Per il secolo che oggi compie, è doveroso celebrare i personaggi che hanno reso quella che è oggi Disney 100. Quasi tutti siamo cresciuti con i Classici Disney. Sono delle opere che hanno accompagnato infinite generazioni di bambini e non solo, spesso avvicinandoli inconsciamente al meraviglioso mondo del cinema. Un primo approccio alla settima arte che racchiudevano già parte della complessità e della magia di queste immagini in movimento. E una delle cose più affascinanti e intriganti di questi film d’animazione, erano proprio i loro cattivi.
La scuderia di caratteri e design è davvero eterogenea, motivo tra gli altri del loro successo, ed ha plasmato il mito dei villain Disney. Il grande amore che lo stesso creatore Walt Disney provava per queste opere rasentava l’ossessione. Soprattuto nei primissimi casi, a partire da Biancaneve e i sette nani – un film senza precedenti nella storia del cinema – lo sforzo creativo e produttivo dietro ai Classici era davvero immenso. Il tempo alla fine ha dato ragione al genio di Walt, iniziatore di quello che oggi è Disney 100, ed è anche merito suo se oggi abbiamo questi grandissimi film e questi iconici personaggi. Ma quali sono i più riusciti? Chi è il più cattivo tra i cattivi?
10 – I cattivi all’acqua di rose

Al decimo posto possiamo collocare quegli antagonisti che definiremmo “all’acqua di rose”. Si tratta di personaggi che certo presentano elementi di cattiveria, rispecchiati anche dalle loro azioni, ma che alla fin fine rappresentano una minaccia abbastanza moderata. Sia nell’aspetto, ma soprattuto negli atteggiamenti, perdono un po’ di credibilità. Sono fin troppo comici, spesso ridicolizzati e molto poco inquietanti nel loro essere divertenti e buffi.
Yzma ha un design estremamente stilizzato, con elementi di puro slapstick e viene continuamente vessata da Kuzco e Pacha. Capitain Uncino è il baccalà per eccellenza, l’eterno trastullo di Peter Pan e Cocò. E infine Ade, che ha sempre la battuta pronta e subisce tante e tante angherie da parte di tutte le divinità dell’olimpo solo per poi fare da spettatore alla sua disfatta. Insomma, anche se con modesti risultati ci hanno comunque provato riuscendo ad apparire in questo speciale Disney 100.
9 – L’inquietante più inquietante

Come accennato prima, sicuramente uno degli aspetti più centrali quando si parla di iconicità di un villain è il character design. Questo assume un valore doppiamente fondamentale in quanto si parla di antagonista e di animazione. Deve sussistere una vera e propria fisiognomica della cattiveria. Il personaggio deve essere immediato, questa oscurità deve essere trasmessa subito al primo sguardo. E qui abbiamo davvero dei campioni in questo.
Chernabog, il demone di Fantasia, e Re Cronelius, il lich Taron e la pentola magica, nella loro mostruosità esauriscono gran parte della loro malvagità. Fanno di questo loro aspetto terrificante la massima manifestazione di cattiveria, l’aspetto diviene vera e proprio espressione di quel carattere maligno. Ed è forse anche per questo che non sono divenuti così iconici rispetto ad altri (detto che comunque la riuscita di un villain deve tenere conto anche del film in cui appare). Una caratterizzazione che faceva forse troppo affidamento all’estetica, dimenticandosi un altro aspetto altrettanto importante: il carisma.
8 – l potere e il suo abuso

Si parla qui di una cattiveria tutta particolare, che si manifesta nel totale e arbitrario abuso nel proprio potere. La regina di cuori e il principe Giovanni rappresentano al meglio quella cattiveria che impone i propri capricci fregandosene degli interessi del popolo ma guardando solo ai propri. Un egoismo inguaribile e un ego tanto smisurato da avere in odio chiunque vi si opponga. Anche in questo caso sussiste una certa dose di ridicolo in entrambi in personaggi che ne depotenziano l’effetto (tra cui la suzione del pollice per Giovanni e la mimica della regina).
Si tratta di personaggi che, in un modo o in un altro, sono riusciti ad accaparrarsi una posizione tale da impartire i propri egoistici e ingiusti ordini. E anche se in Robin Hood e in Alice nel Paese delle Meraviglie il destino dei loro personaggi differisce parecchio, il loro essere regnanti egocentrici e goffi divengono sicuramente i loro tratti distintivi.
7 – L’invidia dagli abissi interiori

