Closer, la recensione del film del regista Mike Nichols (2004)

La nostra recensione del film Closer del regista Mike Nichols, uscito in sala nel 2004, con Natalie Portman, Jude Law, Julia Roberts e Clive Owen.

«Chi ama a prima vista tradisce ad ogni sguardo». Queste sono le parole dello slogan pubblicitario, di grande impatto, diffuso in Italia all’uscita del film Closer, penultimo lavoro di Mike Nichols, celebre regista del film cult Il laureato.

Proprio gli amori e i tradimenti sono al centro della pellicola, la penultima del regista, che vanta una sceneggiatura impeccabile scritta da Patrick Marber, autore dell’opera teatrale omonima di cui Closer è l’adattamento per il grande schermo.

Così Nichols torna ad affrontare, trent’anni dopo, gli stessi temi delicati e controversi che aveva attraversato in Conoscenza carnale, amaro sguardo sulla sessualità nella società americana degli anni Settanta, che vedeva davanti alla cinepresa i due giovani Jack Nicholson e Art Garfunkel. Closer ripropone le stesse tematiche, attualizzandole.

Sullo sfondo nebbioso della Londra degli anni Novanta si incontrano casualmente quattro personaggi: la spogliarellista Alice, il giornalista di necrologi Dan, la fotografa Anna e il dermatologo Larry. Dietro una trama apparentemente scarna – lo “scambio” di due coppie – si cela una fitta rete di relazioni sessuali e amorose, dense di passione, inganni, ossessioni e tradimenti.

Closer si presenta allo spettatore con tutta la sua carica erotica e risulta essere un film vibrante di sensualità, pur non mostrando neanche una scena di sesso o di nudo espliciti. Sono i dialoghi e gli scambi di sguardi ad essere densi di quell’erotismo che le immagini decidono di non mostrare.

Mike Nichols sceglie infatti di mantenere la struttura teatrale dell’opera originaria, costruendo un film molto dialogato, girato prevalentemente in interni, in spazi limitati dove la macchina da presa possa dare risalto alle figure umane e alle loro personalità.

Closer
Alice (Natalie Portman) e Larry (Clive Owen) in una scena del film.

Tutte le scene sono costruite sugli sguardi e sui dialoghi scritti con una profonda attenzione ai particolari, in modo da rendere attraverso le parole anche le minime sfumature caratteriali dei personaggi. Le battute pronunciate sono rivelatrici, taglienti, pericolose; i dialoghi sono frizzanti, densi, incisivi, provocatori nel loro sfiorare l’eccesso.

Closer è un film intimo e accurato, che si regge – oltre che sulla qualità della scrittura – anche sulla bravura del cast, composto da Natalie Portman, Jude Law, Julia Roberts e Clive Owen.

Analizzando in modo brutale e perfino cinico le dinamiche dei rapporti di coppia, Nichols racconta una storia universale sulla vacuità dei legami umani e sentimentali e sulla facilità con cui indossiamo maschere tutti i giorni, ogni volta che siamo attratti da qualcuno e cerchiamo di conquistarlo.

I can’t take my eyes off you, recita la canzone The Blower’s Daughter di Damine Rice che domina la colonna sonora accompagnando l’inizio e, ciclicamente, la fine del film. Ciascun personaggio sembra infatti incapace di distogliere lo sguardo e l’interesse dal proprio oggetto del desiderio, ma anzi non resiste alla tentazione di avvicinarlo, con lo scopo di possederlo. Lo spettatore sembra posto di fronte a una domanda intima, quasi brutale: quanto sei disposto a guardare da vicino (closer) l’oggetto del tuo desiderio senza aver timore di conoscere la verità?

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