Bruce Lee: a 50 anni dalla morte, terrorizza (ancora) l’Occidente

Bruce Lee, una leggenda cinematografica, continua a ispirare e guidare il cambiamento anche dopo cinquant'anni dalla sua morte. Il suo impatto nella cultura popolare e nell'industria del cinema è indelebile, rompendo gli stereotipi asiatici. La sua vita e le gesta continuano a ispirare persone in tutto il mondo
Bruce Lee a 50 anni dalla morte, terrorizza (ancora) l'Occidente

A distanza di mezzo secolo dalla sua scomparsa, l’immaginario lasciato da Bruce Lee continua a brillare intensamente, come un faro guida di cambiamento e ispirazione. Quest’uomo straordinario ha lasciato un segno indelebile nell’industria cinematografica e nel cuore della cultura popolare, liberando la rappresentazione asiatica dagli stereotipi e aprendo la strada all’azione di Hollywood che ancora oggi ci entusiasma.

Ma Bruce Lee era molto più di un attore: la sua influenza va ben oltre i confini del grande schermo. Nonostante un numero di pellicole relativamente piccolo, ha saputo plasmare interi generi cinematografici, fondendo la fisicità delle arti marziali con una profondità intellettuale senza pari. Dimostrò al mondo che i protagonisti asiatici potevano essere sia combattenti eroici che brillanti pensatori strategici. La sua eredità si è diffusa ben al di là dei confini geografici e culturali, lasciando un’impronta indelebile sulla cultura globale.

Ancora oggi la sua vita e le sue gesta continuano ad ispirare persone di ogni angolo del mondo. Scopriamo come è divenuto la leggenda che tutti conosciamo!

Bruce Lee, nascita di una leggenda

Bruce Lee e Chuck Norris nel Colosseo
Bruce Lee e Chuck Norris nel Colosseo

Bruce Lee ha vissuto un’adolescenza tra le sfavillanti atmosfere di Hong Kong e la terra natale degli Stati Uniti. La sua passione innata per le arti marziali lo ha portato a intraprendere un viaggio di apprendimento sotto la guida del rinomato Maestro Yip Man. Ma la sete di conoscenza di Lee era inarrestabile: si è cimentato con diverse discipline, inclusa la boxe occidentale. Ha dato così vita al suo rivoluzionario “stile senza stile” noto come Jeet Kune Do.

Attraverso il suo percorso, Bruce ha acquisito la doppia cittadinanza hongkonghese e statunitense. A Seattle ha completato i suoi studi e incontrato l’amore della sua vita, Linda Emery. L’idea di unire così tanti stili di combattimento differenti ha avuto un impatto sconvolgente sull’industria cinematografica sia di Hong Kong che di Hollywood. Bruce Lee ha innovato uno stile che si era ormai consolidato, aprendo la strada a una nuova generazione di talenti.

Nel corso degli anni ’70, un drammatico infortunio durante una sessione di sollevamento pesi avrebbe potuto scoraggiare chiunque, ma non Bruce Lee. Durante il periodo di stop, ha volto l’attenzione verso la filosofia e la spiritualità, approfondendo la comprensione di sé e dei suoi metodi di allenamento. I risultati di questa profonda riflessione sono stati immortalati nel celebre libro The Tao of Jeet Kune Do.

Bruce Lee e i primi passi nel cinema

Bruce in Il Calabrone Verde
Bruce in Il Calabrone Verde

Bruce Lee, giunto da Hong Kong a soli 18 anni, sbarcò in un’America sotto il governo liberale di Kennedy. Questo viaggio occidentale segnò la nascita dello spirito che avrebbe guidato Bruce Lee negli anni successivi. A Washington, si immerse nello studio della filosofia, con particolare interesse per le idee di Socrate. Queste avrebbero influenzato il suo futuro insegnamento nelle palestre di arti marziali, combinando l’immaginario culturale ellenico con quello orientale.

Bruce decise di aprire scuole per insegnare le arti marziali a studenti di ogni etnia, ma questo non venne accolto con favore dalla Cina. Il suo paese natale riteneva le arti marziali dovessero essere un patrimonio esclusivo dell’Oriente. Attraverso le palestre in cui addestrava i suoi allievi, Bruce Lee ebbe l’opportunità di entrare nel mondo del cinema hollywoodiano. Prese parte a vari progetti, ma mai come protagonista.

Fu solo quando un produttore televisivo notò le sue straordinarie performance che Bruce Lee ottenne il ruolo principale nella serie televisiva Il Calabrone Verde. L’opera riscosse un enorme successo in Cina, superando addirittura l’accoglienza ricevuta in America. Così, deluso per non essere riuscito a trovare ruoli da protagonista negli Stati Uniti, Bruce Lee tornò in Cina, dove rimase sorpreso dalla fama che aveva ottenuto. In oriente, Bruce era già diventato leggenda.

