Black Panther: Wakanda Forever, recensione: un MCU agli Oscar

Black Panther: Wakanda Forever. La premessa del titolo è sicuramente mantenuta. Il regno deve affrontare la dolorosa perdita del suo Re, ma non perde la propria identità in questa fase di transizione. Il film ha ottenuto 5 candidature ai prossimi Oscar, compresa quella per il miglior film e per la migliore attrice protagonista.
Black Panther: Wakanda Forever, recensione: un MCU agli Oscar

Black Panther: Wakanda Forever ha ottenuto cinque candidature agli Oscar 2023 nelle seguenti categorie: Migliore Attrice Non Protagonista, Miglior Canzone Originale, Migliori Costumi, Miglior Trucco e Acconciature e Migliori Effetti Visivi. Risultato più che discreto per l’MCU, non c’è che dire. Solo il suo prequel Black Panther era riuscito a fare meglio, aggiudicandosi sette nomination e portando a casa tre statuette. Evento questo più unico che raro per le storie di supereroi, in particolare se produzioni Marvel.

È opinione comune, e ben più che comune tra chi non ne vince affatto, che una statuetta d’oro non sia indice di successo, capacità e qualità. Con buona pace dell’Academy, i risultati al botteghino dei film MCU sembrano proprio confermare questa tesi. Una volta che si entra nel meccanismo commerciale (super studiato e super invidiabile) dei Marvel Studios, non è di certo facile uscirne. C’è tutta una struttura narrativa articolata su cinema, streaming e televisione che attinge da un ben oliato filone fumettistico, in cui ogni elemento sembra fondamentale per la struttura complessiva.

Black Panther: Wakanda Forever, eredità di Re T’Challa

Black Panther: Wakanda Forever, in particolare, ha poi avuto dalla sua anche l’attrattiva di essere appunto il sequel di uno dei film MCU più acclamati degli ultimi tempi. L’inaspettata e dolorosa perdita di Chadwick Boseman, interprete di T’Challa, Pantera Nera in persona, ha indubbiamente alimentato la curiosità e alzato le aspettative sul seguito. Wakanda Forever si apre di fatto con un sentito omaggio a Boseman, creando un parallelismo con le toccanti scene dal funerale del Re; segno che la sua saggia presenza ha ormai definitivamente abbandonato il regno, lasciandolo in balia delle sue debolezze.

Le note struggenti di Lift Me Up, interpretata da Rihanna e scritta in collaborazione con Tems, Ryan Coogler e Ludwig Göransson, sono poi il tocco che ha fatto scendere qualche lacrimuccia a tutti i presenti in sala. Ancora più significativo è il fatto che, con questo pezzo, Rihanna ha interrotto un silenzio artistico di 6 anni, anche grazie all’approccio del regista alla black culture.

Donne al comando in Black Panther: Wakanda Forever

Shuri e Okoye in una scena di Black Panther: Wakanda Forever
Shuri e Okoye in una scena di Black Panther: Wakanda Forever

Il tributo poteva forse essere più esteso, ma the show must go on (soprattutto quando ci sono milioni di dollari in gioco) e si è giustamente voluto lasciare spazio alla crescita e sviluppo della sorella di T’Challa. Il suo personaggio riuscirà, con non poche difficoltà, a superare insicurezze e sensi di colpa e a trovare, grazie agli insegnamenti del fratello, il proprio posto alla guida del Wakanda.

Shuri non è l’unico personaggio femminile forte e caratterizzante del film. Accanto a lei troviamo sua madre Ramonda, Okoye combattente delle forze armate, Riri Williams, studentessa prodigio e Nakia, solo per citare le principali. Tutti personaggi che ricoprono ruoli chiave nella pellicola, nelle cui mani riposano le speranze di mantenere la pace nel Wakanda e nel mondo. Il sequel di Black Panther porta quindi con sé, oltre all’orgoglio e riscatto del continente africano, una buona dose di empowerment femminile, in perfetta linea con il trend hollywoodiano del momento.

Pro e contro dei film MCU

Poster del film Black Panther: Wakanda Forever
Poster del film Black Panther: Wakanda Forever

Per quanto il film del momento possa non attirarci, per quanto i personaggi protagonisti non siano i nostri eroi del cuore, saremo puntualmente presenti in sala. Perché si sa che saltando l’appuntamento ci si potrebbero perdere colpi di scena e rivelazioni indispensabili per le puntate successive; o peggio ancora non si potranno stuzzicare amici e parenti, che ancora non hanno visto il film, su quante saranno le scene post credit questa volta.

Si tratta infatti ormai di uno dei marchi distintivi delle produzioni Marvel, una sorta di tacito accordo tra pubblico e autori, una vera e propria tradizione, che, insieme alla classica intro, può quasi valere il prezzo di un film non proprio eccellente. Sarà il fascino di essere partecipi di una di quelle cose di cui tutti parlano.

Wakanda Forever incarna perfettamente questa situazione. Si può definire come uno di quei film che si vedono perché non si possono non vedere una volta entrati nel loop Marvel e che tutto sommato sappiamo che non ci lasceranno totalmente delusi. Scene action, colonna sonora coinvolgente, effetti speciali di livello e un pizzico di ironia saranno sicuramente serviti. Sono tutti elementi che nel seguito di Black Panther troverete, non c’è dubbio.

Finale sotto le aspettative per la Fase 4

Una delle scene del combattimento finale del film
Una delle scene del combattimento finale del film

Nonostante questo mix di ingredienti apparentemente vincenti, il risultato confezionato non lascia il segno. Dopo aver trascorso 2 ore e 41 minuti davanti allo schermo, credetemi, non sarà una missione semplice riportare alla mente una scena memorabile o di particolare effetto. Complice forse la scrittura troppo didascalica e superficiale di alcuni personaggi, o un villain poco carismatico che tanto villain non è, l’opera di Ryan Coogler non stupisce e non colpisce. La visione è complessivamente piacevole, anche esteticamente parlando, ma il peso della durata si percepisce e si esce dalla sala con la sensazione di non essere scesi nelle profondità della storia.

Black Panther: Wakanda Forever è uscito in Italia il 9 novembre scorso. Se non l’avete visto e questa recensione non vi fa desistere dal recuperarlo, lo trovate in streaming su Disney Plus. 

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