In occasione dell’anniversario della morte del regista anni ‘20 F.W. Murnau, clicca per saperne di più sui suoi cinque migliori film.
92 anni fa oggi ci lasciava il regista e sceneggiatore Friedrich Wilhelm Murnau, un visionario, predecessore e pioniere di molto di ciò che noi cinefili amiamo della settima arte. È a F. W. Murnau che dobbiamo l’invenzione, anche se embrionale, di tecniche di regia e storytelling visivo che oggi diamo per scontate ma che cento anni fa furono in grado di elevare un’arte, definire generi e ispirare grandi autori.
L’attualità del lavoro di F.W. Murnau

F.W. Murnau sul set di Tabù
Nato in Germania nel 1888 e morto prematuramente proprio l’11 Marzo del 1931, F.W. Murnau è cresciuto in un’epoca in cui il cinema come forma d’arte e intrattenimento stava nascendo ed evolvendosi. Siamo nel secolo scorso, per molti aspetti praticamente un altro universo, ma, con uno sguardo più attento, molto più vicino a noi di quanto pensiamo. Il giovane Murnau ha visto la sua società stravolta da eventi come una pandemia globale, una guerra che ha coinvolto gran parte dei paesi del pianeta e l’avvento di tecnologie esponenzialmente più sviluppate. Vi ricorda qualcosa? Ed è proprio per questo che, nonostante la distanza che può essere percepita tra il cinema muto e noi, le opere di Murnau sono pregne di attualità. Ma se l’idea di una tragedia muta, in bianco e nero, la cui pantomima ricorda più quella teatrale che quella cinematografica, comunque non vi entusiasma, nonostante l’attualità sociale, di seguito vi consigliamo 5 film che, superato lo sforzo (minimo) iniziale, sono tra i capolavori assoluti di Murnau e del cinema tutto. Prima, però, una breve lezione di storia.
Espressionismo e Kammerspiel nel cinema di Murnau

Una scena de L’ultima risata
Il cinema espressionista tedesco è una corrente che si è sviluppata a cavallo tra gli anni ‘10 e ‘20 del ‘900 di cui Murnau ha fatto parte. Le sue caratteristiche erano, in nuce, un cupo e anarchico distacco dal resto dell’arte, anche se è difficile individuare un’opera che sia esclusivamente espressionista (a parte Il gabinetto del signor Caligari di R. Wiene del 1924). Quasi tutti i lavori oggi considerati espressionisti spesso mescolavano altre sotto-correnti. Una delle quali la Kammerspiel, che impostava tutto il modo di fare cinema sul rapporto tra cinepresa e attori. La camera serviva da lente d’ingrandimento per pedinare i personaggi di un film, perseguitandoli con distacco. Con queste brevi nozioni sul cinema dell’epoca, possiamo procedere con la top 5 dei film di F.W. Murnau.
5 Tabù (1931)
Proiettato nelle sale qualche giorno dopo la sua morte, Tabù fu l’ultimo film di F.W. Murnau. Fu girato in Polinesia e il progetto iniziale prevedeva una regia a quattro mani tra Murnau e il padre del cinema documentaristico Robert J. Flaherty, il regista del celebre Nanook l’esquimese (1922), ma le divergenze artistiche tra i due fecero sì che il progetto venne portato a termine solo da Murnau.
Il film è una tragedia dalle splendide immagini (premio Oscar alla fotografia), pregne di quel sentimento simile alla sodade. E’ una storia d’amore, di fanciullezza, di sacrificio ma è anche una denuncia alle istituzioni che privano il singolo della propria libertà. Inoltre, la collaborazione tra il documentarista e uno dei maestri della suspense ha letteralmente creato un genere, a metà tra la fiction e il documentario, d’ispirazione per generazioni a venire.
4 Faust (1926)
L’ultimo film prima di emigrare negli Stati Uniti, Faust è tratto dall’epico racconto trascritto da Goethe. Il titolo è di una potenza incredibile, porta il cinema oltre i limiti fino a quel momento conosciuti, alza l’asticella per tutti gli autori a venire. Profondamente radicato nell’espressionismo tedesco, la pellicola si proietta in una direzione artistica che raramente altri film riuscirono a cavalcare.
