Cinema in Festa, il biglietto costa solo 3,50€: ecco 5 film da vedere

Cinema in Festa è la nuova, bellissima iniziativa organizzata da ANICA e ANEC con il supporto del Ministero della Cultura e la collaborazione dei David di Donatello – Accademia del Cinema Italiano. Per una cinque giorni senza precedenti, dal 18 al 22 settembre, il biglietto del cinema costa solo 3,50€. Sarà solo la prima edizione di un progetto che abbraccia ben 5 anni, dal 2022 al 2026, con due appuntamenti annuali, a settembre e a giugno.

Il progetto si estende su tutta Italia, per tutti i film in programmazione e per ogni fascia di età, senza alcuna limitazione. Vi consigliamo però di visitare il sito dedicato www.cinemainfesta.it per verificare le proiezioni segnalate e le sale convenzionate, rispettivamente nelle sezioni “I film” e “I cinema“. Oltre al biglietto ridotto, Cinema in Festa promette di dare accesso a eventi esclusivi, masterclass, incontri con attori e registi e molto altro. Nel frattempo, noi di CiakClub.it abbiamo deciso di consigliarvi 5 film da vedere, scelti fra quelli della sezione dedicata. Buona visione!

Avatar – James Cameron (2009)

Avete capito bene. Dal 22 settembre – che coincide con le nuove uscite del giovedì e contemporaneamente con l’ultimo giorno disponibile per aderire a Cinema in Festa – torna in sala il capolavoro visivo che fu di James Cameron. Un film spartiacque nella storia del cinema, che spostò ulteriormente i limiti del possibile in fatto di effetti speciali e computer grafica come sempre avvenuto nella filmografia di James Cameron. Ma forse mai fino a questo punto e nemmeno con il cinema che, piaccia o no, contribuì a creare. L’idea stessa che i grandi blockbuster – e Avatar è il più grande di tutti, con il maggiore incasso nella storia (non considerata l’inflazione) – potessero essere costruiti quasi interamente sulla CGI. Il film di Cameron, che sicuramente non necessiterà di altre presentazioni, soprattutto in fatto di trama, torna al cinema in vista dell’uscita del sequel (Avatar: La forma dell’acqua) dal 14 dicembre 2022. Sarà solo il primo di quattro sequel, in uscita ogni due anni fino al 2028, che James Cameron sta girando continuativamente. Un approccio produttivo già pensato dall’inizio alla fine, che non trova molti altri eguali nella storia se non per la trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson. Vi basti questo, su Avatar: le riprese del quarto capitolo (!) sono iniziate meno di una settimana fa.

Siccità – Paolo Virzì (2022)

La filmografia di Paolo Virzì è una delle più apprezzate del panorama italiano, come in patria così anche all’estero. Nel corso degli anni ha apposto la sua firma registica a piccoli, grandi capolavori: più di recente Le notti magiche (2018), ma anche il premiatissimo Il capitale umano (2014), Miglior Film e Miglior Sceneggiatura ai David di Donatello. Stavolta Virzì passa dalla recentissima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (appena conclusasi) con Siccità, storia di amori e di ecologie tardive, del futuro di una generazione e di come gli sia stato tolto dalla precedente. Ancora qualche anno senza combattere a dovere la crisi climatica e Roma si sarà trasformata in un deserto, con tanto di tevere prosciugato e di carovane e cammelli a bivaccarci nel mezzo. Ci troviamo ovviamente in una commedia nera (non così tanto) dell’assurdo, dove però il dramma collettivo funge da sfondo, come sempre per Virzì ma stavolta apocalittico, intorno ai drammi privati di un cast mai così ricco: Monica Bellucci, Emanuela Fanelli, Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Sara Serraiocco, Vinicio Marchioni, Tommaso Ragno, Max Tortora, Gabriel Montesi e molti, moltissimi altri.