La carriera prende il volo

Bruce Lee contro Kareem Abdul-Jabbar
Bruce Lee contro Kareem Abdul-Jabbar

Da quel momento, la sua carriera cinematografica prese slancio in Oriente. Girò film come The Big Boss in Thailandia e Cinque Dita di Violenza. Quest’ultimo raggiunse un incredibile successo al botteghino, superando persino opere di registi come Woody Allen. Il Kung Fu prese piede anche in Occidente, con le pellicole di Bruce Lee che furono acquistate e distribuite da produttori cinematografici in tutto il mondo.

Questo fenomeno portò il genere di Bruce Lee a diventare il nuovo traino dell’industria cinematografica, surclassando in particolare i “Peplum“. Questi film storici, come Ben-Hur o Il colosso di Rodi fino ad allora avevano dominato la scena.

Il 1° marzo 1973, l’Italia fu travolta dall’entusiasmo della Cina, con l’arrivo trionfante del film Il Furore della Cina Colpisce Ancora. Ma l’importanza di Bruce Lee andava ben oltre la pura esperienza cinematografica; il suo impatto sul pubblico fu profondo. Dopo la sua prematura scomparsa, il genere delle arti marziali si spense rapidamente, ma l’eredità di Bruce Lee rimase salda nel cuore degli spettatori e nell’industria cinematografica, segnando la creazione di nuovi eroi d’azione con le sue mosse e idee uniche

Da Bruce Lee a Quentin Tarantino

Kill Bill, scena degli 88 folli
Kill Bill, scena degli 88 folli

Il suo influsso nel cinema andò ben oltre il suo tempo, ispirando registi come Quentin Tarantino, che prese a piene mani dall’arte di Bruce. Nel film Kill Bill (di cui sembra in previsione un terzo film, qui maggiori info), Tarantino omaggia l’attore cinese attraverso citazioni, come il vestiario di Uma Thurman, ripreso dal Il Calabrone Verde, o la scena degli 88 folli, in cui i movimenti del protagonista richiamano quelli di Bruce Lee. Tarantino ha sempre ammesso apertamente l’ispirazione, e l’impatto di Bruce Lee su Hollywood e l’immaginario cinematografico è innegabile.

L’influenza culturale di Bruce fu fondamentale per il cinema asiatico, andando ben oltre il genere delle arti marziali. Grazie a lui, il cinema asiatico divenne popolare anche tra il pubblico europeo e americano. Ciò ha ampliato la portata e l’appeal di un cinema esotico che prima era rappresentato principalmente dal cinema giapponese. Bruce Lee, con il suo lascito cinematografico, si trasformò in un ambasciatore di un’arte e cultura asiatica più ampia, ben accolta dal pubblico occidentale.

Il contributo di Bruce Lee è straordinario sia dal punto di vista culturale che tecnico nel mondo del cinema. Il suo impatto è fondamentale per l‘integrazione culturale e per lo sviluppo delle sequenze d’azione nei grandi film hollywoodiani che ammiriamo oggi. Gran parte dello stile presente nei film d’azione americani, come vediamo in produzioni come John Wick, è influenzato direttamente dall’innovazione di Bruce.

Lo stile di combattimento che ha innovato il cinema

Scena del film "I 3 dell'operazione Drago"
Scena del film “I 3 dell’operazione Drago”

Lo stile di combattimento di Bruce era caratterizzato da una straordinaria efficacia. L’attore e artista marziale eliminava ogni movimento superfluo e dispendioso, limitando le energie per colpire l’avversario in modo mirato e devastante. Questo stile innovativo ridefinì completamente i classici combattimenti delle arti marziali, semplificando gli scontri e concentrando l’azione in pochi colpi. Anche nei combattimenti finali, come ad esempio l’epico duello con Chuck Norris nel Colosseo, Bruce Lee manteneva lo stesso approccio.

L’attore ha rivoluzionato i combattimenti sullo schermo, portando in primo piano un approccio fluido e organico, fedele alla filosofia del “Sii acqua“. Le sue sequenze di combattimento, basate su vere tecniche di arti marziali, riflettevano la sua vita e il suo rigoroso metodo di lavoro.

Oltre a lasciare un’impronta indelebile nel cinema, Bruce Lee ha anche aperto numerose opportunità per le questioni razziali nel mondo. La sua presenza sul grande schermo ha contribuito a sfidare i pregiudizi e a favorire l’integrazione, dimostrando che un attore asiatico poteva essere un eroe carismatico e di successo a livello internazionale.

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