Tecnico, all’avanguardia, politico, romantico, popolare, spaventoso tutto questo e molto, molto di più in poco più di 90 minuti di proiezione, ciascun aspetto affrontato magistralmente. I toni cupi si mescolano a immaginari romantici e l’uso di effetti speciali mai visti prima consolida questo film come uno dei migliori del cinema muto e, probabilmente, del cinema in generale.
3 L’ultima risata (1924)
L’ultima risata non avrà effetti speciali mai visti prima, non sarà girato dall’altra parte del mondo e non avrà vinto un Oscar ma questo film del 1924 è un capolavoro a metà tra l’espressionismo tedesco e la Kammerspiel. La distanza tra attori e spettatori si dimezza, quello che succede in camera è quasi come se stesse succedendo a pochi metri da noi. Gli spazi del reale sono piccoli, la camera è molto stretta sui personaggi.
In opposizione a questo, i sogni del protagonista presentano luoghi imponenti. Un film muto quasi senza didascalie, se non una iniziale e una finale. Ma soprattutto questo è il titolo che ha introdotto ben due dei capisaldi della regia cinematografica: l’inquadratura soggettiva e un lontano antenato del dolly, ovvero la cinepresa legata al bastone di una scopa. Per darvi un ulteriore contesto e per farvi capire quanto è importante questo film, vi basti sapere che l’aiuto scenografo era un giovane appassionato di nome Alfred Hitchcock.
2 Aurora (1927)
Primo film girato da Murnau a Hollywood, Aurora ha vinto il premio Oscar alla miglior produzione artistica (categoria che ora non esiste più) ed è all’undicesimo posto tra i migliori film di tutti i tempi secondo la BFI. Un racconto di amore ma anche della più spietata e profonda umanità. La noia della condizione umana, la disperazione, la vendetta, il perdono, l’espiazione dei propri peccati, la tentazione del lusso, il desiderio dell’amore, il parallelismo tra sviluppo e tradizione.
Aurora affronta tutti questi temi, con un’eleganza da poema greco, emozionando e coinvolgendo lo spettatore nel profondo. In più, i movimenti di macchina sono armoniosi e delicati al punto di farla sembrare un personaggio all’interno della storia. Ultimo, ma non per importanza, l’introduzione del black screen, un remotissimo antenato del green screen.
1 Nosferatu il vampiro (1922)
In una Germania ancora piegata dal post guerra, Murnau confeziona un’opera che trascende il concetto di capolavoro. Nosferatu il vampiro è l’adattamento cinematografico non autorizzato di Dracula di Bram Stoker. La pellicola è in sé incredibile, con una regia horror basata sui giochi di ombre e su continui riferimenti e sottotesti. L’uso del fuoricampo e delle luci creano un’atmosfera che un secolo dopo continua a far venire i brividi. Ma un altro aspetto geniale di questo film è il modo in cui è stato proposto al pubblico. L’attore principale era un tale chiamato Max Schreck, che dal tedesco si traduce in “massimo spavento”, il cui nome era ben visibile sulle locandine dell’epoca.
Storie e leggende nacquero in fretta: chi sosteneva che l’attore fosse un vero vampiro trovava sostegno nel fatto che, dopo la distribuzione del film, venne ordinato a Murnau di distruggerne tutte le copie (tranne una che conservò segretamente per sé). Su questo espediente popolare e per via della genialità tecnica del titolo, Nosferatu divenne un successo senza precedenti per il regista, la cui eredità si può tutt’oggi notare in opere e lavori di centinaia di altri autori da tutto il mondo. Questa la nostra Top 5 di F.W. Murnau, un’artista in grado di rivoluzionare una forma d’arte, che utilizzava la macchina da presa come fosse una matita e in assoluto uno dei più grandi registi di tutti i tempi. Voi cosa ne pensate? Quanti di questi film avete già visto? Quali vi sono piaciuti? Fatecelo sapere nei commenti e continuate a seguire CiakClub.it per altri contenuti e approfondimenti!
Appassionato di cinema, sport outdoor, politica e sonnellini. Non è facile conciliare tutto. A volte succede. Spesso no.