Bong Joon-ho: tutti i film dal peggiore al migliore

Nel giorno del compleanno di un regista il cui impatto sulla storia del cinema è destinato a essere studiato, appare necessario ripercorrere la sua carriera fino ad arrivare al film che ha fatto più parlare di sè degli ultimi anni, Parasite.
Nato il 14 settembre del 1969, Bong Joon-ho si laurea in scienze sociali alla Yonsei University di Seoul. Durante il periodo universitario matura la passione per il cinema frequentando un Cine Club e ha modo di conoscere grandi maestri del cinema dell’estremo oriente come Shohei Imamura, che citerà più volte come regista che lo ha profondamente influenzato, Hou Hsiao-Hsien, il cui Città dolente, primo film in lingua cinese a vincere il Leone d’oro a Venezia, è spesso inserito da Bong Joon-ho nelle liste dei suoi film preferiti ed Edward Yang, indiscusso maestro della new-wave taiwanese autore di capolavori come Taipei Story, A brighter summer day e Yi Yi.

Dopo essersi diplomato alla Korean Academy of Film Arts Bong Joon-ho inizierà la propria attività da regista con una serie di cortometraggi che verranno presentati in festival internazionali e riscuoteranno un discreto successo.
Da quel momento la carriera di Bong Joon-ho sarà in continua ascesa e, nonostante il poco successo del suo lungometraggio d’esordio, Barking Dogs Never Bite, diventerà in pochissimi anni un regista campione di incassi in Corea del Sud, apprezzato anche dalla critica europea e statunitense.

In questo articolo andremo a stilare una classifica di tutti i film di Bong Joon-ho, dal peggiore al migliore, tenendo in considerazione il fatto di essere di fronte a un regista che ha sempre tenuto alta l’asticella qualitativa dei suoi film ed è sempre riuscito a esprimere il proprio talento in ogni soggetto da lui trattato e in ogni contesto produttivo in cui si è mosso.

7. Okja (2017)

Il supermaialino e la bambina protagonista di OkjaQuello che è uno dei primi film con cui Netflix si affacciò nel mondo della produzione cinematografica ad alto budget è anche il film di Bong Joon-ho meno riuscito. Il regista sud-coreano cerca, attraverso una storia di amicizia fra una bambina e un supermaialino, di denunciare i mali dello sfruttamento degli animali e di lanciare un fortissimo messaggio animalista, ma la patina grottesca di cui il film è ricoperto, sregolatamente eccessiva, inghiotte anche la spiccata satira di cui il film si fa portatore e crea una forte dissonanza.
Nonostante Okja sia sicuramente un film incisivo per il messaggio che vuole mandare, l’eccesso di Bong Joon-ho compromette, perlomeno in parte, il risultato finale.

6. Snowpiercer (2013)

Il cast di SnowpiercerUn treno, un futuro distopico, la lotta fra classi sociali, Ed Harris e Tilda Swinton. Snowpiercer ha tutto ciò che un perfetto film “impegnativo” hollywoodiano può avere. Eppure Bong Joon-ho riesce con l’abilità di chi è abituato a girare blockbuster politici a mescolare perfettamente intrattenimento e denuncia sociale.
L’ambientazione e l’estetica di Snowpiercer hanno pochi eguali nella Hollywood degli ultimi anni, la commistione di generi praticata da Bong Joon-ho è molto riuscita e il messaggio politico dell’opera è perfettamente bilanciato con gli elementi spiccatamente satirici e grotteschi a cui il regista non ha mai rinunciato nel corso della sua carriera e che non evita di inserire.

5. The Host (2006)

Il mostro di The HostBlockbuster fra i più acclamati nella storia del cinema sud-coreano nonchè a lungo campione di incassi in Corea del Sud (il record è ora detenuto da Parasite), The Host di Bong Joon-ho è, senza ombra di dubbio, il miglior risultato raccolto dal regista nell’ambito dei film ad alto budget.
Il genere del monster-movie è solo un pretesto per portare a galla (non solo metaforicamente) i mali della società sud-coreana, il forte divario fra classi sociali, la colonizzazione politica e culturale americana e la capacità di distorcere la realtà da parte dei mezzi di comunicazione.
Con un cast in stato di grazia nel quale spicca Song Kang-ho, The Host diverte, commuove e fa riflettere. L’attualità e l’incisività della satira di Bong Joon-ho lasciano ancora oggi allibiti.