Se c’è una cosa che sarà capitata ad ognuno di noi, anche inconsciamente, è provare invidia verso qualcuno o qualcosa. È un sentimento atavico che non è necessariamente e in senso assoluto negativo, se trattato con consapevolezza. Qui però siamo di fronte all’apoteosi del calpestare il prossimo per la propria superiorità, per il proprio compiacimento.
Ursula e Grimilde in fondo fanno la stessa cosa: vogliono annientare Ariel e Biancaneve. Se la prima vuole la bellissima voce della sirenena, la seconda vuole mantenere il suo status di donna più bella del reame. La loro cattiveria nasce dalla volontà di ottenere, o mantenere, a tutti i costi ciò che pensano gli spetti di diritto. La loro ragion d’essere è l’invidia proveniente dagli abissi interiori.
6 – La legge del più forte

Anche qui troviamo due bestiacce dalla cattiveria indubbia. Entrambi immersi nella natura selvaggia, dove regna la legge del più forte, i loro approcci stanno sostanzialmente all’opposto. Se infatti la tigre Shere Khan impone il suo dominio in modo diretto e con una forza soverchiante, il leone Scar elabora intrighi nell’ombra con piani più subdoli e sleali. In entrambe le strategie il risultato è un regime di terrore in cui i nostri cattivi dominano.
Come capitato per altri casi trattati, è chiaro che il peso, l’importanza e la riuscita de Il libro della giungla e de Il re leone (una grandissima opera, piena di simbolismi e rimandi shakesperiani) non sono proprio paragonabili, ma l’idea che sta alla base dei due villain dovrebbe essere vista più come le due facce di una stessa medaglia: quella della legge del più forte. E anche in questo caso la natura farà il suo corso, confermando che quel primato spetta ai nostri veri protagonisti: Mowgli e Simba.
5 – La superbia e la discriminazione del diverso

Siamo di fronte a personaggi davvero molto simili, persino nel loro ruolo: entrambi sono dei cacciatori. Questo è già significativo: il loro compito è stanare e catturare, se non uccidere, le feroci bestie che cacciano. Sono forti, intelligenti ma, più di ogni altra cosa, tracotanti e superbi. Sono una sorta di rappresentazione della superbia nei suoi tratti più foschi e corrotti, che sia con apparenti mostri o creature selvagge, il trattamento del diverso (visti anche come una minaccia alle loro convinzioni) è assolutamente ignobile.
Gli stessi film di Gaston e Clayton hanno a che fare con questi aspetti sulla bestialità e la diversità. E il loro approccio a questo tipo di dinamica è convergente, degradando e cercando di eliminare ciò che considerano inferiore o pericoloso. Ma, come viene evidenziato nelle ultime scene prima della loro disfatta, alla fine emerge che le vere bestie della storia, i veri mostri dell’intera vicenda sono proprio loro.
4 – L’oppressione e la giustizia di parte

Si è spesso accostato in questa classifica villain di film appartenenti ad epoche della Disney molto diverse. Dalle origini fino al Rinascimento Disney arrivando a questo Disney 100, la datazione non è qui considerata una discriminate. È evidente ci siano stati Classici con una notevole influenza sul cinema d’animazione (ma spesso anche sul cinema tout court) venuto poi, come nel caso de Il gobbo di Notre Dame e Cenerentola. In questi film davvero molto diversi, uno dei cattivi potrebbe essere tranquillamente considerato come l’evoluzione dell’altro. Frollo potrebbe essere figlio proprio della Matrigna.
Per entrambi il doppiopesismo è legge. Con Frollo però la scala è superiore. Se per la seconda tutto si limita al nucleo familiare, svilendo e sfruttando Cenerentola a favore delle figlie naturali Genoveffa e Anastasia, l’arcidiacono impone la sua influenza a quasi tutta Parigi. Ci sono veramente poche cose negli altri classici Disney spaventose come la sequenza di Frollo tra le fiamme di Notre-Dame, o di tanto repellenti come le sue intenzioni al primo incontro con l’infante Quasimodo, forse solo il suo ipocrita moralismo.
3 – L’ossessione del potere

