La fine del caso Weinstein: condannato a 23 anni di prigione

Dopo anni di processi, accuse e opinioni, il caso che circonda la figura di Harvey Weinstein è arrivato alla fine.

Il tribunale di New York lo ha condannato a 23 anni di carcere con l’accusa di molestie sessuali e  aggressione sessuale di Miriam Haley, la sua assistente e per il rapporto non consensuale avuto con Jassica Mann.

Già il 24 febbraio era stato accusato di aggressione e stupro di terzo grado, ma le accuse più gravi erano cadute e così anche l’ergastolo.

L’avvocato difensore ha richiesto la pena minima (che ammonta a cinque anni) a fronte dell’età avanza e dei problemi di salute dell’uomo. Weinstein infatti, ha 67 anni e partecipa da tempo al processo sulla sedia a rotelle.

Al contrario, l’assistente del procuratore distrettuale aveva chiesto il massimo della pena, o per lo meno una condanna più severa.

weinstein

Come riporta VarietyWeinstein ha affermato a parole il suo rimorso, che si è dimostrato molto meno poco dopo, quando ha parlato del movimento #MeToo, sostenendo che sia andato troppo in là. Ha anche aggiunto:

“Sono totalmente confuso. Penso che gli uomini siano confusi di tutto questo… […] Sono preoccupato per questo Paese. Non è la giusta atmosfera per gli Stati Uniti d’America.”

Il caso Weinstein è stato quello che ha fatto più scalpore nella lotta del movimento #MeToo perché è stato accusato da più di venti donne. Il tutto ha assunto più valore se si considera l’importanza dell’uomo nel mondo cinematografico. Ha costruito moltissime carriere e ha fatto vincere più di 80 Premi Oscar.

I volti principali della lotta contro Weinstein, che comprendono Ashley Judd, Rose McGowan e Rosanna Arquette, hanno commentato in questo modo:

“L’eredità di Harvey Weinstein sarà sempre quella di essere uno stupratore. Sta andando in prigione, ma nessun tempo dietro le sbarre riparerà le vite che ha rovinato, le carriere che distrutto o il danno che ha causato.” 

Questa e altre notizie nella sezione news di CiakClub.

Facebook
Twitter