Broker (Le buone stelle) – Kore’eda Hirokazu (2022)

L’unico biglietto da visita davvero dimenticabile del film passato per Cannes 75 e che abbiamo già recensito, a dirla tutta, è il titolo che gli è stato assegnato in Italia, che lo fa sembrare solamente un’altra commedia per cuori infranti. Al contrario, Broker è una piccola, dolcissima, fragile perla di capolavoro. Dietro c’è Kore’eda Hirokazu, già regista Palma d’Oro per Un affare di famiglia nel 2018. Uno dei più recenti fra i film che hanno contribuito alla riviviscenza del cinema orientale agli occhi del pubblico occidentale, cui ha fatto seguito il sudcoreano Parasite. Stranamente, nonostante Broker rappresenti un chiaro ritorno all’ovile dei temi cari a Hirokazu (famiglia, natalità, orfanità), il regista ha deciso di girare in Sud Corea forse intuendo il ruolo portabandiera assunto da Seul nel futuro del cinema d’autore. Non a caso, è uscito da Cannes 75 con il Miglior Attore a Song Kang-ho, già feticcio di Bong Joon-ho. Lui è uno dei due “broker” protagonisti del film: due impiegati di un orfanotrofio, fortemente indebitati, che cercano di sopravvivere vendendo trovatelli che altrimenti non verrebbero adottati. Ma per una volta le cose si faranno più complesse del previsto e i due si troveranno, a bordo di un pulmino che ricorda i road movie alla Little Miss Sunshine, in viaggio per tutto il Paese in compagnia di una giovanissima prostituta e del figlio che stava per abbandonare.

Vengeance – B.J. Novak (2022)

Affinché la rosa dei consigli per Cinema in Festa potesse dirsi completa – e non abbiamo ancora finito – non poteva mancare un titolo proveniente dal cinema indipendente più gustosamente di genere. Una piccola, a tratti anche sgraziata ed eccentrica, quanto genuina opera prima che vede alla regia una star di Hollywood nota per ben altri ruoli, tutti dall’altro lato della cinepresa. Il B.J. Novak che qui funge da regista ma anche da protagonista è noto soprattutto per il ruolo dell’odioso Ryan nella sitcom The Office U.S. e per il Soldato Utivich – alias “Il Piccoletto” – in Bastardi Senza Gloria di Quentin Tarantino. Qui interpreta un conduttore radiofonico che, informato della morte sospetta di una ragazza pressoché sconosciuta con cui aveva avuto la storia di una notte, si reca in Texas per indagare sul presunto omicidio e realizzare la sua storia del secolo. Un b-movie che mescola dark comedy e noir pulp ricontestualizzandoli in epoca moderna e con i moderni mezzi di inchiesta giornalistica: i podcast. Sullo sfondo, un panorama di redneck dell’America profonda, fissati con le armi e interpretati, fra gli altri, da due inediti Boyd Holbrook (Narcos) e Ashton Kutcher (Due uomini e mezzo). Parafrasando i Buggles: Podcast Killed The Radio Star.

Moonage Daydream – Brett Morgen (2022)

Per i palati più sopraffini, chiude in bellezza in documentario che, in realtà, non somiglia a nessun documentario biografico e musicale vi possa venire in mente. Capolavoro annunciato dall’ultimo Festival di Cannes, Moonage Daydream di Brett Morgen – documentarista di lungo corso, anche ma non limitatamente nel campo discografico, già candidato all’Oscar nel 2000 per On The Ropes e che potrebbe giocarsi una candidatura per quest’ultima impresa allucinogena – ripercorre più la psiche e l’opera, che propriamente la vita di David Bowie. Centinaia di materiali d’archivio fra registrazioni live e in studio, interviste, registrazioni d’epoca e sperimentazioni visive fanno da unica impalcatura narrativa a questo docu sul Duca Bianco. Si tratta di un esperimento narrativo senza precedenti che sostituisce, al classico documentario a interviste, una colonna sonora che non si interrompe mai. A far da narratrice, solo la voce di Bowie e dei suoi intervistatori. Un viaggio di psichedelia e sinestesie pensato per carpire e incapsulare la filosofia, ermafrodita e multiforme, di David Bowie.

Quale o quali di questi film sceglierete per il vostro Cinema in Festa? Per altri consigli, recensioni e ultimi aggiornamenti dal mondo del cinema e della serialità, continuate a leggerci su CiakClub.it

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