È arrivato su Paramount+ il primo episodio della seconda stagione di Mayor of Kingstown, con Jeremy Renner. Scopri la nostra recensione!
A distanza di sei mesi dall’uscita della prima stagione, è disponibile su Paramount+ Mai perso un piccione, il primo episodio di Mayor of Kingstown 2. L’esordio di questa seconda stagione, arriva in un momento particolarmente delicato per il suo protagonista, Jeremy Renner, rimasto coinvolto, come già saprete, in un terribile incidente mentre manovrava uno spazzaneve. Al momento le condizioni dell’attore sembrano decisamente migliorate da quel capodanno che aveva messo in allarme i fan e soprattutto la famiglia. Nell’attesa e nell’augurio che possa tornare quanto prima a recitare, possiamo intanto goderci la sua performance nei panni di Mike McLusky.
Mayor of Kingstown: dove eravamo rimasti

Milo in una scena della prima stagione
Mayor of Kingstown 2 riprende le redini della storia dal momento in cui la prima stagione si era conclusa. Sedate le sanguinarie rivolte all’interno della prigione, la polizia sembra essersi riappropriata di pieni poteri e del controllo sui carcerati. Tutto questo grazie anche a misure di detenzione e di sicurezza sempre più rigide e moralmente discutibili. La situazione all’interno della prigione, apparentemente sotto controllo, è il riflesso però di una città piombata nel caos. Le gang non hanno più una struttura gerarchica e nelle strade regna così la più totale anarchia, situazione che complica ulteriormente il ruolo di mediatore di Mike McLusky.
Se a questo aggiungiamo l’evasione di Milo (Aiden Gillen), fuggito dalla prigione nell’indifferenza generale, sfruttando la guerriglia, possiamo comprendere facilmente la portata della nuova minaccia che aleggia su Kingstown. Mentre i protagonisti dovranno fare i conti con la difficoltà nel dimenticare gli orrori visti e subiti, affrontare importanti cambiamenti e far fronte alle conseguenze scaturite dalle rivolte, Mike, preoccupato dalle possibili azioni di Milo, cercherà di proteggere Iris. Un primo episodio, quello appena uscito, che conferma la tendenza di Mayor of Kingstown 2 nel voler ricalcare piuttosto fedelmente la strada imboccata con la prima stagione, senza uscire troppo dal seminato.
Un viaggio sul confine

Mike e Bunny in una scena del primo episodio
Con questo primo episodio, Mayor of Kingstown 2 si conferma, così come la prima stagione, un metaforico viaggio sul confine tra eticità e immoralità. La possibilità di scegliere tra giusto e sbagliato non sembra mai essere un’opzione plausibile. Piuttosto, come affermato anche dagli stessi protagonisti, si tratta di scegliere il male minore. Fin dal primo momento sembra essere infatti il mantra che spinge ognuno di loro a compiere determinate azioni o, al contrario, la giustificazione che permetta di pulirsi la coscienza, che renda più umano o condivisibile il loro comportamento.
D’altronde scegliere il male minore è esattamente il compito di un mediatore. Quello che Mike ha fatto per tutta la prima stagione, facendo da intermediario tra la criminalità organizzata e le forze dell’ordine. Lui che viene considerato un criminale persino da sua madre ma che si dimostra una volta di più la figura più equilibrata tra quelle che la serie ci propone. Sicuramente quella con il tallone di Achille più nobile, aiutare gli oppressi, i più deboli.
In un momento in cui il vuoto di potere sembra essere il trait d’union della narrazione, la missione di Mike, che è il primo ad accusarne le ripercussioni, diventa quella di proteggere Iris in qualunque modo, anche a costo di perderla.
La giustizia si fa privata

Dianne Wiest in Mayor of Kingstown 2
Mayor of Kingstown 2 mantiene vivo l’intento accusatorio e di denuncia sociale nei confronti di alcuni dei più importanti temi di attualità, specialmente per l’ambiente socio-culturale statunitense. La prima stagione ci mostrava il dilagante e tristemente note abuso di potere da parte delle forze dell’ordine. Mai perso un piccione non fa altro che confermare quanto, in una città stracolma di criminali, quelli più spietati siano proprio i poliziotti e le guardie.
Senza remore questo episodio non esita a paragonare le truci azioni compiute da quest’ultimi a quelle di cui si rendono protagoniste le gang, identificando come tale anche le forze dell’ordine; una gang spietata, forse la più pericolosa e, proprio per questo, da temere maggiormente.
La vendetta privata diventa quindi uno dei temi di questo incipit di stagione, e chi vorrebbe porsi su un livello etico più nobile, finisce in realtà per calcare quello dei criminali. Così, quando una guardia, sopravvissuta alle violenze dei prigionieri durante le rivolte, veste i panni di giustiziere, l’unica risposta possibile è l’indifferenza.
Nei prossimi episodi di Mayor of Kingstown
I prossimi episodi ci mostreranno sicuramente quella che sarà una nuova vecchia minaccia: un Milo al pieno delle proprie possibilità, ormai libero e con ampio raggio di azione. Non sappiamo però cosa aspettarci dal futuro di Mayor of Kingstown. L’incidente occorso a Jeremy Renner potrebbe rappresentare un problema per il prosieguo della serie. L’attore negli ultimi giorni ha anche condiviso un toccante messaggio da parte del nipote, e la sua riabilitazione sembrerebbe andare per il meglio. I tempi di recupero sembrano però essere piuttosto lunghi. A questo punto, probabilmente, l’apprezzamento del pubblico rappresenterà l’ago della bilancia.

Sono Filippo, ho 22 anni e la mia passione per il cinema inizia in tenera età, quando divorando le videocassette de Il Re Leone, Jurassic Park e Spider-Man 2, ho compreso quanto quelle immagini che scorrevano sullo schermo, sapessero scaldarmi il cuore, donandomi, in termini di emozioni, qualcosa che pensavo fosse irraggiungibile. Si dice che le prime volte siano indimenticabili. La mia al Festival di Venezia lo è stata sicuramente, perché è da quel momento che, finalmente, mi sento vivo.