A sentire una cosa del genere si rimane certamente esterrefatti poichè Leonardo di Caprio è da molti anni ormai paladino delle lotte alla tutela dell’Amazzonia e dell’ambiente.
L’accusa arriverebbe niente poco di meno che da Jair Bolsonaro, il presidente del Brasile, che quest’estate aveva fatto indignare il mondo al seguito del mancato intervento immediato nello spegnere l’incendio che ha devastato l’Amazzonia, incendio per il quale moltissime star del cinema e dello sport si erano mobilitate.
Jair Bolsonaro avrebbe scritto prima un post su Facebook accusando direttamente Di Caprio di “dare soldi perchè l’Amazzonia venga bruciata“, poi, in un intervento più ampio, avrebbe accusato tutti quegli attori e sportivi che hanno donato o che donano tutt’ora ingenti somme alle ONG che si occupano della tutela dell’Amazzonia.
Secondo Bolsonaro, infatti, sarebbero esse stesse che hanno appiccato le fiamme in Amazzonia quest’estate, per infangare il nome di Bolsonaro e del popolo brasiliano.
Alle accuse di Bolsonaro padre si sono aggiunte anche quelle del figlio, Eduardo, che ha affermato nello specifico che Di Caprio ha donato 300.000 dollari alla ONG che ha messo fuoco all’Amazzonia. La ONG a cui si fa riferimento è il WWF.
L’attacco è poi proseguito nei confronti della ONG che, stando a quanto sostiene Eduardo Bolsonaro, avrebbe pagato fotografi e giornalisti per creare una campagna di disinformazione ai danni dell’immagine pubblica del Brasile e di Bolsonaro.
A queste accuse, ammettendo che siano meritevoli di risposta, Leonardo di Caprio non ha ancora risposto. Ha tuttavia risposto il WWF che in un comunicato ha dichiarato che tutte le notizie che Bolsonaro sta facendo girare sul loro conto e sul conto dei loro donatori sono parte di una massiccia campagna di disinformazione.
Il WWF ha inoltre affermato che tutte le immagini che ritraggono le donazioni fatte da Di Caprio alla ONG non sono altro che false.
Di Caprio fu colui che più di altri la scorsa estate fu in prima linea nelle donazioni e nel sostegno all’Amazzonia in fiamme e, forse, questo non è andato giù a Bolsonaro.
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