Non accennano ad interrompersi le testimonianze relative a Kevin Spacey.
Le cattive notizie per Kevin Spacey non accennano a fermarsi. All’annuncio della sua esclusione dalla sesta stagione di House of Cards si aggiungono le parole di Gabriel Byrne, suo compagno di set ne “I soliti sospetti” di Bryan Singer (altro nome al centro del tam tam mediatico in queste ore), dove Kevin Spacey interpretava Roger “Verbal” Kint, ruolo che poi gli valse l’Oscar come miglior attore non protagonista nel 1996. L’attore irlandese, recentemente apparso in Marco Polo, ha rivelato che all’epoca le riprese erano state sospese per due giorni a causa delle accuse di molestia ai danni di Spacey da parte di un giovane interprete.
Da Kevin Spacey a Harvey Weinstein
Byrne continua poi spostandosi su Harvey Weinstein << Pensavamo tutti fosse una specie di scherzo >> commenta << non ci eravamo realmente accorti della gravità e della sistematicità delle azioni di Kevin>>. L’attore continua poi spiegando come, solo molti anni dopo, si sono resi conto dell’entità delle molestie di Kevin Spacey.
Byrne si sofferma poi anche sul caso Harvey Weinstein, sottolineando come all’epoca pensava fossero semplici pettegolezzi << Un paio di volte ho sentito parlare di lui nell’ambiente, il problema è che, quando ti arrivano all’orecchio certe notizie, non sai mai come comportarti.>>
Queste dichiarazioni di Gabriel Byrne vanno a sommarsi alla miriade di notizie riguardanti lo scandalo delle molestie ad Hollywood, molte delle quali vedono come tristi protagonisti, appunto, Harvey Weinstein e Kevin Spacey, quest’ultimo escluso, oltre che dalla nuova stagione di House of Cards, anche dall’ultima opera di Ridley Scott “Tutti i soldi del mondo”, dove il regista ha recentemente commentato la sostituzione dell’attore, in post-produzione con Christopher Plummer.
Ricordiamo che all’epoca il film “I soliti Sospetti”, uscito in Italia il 30 Novembre 1995, ebbe un discreto successo al botteghino incassando più di 23 Milioni di dollari a fronte di una spesa di soli 6 Milioni (dati Box Office Mojo) aggiudicandosi agli Oscar del 1996, oltre alla statuetta per Kevin Spacey, anche quella come miglior sceneggiatura non originale.

Semplicemente appassionato ed affamato di tutto ciò che riguarda la cultura e l’arte popolare (nel senso letterale del termine): fumetti, libri, fotografia, tv e, ovviamente, cinema, che ne è il massimo esponente e la massima espressione.