenza di altre Pantere – pur rimanendo radicalmente distante dalla lotta non violenta promossa invece da Martin Luther King, contraltare della visione rivoluzionaria di Malcolm X – Hampton è prudente, sa che al primo atto di violenza loro verrebbero spazzati via, quindi sceglie la via dell’unità, della diplomazia e dell’appianamento delle divisioni nel Movimento per i Diritti Civili.

O’Neal riesce a infiltrarsi nei ranghi delle Pantere, guadagnando gradualmente la fiducia degli altri membri del partito. Arriva addirittura a diventare l’autista personale di Hampton (a cui lo Stato ha confiscato la patente). Tuttavia, col passare del tempo, sia O’Neal, fra le Pantere, sia l’agente Mitchell, a conoscenza delle operazione dell’FBI, si rendono conto che la lotta tra autorità e Pantere Nere è molto più aspra del previsto e che l’FBI in primis non ha intenzione di fermarsi davanti a nulla. Fred Hampton dovrà sparire.