Dalíland

New York, 1973. James (Christopher Briney) è un giovane impiegato in una galleria d’arte newyorkese, che si prepara ad accogliere una mostra dell’ormai anziano, ma ancora amato, Salvador Dalí (Ben Kingsley). James riesce ad ottenere il ruolo di assistente personale del pittore, finendo nel suo studio a passargli colori e pennelli. In questo modo scopre l’artista surrealista da vicino e ne vede la decadenza insieme al genio.

James si imbatte in un mondo fatto di donne, feste, stravaganze, ma anche solitudine, ipocondria, ossessione per la morte e malattia. A tenere insieme tutti questi aspetti nella vita di Dalí è Gala (Barbara Sukowa), la sua Musa ispiratrice e sua moglie, nonostante sia ormai sentimentalmente sempre più lontana da lui. L’amore con la donna viene rievocato attraverso flashback della gioventù da un malinconico anziano Dalí che vorrebbe non perdere la donna. 

Ad una festa Gala conosce “Gesù Cristo”, un giovane attore interprete del musical Jesus Christ Superstar, per cui perde completamente la testa e col quale si trasferisce a vivere sotto gli occhi del marito, finanziando le sue attività di musicista.

Con la fine della mostra a New York James, che intanto si innamora di Ginesta (Suki Waterhouse) una delle giovani muse di Dalí, pare costretto a chiudere per sempre il capitolo surrealista della sua vita. Licenziato dalla galleria newyorkese, però, seguirà Dalí e la sua decadenza per poi tornarlo a trovare, sul finale, nella clinica in cui è ricoverato, sperando di essere riconosciuto come “san Sebastiano”, come era stato soprannominato.