4. Barking Dogs Never Bite (2000)

Il protagonista di Barking Dogs Never Bite con in mano un caneAmarissimo ritratto del disagio sociale che abita una cittadina sud-coreana, Barking Dogs Never Bite, esordio nel lungometraggio di Bong Joon-ho, mette sul piatto i temi fondamentali della poetica del regista e presenta una storia di cui sono protagonisti gli strati più bassi della società. Come in Parasite, la solidarietà di ceto non sembra esistere e gli ultimi, come dei cani, si sbranano fra di loro. Tragicommedia in cui c’è, in verità, ben poco da ridere, Barking Dogs Never Bite cattura il malessere sottocutaneo di una società corrotta, ultracapitalista, che non è in grado di garantire un welfare efficiente alla popolazione.
Più che la trama in sè, del film è quindi molto interessante il contesto sociale, descritto da Bong Joon-ho con la lucidità e l’arguzia che caratterizzeranno poi tutto il suo cinema.

3. Memorie di un assassino (2003)

Primo piano di Song Kang-ho in Memorie di un assassinoPrimo capolavoro di Bong Joon-ho, Memorie di un assassino è sicuramente uno dei gialli più riusciti e meglio costruiti del 21° secolo. Dietro al pretesto del genere Bong Joon-ho compie uno studio antropologico, che ricorda molto da vicino quelli di Shohei Imamura, dell’ecosistema di una cittadina di campagna nella Corea del Sud degli anni ’80. In un paese che lentamente si avvicina alla democratizzazione dopo anni di autoritarismo, la polizia non conosce altro strumento se non quello della violenza per mantenere l’ordine. Una violenza vacua, spogliata di spettacolarità, animalesca, che porta solo alla sfiducia da parte della popolazione.
Dinnanzi a una società che appare dedita al male e al soverchio il male vero, quello incarnato dall’assassino e stupratore di donne, non può che mimetizzarsi alla perfezione.

2. Parasite (2019)

Primo piano di Song Kang-ho in ParasiteParasite, il film che ha lanciato il cinema sud-coreano in tutto il mondo, il film che ha acceso l’interesse del grande pubblico per una cinematografia che negli ultimi trent’anni ha prodotto svariati capolavori, il primo film non in lingua inglese ad essersi aggiudicato l’Oscar come miglior film.
Titoli, meriti, traguardi, che forse hanno parzialmente offuscato la discussione sull’effettiva grandezza dell’opera di Bong Joon-ho, un film quasi impeccabile sotto ogni punto di vista in cui il regista porta la sua riflessione sulla società sud-coreana agli esiti più espliciti della sua carriera, in cui la commistione dei generi molto cara a Bong Joon-ho raggiunge forse il miglior risultato, in cui lo spettacolo e l’intrattenimento vanno di pari passo con la satira, con il grottesco e con la tragedia.
Parasite ha scritto la storia del cinema contemporaneo e i risultati li stiamo vedendo già oggi. Basti anche solo pensare a quanti prodotti provenienti dall’estremo oriente sono stati lanciati da piattaforme come Netflix e Amazon Prime Video negli ultimi due anni.

1. Madre (2009)

Kim Hye-ja in un campo di grano in MotherNelle classifiche sui migliori film di Bong Joon-ho i primi due posti sono spesso combattuti fra Parasite e Memorie di un assassino. Ci si dimentica, però, quasi sempre della grandezza e della bellezza di Madre, un film estremamente sottovalutato nella filmografia del regista sud-coreano, ma che è probabilmente uno dei ritratti di madri più riusciti della storia del cinema. Perfettamente a metà strada fra Memorie di un assassino e Parasite, Madre è una storia morbosa di amore fra una madre e un figlio, accusato dell’omicidio di una ragazza. Intenso, con picchi di lirismo mai riscontrati, fino ad oggi, nei film di Bong Joon-ho, Madre porta avanti una riflessione sulla verità e sullo sguardo soggettivo, sulla limitatezza dei punti di vista e sulla, sempre presente, “guerra fra poveri” che caratterizza il cinema del regista sud-coreano sin dagli esordi.

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