Educazione Fisica è il nuovo film di Stefano Cipani incentrato su genitori, istruzione e figli. Leggi qui la nostra recensione!
Chi sono i veri mostri? Questo è quel che viene da chiedersi al termine della visione di Educazione Fisica, commedia nera diretta da Stefano Cipani in uscita nelle sale italiane dal 16 marzo dopo aver esordito nella scorsa Festa del Cinema di Roma. Tratto dalla pièce teatrale La Palestra di Giorgio Scianna, l’opera seconda del regista di Salò si addentra nel mondo della genitorialità, dell’istruzione e dell’educazione, trattando un tema delicato e assai attuale nel Bel Paese.
Educazione Fisica: la trama
Un gruppo di genitori è inaspettatamente convocato dalla preside per una riunione straordinaria all’interno della palestra di un istituto scolastico della periferia romana. I rispettivi tre figli tredicenni sono accusati di uno spiacevole fattaccio: una compagna di classe ha subito violenze ed abusi ed i responsabili sarebbero proprio loro. Uno scandalo che metterà alla prova il ruolo dei genitori portandoli al confine tra amore e giustizia.
Un’insolita aula di tribunale

La palestra dove si svolge il film
La palestra decaduta e fatiscente è l’unica location del film, isolata dall’apparente spensieratezza esterna dove i figli sollazzano. Al suo interno vige il disordine, dimostrando l’abbandono delle strutture scolastiche, e la palestra assume le sembianze di un’aula di tribunale dove è pronto a scatenarsi un processo brutale che innesca un meccanismo inarrestabile di accusa e difesa. Ritroviamo quindi dinamiche di costrizione come in film classici quali L’angelo sterminatore e La parola ai giurati ma anche di confronto tra genitori come nel più recente Carnage.
Il degrado della genitorialità

Una scena di Educazione Fisica
In breve tempo la figura genitoriale si sveste dai panni borghesi ed indossa quelli disumani di una belva feroce. Esplode in questo aspetto tutto il pessimismo generazionale tipico dei fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo, qui impegnati nell’adattamento della sceneggiatura, che vira sempre più verso il grottesco sfociando in dialoghi a tratti sopra le righe. Attraverso una regia serrata ma senza particolari guizzi, viene dato maggior risalto ai personaggi che rivelano il degrado dell’educazione ponendo i genitori in una condizione di cecità.
Fin dove è possibile spingersi per difendere i propri figli? La famiglia è ancora un luogo in cui le regole dovrebbero contare? Educazione Fisica ricorda allo spettatore l’importanza del ruolo del genitore, di come sia suo il compito di mettere in condizione i figli di fare i conti con la società. Davanti ad un atto così nefando, il genitore deve essere in grado di collaborare in quanto essere umano, di amare con lucidità e di consentire una redenzione attraverso un percorso educativo.
I nuovi mostri: i genitori di Educazione Fisica

Angela Finocchiaro, Raffaella Rea, Claudio Santamaria e Sergio Rubini in una scena del film
Facciamo dunque la conoscenza di Franco (Claudio Santamaria), padre cinico e infedele, e di Carmen (Raffaella Rea), madre divorziata e infelice; Rossella (Angela Finocchiaro) e Aldo (Sergio Rubini) sono invece genitori adottivi, umili e impacciati. Dopo una prima fase di confronti e giudizi stereotipati, con l’ingresso della preside votata alla giustizia (Giovanna Mezzogiorno) si passa in una seconda nella quale l’incredulità di partenza lascia spazio allo sgomento e ad iperbolici tentativi di salvataggio.
Per le famiglie mostrate la situazione da salvare non è però quella dei figli bensì la propria reputazione dal giudizio altrui, la priorità e dii fuggire il senso di colpa. Ecco che la vittima della vicenda diventa colpevole e motivo di scandalo, gettando di conseguenza fango sulle indebolite istituzioni scolastiche, considerate mancanti nel farsi carico dell’educazione dei figli. La violenza diventa una banale ragazzata e la trasformazione di comuni genitori in un branco di mostri è completa.
Quello messo in scena da Stefano Cipani è un film inseguito per anni da uno stabile impianto teatrale. Un ritratto grottesco e univocamente negativo della società contemporanea italiana che mostra il bisogno di umanità, non senza alcuni eccessi in fase di scrittura e alcune sequenze poco plausibili. In Educazione Fisica la scuola diventa un tribunale, un campo di battaglia tra adulti dove ad essere dimenticati sono i nostri figli.

Cresciuto a pane e VHS sono in continua formazione ed esplorazione della settima arte, conquistato da storie avvincenti e da fotografie ammalianti.