Paola Cortellesi dopo 23 anni di carriera da attrice inaugura quella che – speriamo – sarà un’altrettanto proficua carriera da regista. Lo fa con C’è ancora domani, il film interpretato dalla regista insieme a Valerio Mastandrea e presentato alla Festa del Cinema di Roma. “Chi ben comincia è a metà dell’opera” recita il detto, e Cortellesi è a buon punto allora, perché il suo primo film è da record!
Il film è in bianco e nero perché – come ha detto la regista in un’intervista – richiama l’atmosfera che respirava ed immaginava dai racconti delle sue nonne e bisnonne, a loro volta figlie e madri nell’Italia del dopoguerra che racconta nel film. È una storia di disamore fra un uomo e una donna, ma di altrettanto e profondo amore fra quella donna e sua figlia. Ed è, grazie all’impeccabile colpo di scena finale, una grande storia di orgoglio e diritti. Così grande che Delia, la protagonista interpretata da Paola Cortellesi, ce l’ha fatta sotto agli occhi senza che ce ne accorgessimo. Tanto che tutte le signore adulte in sala, all’uscita si confrontavano dicendo “ma io non l’avrei mai immaginato“, “ma io pensavo che andasse diversamente“. Per quelle signore, e per tutti voi, abbiamo spiegato il finale in quest’articolo!
Insomma, Delia ci accompagna verso un finale a sorpresa, inaspettato tanto quanto il successo incredibile di Paola Cortellesi nel botteghino italiano. La cifra del box office suona 7.032.000 euro, di cui nel weekend 3.514.300. Si tratta del più alto incasso italiano dal 2020, ovvero dall’inizio della pandemia e del conseguente calo di frequentazione delle sale cinematografiche.
Oltre a questo record nazionale, C’è ancora domani è nella top10 del 2023 per gli incassi, l’unico film di produzione nostrana a rientrare fra le prime dieci posizioni, al nono posto.
Se siete stati al cinema e siete una piccolissima parte di quei 7 milioni, siamo quasi sicuri che approverete a mani basse il successo spropositato che sta riscuotendo C’è ancora domani. Se non siete già andati, fidatevi dei numeri, oppure delle nostre parole.. perchè l’abbiamo recensito così da Roma.