Jafar rappresenta uno degli aspetti più intriganti della cattiveria: l’ossessione per il potere. Se già prima abbiamo trattato un elemento simile (l’abuso del potere) qui assistiamo alle brutture e malignità che un personaggio è disposto a fare per ottenerlo. Una discesa verso il comando totale. Con questo personaggio sono riusciti a mischiare diversi elementi che erano già stati trattati da precedenti villain, approfondendo ulteriormente le dinamiche di un potentato e il rapporto tra malvagità e potere.
Un po’ di Grimilde, un po’ del principe Giovanni, qualcosa di Ursula rivivono in Jafar creando un nuovo e personaggio terribile personaggio e molti degli antagonisti successivi devono molto al gran visir (come Scar e Ade per esempio), arrivando ad essere scimmiottato tutt’oggi all’alba di Disney 100. In Aladdin grazie a lui convivono intrighi, stregoneria e tradimenti con un epilogo grandioso che, per poco, non faceva trionfare il nostro Jafar. Davvero un ottima performance.
2 – La crudeltà senza una vera ragione

Crudelia De Mon (nella versione originale Cruella de Vil) ha la malvagità impressa persino nel proprio nome. Quella di questo personaggio è una cattiveria apparentemente senza ragione, non esiste un evento che l’ha provocata né tantomeno un fine ultimo a questa cattiveria. Vuole solo perpetrare il male per un proprio capriccio, un soddisfacimento di un suo stupido desiderio. Sicuramente è una delle più meschine e repellenti perché irragionevole, pronta a tutto per una pelliccia.
Una malvagità più moderata forse, che non mira alla conquista di interi regni o a guadagnare un potere totale, ma che risulta davvero ributtante. Nei modi, nei discorsi e nell’aspetto non ha certo nulla da invidiare alle figure più “ambiziose” che abbiamo già incontrato, ma anzi questa ordinarietà ne amplifica la potenza. Potrebbe essere tranquillamente calata nel mondo reale senza risultare assolutamente forzata, potrebbe essere il cattivo della porta accanto totalmente privo di empatia o di considerazione verso gli altri.
1 – Un’oscura e profonda malvagità

And the winner is…Malefica! Torna il design più affusolato, spigoloso, macabro, pallido che ha fatto scuola in Disney e che nel tempo è divenuto quasi un marchio di fabbrica. Ed è stata proprio Malefica l’antesignana di questa caratterizzazione. Si tratta della regina delle tenebre, della strega oscura, del drago maligno che incarna l’archetipo fiabesco del male. Non c’è nessuno che non la conosca.
Malefica è stata sicuramente uno dei villain più iconici mai partoriti, e lo è ancora in questo Disney 100. Divenuta icona popolare della Malvagità con la M maiuscola, è l’esempio perfetto di quando l’antagonista è più grande dello stesso film in cui è innestato. Non è necessariamente più cattiva di altri (ogni tipo di cattiveria e antagonista che abbiamo qui visto è deprecabile) ma nel tempo è forse diventata l’archetipo disneyano per eccellenza di questa malvagità innata, un vero e proprio simbolo. Un po’ in segno di rappresentanza, lei è la portavoce di tutti i villain di cui abbiamo parlato.
Di cattivi la Disney ne ha sfornati davvero di tutti i tipi, ce n’è per tutti i gusti. Divertenti, seriosi, forti, viscidi, bugiardi, stupidi, intelligenti e senza di loro molti dei film non sarebbero divenuti così di culto. Se c’è una lezione che si impara da questa classifica, è che spesso e volentieri una grande storia necessita di un grande villain, forse più ancora che di un grande eroe. Tutto dipende dagli ostacoli che il protagonista dovrà affrontare, più saranno grandi e più diventerà grande anche lui. Noi non vediamo l’ora di scoprire il prossimo futuro dopo Disney 100, e voi?